24 2 minuti 15 anni

Chiarisco immediatamente che non si tratta di quel diabolico intreccio di conoscenze, favori concessi e ricevuti, minacce e chi più ne ha più ne metta che ancora oggi sembra turbare i sonni del popolo interista. Il "Sistema Moggi" cui mi riferisco riguarda le qualità dell’ex A.D.  juventino. Perchè sarebbe intellettualmente disonesto negarlo: l’odiato Lucky Luciano, il suo lavoro lo sapeva fare a regola d’arte, anche per quanto concerne la parte cosiddetta "pulita" di esso.
 
Moggi venne assunto per costruire formazioni competitive disponendo di budget limitati, di certo inferiori a quelli dei maggiori competitors di allora, ossia Inter, Milan, Lazio, Parma, e forse anche Roma. Impostò così il suo lavoro: innanzi tutto fermezza nei confronti delle stars che andavano a bussar a quattrini o facevano bizze da primadonna. Nessun sentimentalismo di stampo milanista, nessuna velleità di creare una grande famiglia: chiunque sarebbe potuto essere ceduto se il prezzo fosse stato allettante.
Ovviamente occorreva grande organizzazione e competenza per agire in questo modo. I partenti dovevano essere rimpiazzati senza che la competitività della squadra ne risentisse. Scovare talenti o giocatori funzionali alle esigenze delle sue squadre, per Lucy Luciano, non è mai stato un problema, poichè egli sapeva molte cose del calcio, anche troppe, ma capiva molto anche di calcio.
Le cessioni di Zidane e Inzaghi furono due capolavori: comprati per un pugno di lenticchie e venduti a cifre astronomiche alla soglia dei trent’anni. Le Juventus successive a queste due cessioni non ne risentirono, anzi, forse si rafforzarono.
Tralasciando per un attimo il suo lato oscuro, questo era Luciano Moggi: poca spesa e tanta resa.

Perchè un post dedicato a questo personaggio tanto discusso e odiato? Cosa voglio dimostrare?

24 commenti su “IL SISTEMA MOGGI

  1. Sulle operazioni Inzaghi e Zidane potrei essere d’accordo. Sul resto non tanto, visto che comunque, senza tutti gli intrallazzi, il motto “spedere poco, vincendo tanto” probabilmente non sarebbe molto azzeccato.

  2. infatti… è quel “VINCENDO tanto” che stona

    domanda scema: posto che Moggi non è e non era un mago, posto che in questo mondo nessuno

    ti regala nulla, anzi, se possono fotterti lo fanno volentieri…come ha fatto Moggi ( o la Juve, che è iguale) a fare ciò che ha fatto regolarmente? (ho detto regolarmente e non onestamente ma la linea che separa regola da onestà in Moggi è stata sempre immaginaria o poco più)

  3. non so marcovan…

    i successi di mercato di moggi sono dovuti al fatto che la juve poi vincesse i campionati, sul modo in cui li vinceva poi ognuno si è oramai fatto una sua opinione.

    l’ultima juve di moggi era sicuramente una squadra fortissima, indipendentemente da calciopoli. di questi però solo ibrahimovic era un vero colpo di mercato, gli altri (buffon, thuram, cannavaro, vieira, nedved) erano stati tutti acquistati quando erano già forti.

  4. Ma guarda un po’, tre in***isti che non sono d’accordo.

    Io invece penso che il Moggi Luciano, fosse (e forse lo è ancora) uno dei più capaci ed esperti dirigenti che si siano mai visti.

    Non a caso sia Milan che I***r gli facevano la corte.

    Anche se oggi son tutti li a dire:”Io, non lo conoscevo neanche!”.

  5. Okay, si può anche pensarla diversamente sulle qualità di Moggi.

    Ma vedo che nessuno ha afferrato ciò a cui mi volevo allacciare. Troppo enigmatico?

    Aiutone: questa non era altro che la continuazione del post del 13/01.

  6. Mah marcovan, Moggi-Kakà, questo binomio mi ricorda solo quando Moggi disse che Kakà era ridicolo, e con quel nome si sarebbe prestato a facili ironie.

    O una cosa del genere.

  7. O forse vuoi dire che incassare i 150 milioni per Kakà, non vuol dire matematicamente rifarsi una grande squadra, perchè Moggi ci riusciva a vendere i giocatori sulla soglia dei 30 e rifarsi una squadra, a volte anche più forte, Galliani ce la farà??

    questo vuoi dire??

