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Il seguente è un colloquio fra Carletto e il giornalista Gianni Mura, pubblicato da "La Repubblica". E' interessante e in alcuni tratti divertente. Val la pena di dargli un'occhiata, per chi ne avesse tempo e voglia.

MILANO – "Mi chiamo Carlo Erminio, come mio nonno. Era piccolo e gli dicevano Carlino. In via Vallicella, a Reggiolo, stavo da dio. Il giorno più bello era quando si ammazzava il maiale. Mio padre Giuseppe faceva il mezzadro. Un terreno di 23 biolche mantovane, circa 8 ettari: grano, mais, vigna, barbabietole da zucchero, 10 mucche da latte, un po' di galline. Un trattore Fiat 21 cavalli, una falciatrice, se mancava un attrezzo lo si scambiava, tra contadini. Ricordo come fosse oggi quando arrivava il padrone. Davanti al mucchio di grano tracciava una riga col bastone: questo è mio, questo è tuo, diceva a mio padre. Queste sono mie, e prendeva regolarmente le galline più belle e grasse, e queste sono tue. Io andavo in bici, a 13 anni ho vinto i Giochi della Gioventù, a 12 mi sono rotto un braccio andando a sbattere contro il camioncino di un ambulante, ma mi piaceva di più il pallone".

"Quando mi chiedono dov'è Reggiolo io dico nella Bassa, vicino a Gualtieri, che almeno è famosa per Ligabue. Dopo le medie avrei voluto studiare Agraria, invece mi ritrovo a scuola di elettronica, che non mi piaceva. Ma ho seguito la maggioranza dei miei amici, l'ho fatto per la compagnia. Loro non volevano restare contadini, di qui la scelta. Morale: mi ritrovo perito elettrotecnico e non me ne po' fregà de meno". Come Rocco mescolava italiano e triestino e Bagnoli italiano, milanese e veneto, istintivamente Ancelotti infila nel suo italiano qualcosa di romanesco.
Vogliamo chiarire la faccenda della panchina? "Io e Spalletti siamo amici, ma posso capire che si sia un po' risentito quando ho espresso il mio desiderio di arrivare, prima o poi, sulla panchina della Roma. Immagino che le radio romane gli abbiano tolto il fiato. Io a Roma mi sono trovato benissimo, è una città meravigliosa, si fa amicizia facilmente, c'è più calore non solo nell'aria. Milano è più chiusa di Roma e Torino è più chiusa di Milano, fuori dal campo a Torino non ho un amico. A Roma ne ho molti, quello che sento più spesso è Bruno Conti. A Milano ci vado il meno possibile e quando capito in ristoranti assurdi, pieni di gente finta, mi verrebbe da scappare. Per comodità, da giocatore abitavo a Legnano, da allenatore sto a Gallarate, va bene così. A Parma, che tanti vedono come un'isola felice, non c'è mai stato feeling né con la società né con la città. Non mi hanno mai apprezzato. Vero è che avevo una bella squadra: doveva venire Capello, arrivai io e trovai Crespo, Thuram, Veron, Chiesa, Zè Maria sbarcato al posto di Cafu, più un ragazzino in porta di cui il ds Sogliano continuava a dire: è un fenomeno, promuovilo titolare. Io a quei tempi tiravo bene in porta, cosa per cui devo dire grazie a Bruno Mora, mio allenatore nelle giovanili. E 'sto ragazzino, che era Buffon, mi bloccava quasi tutti i tiri".

"Chi era il mio idolo, da giovane? Eugenio Ghiozzi, che poi sarebbe Gene Gnocchi. Un 10 molto lento ma con una tecnica da brividi. Era famoso, nella Bassa. E poi bisogna dire che a quei tempi il calcio lo si ascoltava alla radio e c'era uno spezzone di partita, una sola, in tv. Mio padre tifava per la Fiorentina, non si sa perché, ma poi non ha avuto problemi a diventare di volta in volta tifoso del Parma, della Roma, del Milan, del Parma di nuovo, della Juve, di nuovo del Milan. Io stravedevo per Mazzola e Boninsegna, ero interista. Ricordo di avergli rotto le scatole per settimane perché mi portasse a vedere l'Inter. Il posto più comodo era Mantova. Doveva essere il '71, so che c'era Boninsegna. Arriviamo lì, tutto esaurito. Cancelli chiusi. Mi metto a piangere a dirotto fuori dal cancello, in genere funziona, ma lì c'era uno duro, mica facile intenerirlo. Ha resistito un tempo, l'Inter era sotto di un gol. Poi mi ha detto dai, passa. L'Inter ha vinto 6-1".