  8. Voglio dire che i tifosi si stanno disperando per niente.

    In tutti i casi il Milan vince.

    Di un giocatore, per quanto forte, si può fare a meno.

    Con 120 milioni da spendere, mal che vada non peggiori. Se invece azzecchi le tue mosse fai una squadra altamente competitiva.

    Era la filosofia moggiana.

    Ma ripeto per l’ennesima volta: Kakà non va al City. Al massimo va al Real, se è in grado di pareggiare la cifra degli sceicchi.

    Perchè il Milan ha chiaramente lanciato un messaggio: la cifra è quella.

    Io la vedo così, poi domani verrò puntualmente smentito… 😉

  9. Marcovan, potevi dì che avevo ragione io uffàà! 😉

    Comunque è così,io non mi dispererò mai, non l’ho fatto per ronie, figurati per Ibra, al massimo proverò dispiacere, ma non mi strapperò i capelli

  10. Certo, il dispiacere ci sta. Io adoro Kakà. Noi non siamo professionisti. Amiamo una determinata squadra e i suoi giocatori senza una ragione precisa, senza guadagnarci nulla di tangibile.

    Ma bisogna essere sempre consapevoli che ciò che amiamo è un mondo composto da professionisti che come tali ragionano e si comportano.

    Se Kakà dovesse partire, molto meglio valutare i vantaggi che il Milan può trarne, anzichè strapparsi i capelli.

  11. Infatti Antonio, questo è quello che ho sempre sostenuto. I tempi sono cambiati e oggi l’unico amore indissolubile è quello per la maglia. Noi siamo legati ai nostri giocatori di riflesso, perchè indossano quella maglia, ma sappiamo benissimo che un giorno o l’altro potrebbero andar via.

    Non capisco certi atteggiamenti di chi minaccia boicottaggi, diserzione degli stadi per la cessione di uno di questi. Magari se certi giocatori come Kakà non fossero stati dipinti come santarellini, attaccati alla maglia e non ai soldi (storiella che in molti si sono bevuti), il distacco sarebbe stato meno traumatico. Poi è normale: perdere un campione così dispiace, ma non tanto per il giocatore in se, ma perchè la tua squadra si priva di un elemento che può fare la differenza. Perchè il tifoso vuol vedere vincere l’Inter o il Milan, non Ibra o Kakà. Altrimeti tiferemmo il giocatore, non la squadra.

  12. PS: quando parlo di amore indissolubile, mi riferisco al sentimento provato dal tifoso, non dal giocatore.

  13. Avevo capito, Luca.

    Pienamente d’accordo. Poi, se con il ricavato o parte di esso, verranno comprati ultratrentenni o mezze figure a parametro zero, allora ne riparleremo.

  14. non so spiegarlo bene a parole, è in parte come ha detto enzuccio.

    quello che vuoi dire tu è che questa può essere una replica precisa del caso juve-zidane. ci han guadagnato entrambi, come potremmo fare noi. qualcuno però ci avrà pur perso… (non voi interisti ;D)

    ps: ragazzi inter, vero che vogliamo la squadra e non il giocatore. però come c stavate dopo l’addio di ronaldo???eddai, non siamo così ciechi…

  15. maaaaa….marcovan, a proposito di moggi:

    “CLASSIFICA FINALE:

    Zio 21

    Betis 19

    Ricki 12 ”

    …visto che i primi 2, arrivati vicini, si sono auto-squalificati, posso detenerla io la “patacca di cartone” x un anno, arrivato terzo e ben distaccato????? :DDDDDDDD

    ps: cavoli, mi sembra una storia già sentita…. ^^

  16. Ciao a tutti!

    Scusate la lunghezza, ma vi lascio anche il mio pensiero (che ho già esposto su MRN)

    L’offerta per Ricki è arrivata come un temporale in pieno inverno. Inaspettata.

    Almeno, per noi tifosi. Qualcosa, evidentemente, era già in essere da un pò. Perché certe cose, a questi livelli, sono complicate.

    Non ci si alza il mattino pensando di investire un sacco di milioni, così…tanto per fare qualcosa. Tantomeno se sei uno sceicco del c***o pieno di soldi da far paura.