"All'Inter ho fatto un provino, quand'era presidente Fraizzoli. Hanno deciso che costavo troppo e hanno preso Beccalossi. Con l'Inter ho fatto il battesimo di San Siro, contro l'Hertha Berlino. A 19 anni mi ritrovo in spogliatoio con Anastasi, Altobelli, Bini, Canuti, roba da farsela addosso. Sono stato una settimana ad Appiano con Bersellini e il suo vice, Onesti. Ogni giorno mi pesavano, una tortura. Se resti, dovremo studiare una dieta per te, dicevano. Tra di me pregavo che mi scartassero. M'è andata bene".

"Con Bruno Mora, che era anche una bravissima persona, riconosco due altri maestri: Liedholm e Sacchi. Uno era stato un campione e l'altro un brocco. Questo Milan, credo che Nils lo allenerebbe meglio di me e Arrigo peggio. A Liedholm piaceva la tecnica, intepretava le partite non come distruzione dell'avversario ma come esaltazione delle doti dei suoi. Ha imposto la difesa a zona, non s'è mai stancato di insegnare calcio. Sacchi è stato un grandissimo maestro di tattica: difesa alta, pressing, allenamenti quasi più impegnativi delle partite. Quando la Roma giocava a Milano e a Torino, si partiva mercoledì a mezzanotte in vagone letto da Termini. Siccome per Nils era impossibile tirare mezzanotte, alle dieci di sera andava al Tiburtino, dove formavano il treno, e si metteva a cuccia. Tre giorni e rotti in ritiro all'Astoria di Busto Arsizio. Ci divertivamo da matti, giocando a carte, sparando cazzate. Oggi, dopo cena i giocatori spariscono tutti, ognuno in camera sua. iPod, PlayStation, pc, cellulari. Non l'ideale, per fare gruppo. Ma il tempo passa per tutti. Con un infortunio come quello di Gattuso, avevo una gamba come uno stecchino e per 100 giorni non ho potuto appoggiare il piede a terra, lui a 90 giorni dall'intervento corre e calcia, è quasi pronto".

"Il tempo passa anche per me. Agli inizi ero troppo sacchiano, vedevo solo il 4-4-2. Con Sacchi avevo raccolto enormi soddisfazioni, avevo paura di cambiare. Ho rifiutato Roberto Baggio perché, trequartista, non rientrava negli schemi. Discorso quasi uguale per Zola, messo in concorrenza con Crespo e Chiesa. Oggi non farei partire Zola e a Baggio direi: ti aspetto. Col tempo si acquistano più conoscenze. Alla Juve ho trovato Zidane e non ho ripetuto gli errori di Parma. Al Milan ho studiato il modo di far coesistere Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Rivaldo. Il calcio attuale ha due punti fissi: un attaccante di peso e il ritorno del trequartista, di chi gioca tra le linee. Il mio punto fisso è la difesa a 4, da centrocampo in su si può fare di tutto".

"Ci sono cose che mi danno fastidio. Ancelotti è troppo buono? Ma quando? Se è il caso m'incazzo come una bestia, ma non vado a dirlo ai giornalisti. Ancelotti troppo aziendalista? Ma dove? A parte che vorrei vedere quanti dei miei critici andrebbero a sputtanare il loro datore di lavoro in tv, io al Milan ci sto bene, con alcuni giocatori ho un rapporto speciale, Maldini, Gattuso, Pirlo, e non patisco le osservazioni di Berlusconi. Quello che piace a lui lo so a memoria: vincere giocando bene. Non sempre si può. Ma devo dargli atto che le critiche le fa quando le cose vanno bene e quando vanno male è vicino alla squadra e all'allenatore. Sul fatto che arriviamo terzi non ho nessun dubbio, e voglio stare basso. Poi succederà quel che deve succedere, lo dico con la massima serenità".

Istruzioni per l'uso: quando Ancelotti è leggermente contrariato inarca un poco il sopracciglio sinistro. Se lo inarca un po' di più, è aria di tempesta. Non succede quando discutiamo del suo piatto preferito, il bollito. Lui ci vuole la mostarda e non gli piace il rafano, ma non litigheremo per questo. Di Ancelotti apprezzo il tasso di sincerità e di civiltà, ben superiore alla media dei suoi colleghi. Detto questo, parliamo dell'Africa.