    La mia reazione “razionale” è questa:

    E’ un grandissimo affare! Se la Società deve autofinanziarsi, questa è una occasione da non perdere assolutamente. Da qui, il dovere di valutarla. Molto attentamente, anche. Ovvio che l’introito, deve essere reinvestito immediatamente per sopperire alla perdita del Fuoriclasse.

    Questa scelta, ovviamente ed essendo importante, comporta una serie di doveri alla Società stessa:

    1 – sarà stato certamente pianificato un rilancio, in termini di risorse umane, con obiettivi di primissimo livello.

    2 – altrettanto certamente, sarà stato valutato l’impatto con il cliente, al quale dovranno essere date garanzie immediate sugli investimenti da fare a breve termine, ottimizzando il ricavato della cessione.

    Se così è, e sarà, razionalmente, è un ottimo affare.

    La mia reazione “emotiva” è questa:

    Non è un grandissimo affare! Kakà è colui che ci ha fatto vincere partite e trofei, da solo o quasi.

    E’ il ragazzino che abbiamo visto arrivare all’Aeroporto un giorno, con gli occhialini da secchione, e che ora si è fatto Campione.

    Grande e bravo. E’ quello che ha detto, più volte, di voler diventare il Capitano del Milan.

    E’ quello che ha fatto, si, i suoi interessi, ma li ha sempre restituiti sul campo in termini di prestazioni da delirio.

    E’ quello che non è mai stato “sopra le righe”, mai chiaccherato dal gossip, tutto casa e lavoro: un “brau fioeu”, un bravo ragazzo.

    E’ quello che ha rilanciato l’immagine del Milan nel mondo e l’ha abbinata a se stesso. Facendosi amare in maniera travogente e ricambiando con altrettanta passione.

    Così, emotivamente, non è un grandissimo affare.

    Il mio stato d’animo è combattuto tra i due sopra descritti. Più cerco di capire e meno ne capisco. Più cerco ragioni, per l’una o l’altra reazione, meno ne trovo.

    Proprio per questa confusione, logica conseguenza a quanto sta accadendo, cerco nel mio passato qualche conforto:

    Sono sopravvissuto a:

    fine carriera di Rivera, due volte in serie B, presidenti come Buticchi, Colombo, Farina, ecc., giocatori come Blissett, fine carriera di Van Basten (quella che mi ha “spaccato” di più), fine carriera di Baresi, Champions perse in Finale, scudetti persi a Verona e dintorni, ecc..

    Qual’è l’unica cosa che accomuna tutto quello che io ho vissuto e sopravvissuto? Il Milan!

    La mia risposta è: qualsiasi cosa succederà, soffrirò come un cane, lo so. Ma avrò sempre il mio Milan che mi farà divertire, incazzare, piangere, gioire, esaltare e ….

    Il mio, nostro, Milan sopravviverà. Questa è la certezza!!

    Che poi sto sceicco del c***o avrà dei fischi alle orecchie che dovrebbero renderlo sordo all’istante, mi chiedo quanto tempo si dovrà aspettare per avere notizie ufficiali.

  17. Noi tifosi dimentichiamo troppo spesso che quelle di calcio sono società per azioni e non enti morali senza fini di lucro per cui dovremmo ricordarci che i calciatori sono lavoratori dipendenti e il loro scopo è quello (comprensibilissimo) di cercare di far aumentare il proprio stipendio.

    Non esistono, salvo casi rarissimi e di altri tempi, “attaccamenti ai colori”.

    succede così anche per i piloti di formula1 e per tutti gli atleti di ogni sport che preveda uno stipendio per fornire le proprie prestazioni.

    Un’altra cosa non dovremmo mai dimenticare: anche noi, ciascuno di noi, al loro posto farebbe lo stesso.

    Lasciate andare Kakà senza rancore. Trovo giusto che ognuno pensi al proprio futuro.

    Questo vale per tutti gli atleti di tutti gli sport di tutte le società.

  18. Bel commento Ghost, complimenti.

    La scissione fra la reazione “razionale” e quella “emotiva” è molto interessante. Ma il fatto stesso che tu riesca a farla significa che propendi per la razionalità. O sbaglio?

  19. “anche noi, ciascuno di noi, al loro posto farebbe lo stesso.”

    Parole sante. Inoltre, a differenza del caso Sheva, qui nessuno prende in giro nessuno. E’ chiaro che si sta parlando solo ed esclusivamente di vil denaro.

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