"Ho fatto incazzare Halilhodzic dicendo che mi piacerebbe allenare la Costa d'Avorio ai mondiali. Mi piacerebbe sì, credo molto nel calcio africano, hanno giocatori eccezionali che non fanno squadra. Drogba, i due Touré, Kalou, Eboué, Zokora, bùttali via. Ai mondiali hanno perso di un solo gol con Argentina e Olanda e battuto la Serbia. Mi piace l'idea dell'Africa o forse vorrei essere più coinvolto con una Nazionale. Molto felice il mio esordio con gol, al Mundialito in Uruguay, con Bearzot. Nell'86 ero aggregato ma non ho giocato, nel '90 ero un comprimario, nel '94 ero assistente di Sacchi. Mi piacerebbe una bella, grossa fetta di torta".

"Dicono che somiglio a Hiddink, di faccia. E' vero, com'è vero che Hiddink è il collega che stimo di più, al mondo. Ma vorrei dire una cosa sugli arbitri italiani: fischiano troppo, anche Collina è d'accordo e ultimamente si stanno adeguando. A me piacciono Morganti, Rizzoli, Celi, Saccani. Non è possibile che tutti i contatti, in uno sport di contatto, siano falli. Invece, gli assistenti sono i migliori al mondo sul fuorigioco. Penso che Collina stia facendo bene, anche se in passato ho avuto discussioni con lui. Sono l'unico allenatore che ha espulso col cartellino rosso. Ero al Parma, partita con la Juve decisiva per lo scudetto. Contatto spalla a spalla tra Vieri e Cannavaro, rigore per loro. Bravo, bravo, sei proprio bravo, gli ho urlato. Espulso. Mi dice: dal labiale ho capito che mi davi del coglione. Non è vero, gli ho detto, quello l'ho solo pensato".

71 commenti su “CARLETTO SI RACCONTA

  1. sgrigna,

    la Giuve può farne anche 31 di punti in 10 partite ma mi sembra altamente improbabile che noi ne facciamo meno di 24.

    a meno di terremoti ovviamente…

    a noi interessa solo una cosa: non perdere a Torino, il resto viene da solo.

    certo che la Giuve domani incontrerà una Roma senza 10 titolari su 11. più o meno…

    magari vincerà col solito golletto fortunoso e Ranieri diventerà un eroe.

    e se il culo si allea con loro…

  2. ultime 5 del Milan:

    Catania- Milan

    Milan – Juve

    Udinese – Milan

    Milan – Roma

    FIORENTINA – Milan

    mica male …

    per scaramanzia non metto quelle dell’Inter 😉

  3. Sì, Larssen, però è bene precisare una cosa. Preferisco lo vinca la Juve per due motivi: 1) Questa dirigenza interista non mi sta simpatica; 2) Supremazia nei titoli italiani vinti, loro ormai sono irraggiungibili.

    Detto questo, i gobbi devono vincerlo, ma se devono farlo coi nostri punti, nisba, tanto vale lo vinciate voi.

  4. Dipende, abbiamo la juve alla 4 ultima se tipo abbiamo 14 punti di vantaggio sulla quarta mandiamo la primavera in campo! 😉

  5. marcovan,

    il tuo discorso è corretto e razionale quindi devo dire che a parte Mourinho antipatico a molti (compreso qualche interista), se dobbiamo guardare la SIMPATIA della dirigenza allora la vostra è invisa da quasi tutti gli italiani ( e anche da parecchi milanisti) per cui voi dovreste arrivare ultimi.

    Attenzione:stiamo parlando di simpatia non di bravura, non confondiamo le due cose.

  6. Scherzi a parte, io ho previsto per voi 26 punti, vale a dire 8 vittorie e due pareggi su tre fra Juve, Roma e Fiorentina. Credo siano sufficilenti per arrivare terzi.

    MdM, è vietato dai regolamenti federali mandare la primavera in campo, si rischia l’illecito, volete un altro anno di B? 😉

  7. Sisi, vabbè.

    Avete passato anni in cui l’unica soddisfazione che avevate, era tifare contro.

    Ora che avete contro tutta l’Italia non nerazzurra, fate le vittime.

    Forza giuve!

  8. MdM, se si trattasse di qualsiasi altra squadra ti darei ragione. Ma contro i gobbi non vorrei perdere neppure in amichevole, figuriamoci per fare un dispetto all’Inter. Ma per me è diverso, sono cresciuto imparando a detestare il bianconero…

    Larssen, se facciamo la gara dell’antipatia siamo lì…

  9. marcovan, facciamo l’eliminazione diretta?

    Mourinho-Ancelotti 0-1

    Oriali- Antennista 1-0

    Moratti – berluska 1 – ….

    sospesa per manifesta inferiorità. del berluska, ovviamente, con lui perdereste anche i confronti in campo europeo. trovami 10 italiani a cui sia simpatico (non che hanno votato per lui)

    totale? 2 a 1 per noi 😉

    sadyq, amico caro, la realtà è che avete paura che per voi dopo il contatto ci sia il sorpasso… 😉

  10. I risultati di Oriali – Antennista e Moratti – Berlusca sono mooolto discutibili. Ma visto che si tratta di una competizione a tavolino mi sa che hai ragione tu.

  11. larssen, il problema, come visto anche all’andata, non sono le ultime partite…

    ma son quelle trasferte dell’osti a lecce, torino (ora in casa), così come sarà a catania stavolta…

    vedremo,me ne basterebbero 24 di punti..

    dida permettendo

  12. marcovan, amico mio, se chiedi a chi non sa di calcio chi è Oriali (che comunque è un campione del mondo e tutto è tranne che antipatico) manco lo conosce ma se chiedi a un italiano chi è berlusconi e cosa pensa di lui…

    bene ragazzi, alla prossima.

    scusate volevo dire una cosa a Tex che mi fece notare una volta le mie assenze quando l’Inter perdeva, non gli risposi perchè il post era vecchio e non avrebbe letto:

    Tex,stai parlando di due sconfitte su una quarantina di vittorie più i pareggi, dato che nel derby di andata io non c’ero.

    2 sconfitte su più di una quarantina di gare sono un po’ troppo poche per una statistica affidabile.

    non è colpa mia se l’inter vince sempre (o quasi) 😉

    bye bye gentaglia 😉

  13. Udinese-Milan è il 17/5 se l’Udinese (tocchiamo ferro) dovesse arrivare in finale di Uefa come spero, quelli sarebbero in teoria 3 punti facili

  14. 3 punti ai gobbi… mmmmm.. dipende.. possiamo lasciarne solo 1?

    Ragazzi, non dimentichiamo che dall’anno prossimo al preliminare potrebbe capitarci chiunque secondo le nuove regole, altro che squadre di seghini dell’est.. quindi vediamo com’è la situazione prima di juve – Milan e poi “decidiamo”.

    Posto un’intervista al dott. Volpi che parla di Nesta.. ditemi che ne pensate..

    VOLPI: “NESTA TORNERA’ AD ALTI LIVELLI”

    20 – marzo – 2009

    Il dottor Piero Volpi, medico sociale dell’Inter negli anni ’90, raggiunto telefonicamente da Luca Rosia, ha gentilmente rilasciato una breve intervista in esclusiva a 24oredisport.com. Dottor Volpi, Ricardo Kakà soffre di un particolare problema riguardante l’articolazione di Lisfranc. Cosa mi sa dire di questo specifico infortunio? “Parliamo di un discorso generale, non conosco la situazione specifica di

    Kakà. Questi impatti collo piede sono traumi dolorosi e frequenti. Pur non essendo gravi il recupero è sempre piuttosto lento. Poi bisogna vedere anche la soglia del dolore individuale”.

    Altro caso, altro infortunio: Alessandro Nesta. Il giocatore bloccato dal vecchio problema della protusione discale, lo scorso 17 febbraio è stato sottoposto a operazione chirurgica. All’età di 33 anni (appena compiuti, ndr) crede che possa tornare ad alti livelli?

    “Assolutamente sì. Si tratta di un’asportazione molto selettiva dell’ernia discale, un’operazione che comunque consente di tornare nel calcio. Gli esempi sono numerosi, due o tre in passato ne ho affrontati anch’io. L’unica cosa che posso dire è che da quando ha iniziato a sentire dolore, ha forse aspettato

    troppo tempo prima di operarsi”.

    Il problema infortuni non attanaglia solo il Milan: molti di questi, muscolari e non, hanno colpito diversi club italiani. Tutto può dipendere dalla preparazione atletica?

    “Le cause sono multifattoriali. Si parte da una preparazione molto frazionata, poi è anche vero che in determinati periodi dell’anno, specie settembre e ottobre, si giocano troppe partite ad alta intensità. Le squadra italiane, inoltre, non fanno turnover. Il vero turnover lo fanno solo le inglesi. Ho visto l’Arsenal in FA Cup prima dell’impegno in Champions League (Arsenal- Burnley 3-0, ndr): in campo aveva solo due giocatori che poi hanno giocato con la Roma”.

  15. “L’unica cosa che posso dire è che da quando ha iniziato a sentire dolore, ha forse aspettato troppo tempo prima di operarsi”. ”

    ma vaaaa?????????????

    x il resto concordo Volpi, lui si che ne sa.

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