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Quando ci si ritrova per la terza stagione consecutiva fuori dai giochi che contano e costretti ad entusiasmarsi per una lotta ad una qualificazione diretta alla prossima Champions League dando un’occhiata ogni domenica ai risultati del Genoa o della Fiorentina di turno la prima tentazione sarebbe quella di buttar via tutto, di rifondare e nella caccia alle streghe non si salva niente e nessuno così come ogni dichiarazione di dirigenti o allenatore diventa appiglio e pretesto per la contestazione sebbene il Milan qualche motivo per essere soddisfatti ed orgogliosi ce l’abbia regalato anche quest’anno. Proviamo a vedere quali sono le note liete e le gradite sorprese, credo sia un esercizio più interessante del "Galliani, Ancelotti, Seedorf via!!", soprattutto a campionato ancora in corso, poi a fine stagione si tireranno le somme.

Abbiati. Passa un po’ in sordina forse perché era già di proprietà del Milan o più probabilmente perché è meno pubblicizzato di altri ma in realtà questo è stato un grande acquisto che non è costato alcun esborso da parte della proprietà. Con lui in porta anche la storia dei nostri recenti campionati sarebbe stata condita certamente da qualche punto in più perché ciò che ha dimostrato essere il portierone di Abbiategrasso è proprio questo cioè di essere un portiere che garantisce punti grazie a parate decisive sia a risultato in bilico sia quando si è trattato di fare l’unica parata della gara. Portiere dal grande coraggio e tempismo nelle uscite alte, sicuro e pulito nelle prese basse, attento e reattivo sui tiri dal limite oltre che abile e veloce nell’uscire dalla propria area di rigore per intervenire coi piedi trasformandosi in difensore aggiunto ed infine bravo ed attento sui calci di punizione dove raramente si fa trovare impreparato grazie anche ad una grande capacità di cambiare in movimento la direzione del tuffo. Ci ha lasciati per un grave infortunio dopo ventisette partite ad altissimo livello in cui ci risulta essere stato il miglior portiere italiano per rendimento davanti a Marchetti del Cagliari ( complici i guai fisici che hanno limitato Buffon ) e non lontano dalle eccezionali prestazioni del portiere della capolista, Julio Cesar. Il portiere c’è.

Flamini. Matthieu "mad dog" Flamini arriva come Abbiati senza costi di cartellino e vincendo la concorrenza di squadre come Barcelona e Bayern Monaco oltre che dell’allora ancora fresca neo-promossa Juventus la quale ripiegherà sborsando circa dieci milioni di euro sul modesto ex-sevillano Poulsen. "Cane pazzo" come veniva soprannominato in quel di Londra è un gran bel centrocampista, un "hard worker" per restare in tema col suo passato inglese, un lavoratore duro che ha avuto bisogno di un po’ di tempo per sintonizzarsi su un sistema di gioco diverso da quello cui era abituato nell’Arsenal e che negli ultimi tempi è diventato pedina fondamentale del terzetto di metà campo della nostra squadra. Giocatore dotato di una buona tecnica individuale anche se non eccelsa è molto intelligente nello scegliere sempre il passaggio e la soluzione più efficace e meno rischiosa per la squadra, rende meglio da centrale davanti alla difesa anche se giocando mezz’ala può sfruttare meglio le sue qualità di inserimento e l’ottimo tiro dalla distanza di cui è dotato. Aggredisce e pressa quando la palla ce l’hanno gli altri purtroppo spesso non seguito dai compagni di reparto ma anche in fase di possesso palla è abile col suo movimento continuo a costituire sempre un punto d’appoggio per chi deve liberarsi della sfera o cerca il triangolo diventando un uomo in più nella zona di campo attaccata, col tempo ha anche imparato a limitare i suoi tackle britannici davvero poco tollerati in Serie A. Vi sembra che gli (stra)pagati rinforzi di pari ruolo Poulsen e Muntari siano migliori del nostro francese? Titolare di centrocampo per i prossimi cinque anni trovato.

Beckham. Arrivato in un sabato prenatalizio tra i risolini e gli sfottò ha invece dimostrato che non può essere una stagione e mezza in esilio dorato statunitense a cancellare la classe del suo piede destro. Professionista esemplare e ben lontano sul campo dal circus che i suoi manager gli hanno sapientemente creato attorno egli non solo non è costato nulla ma sta anche giocando per pochi spiccioli pur di inseguire il sogno di un altro mondiale con la sua Nazionale. Diventato titolare inamovibile da subito palesa un’eccezionale intelligenza tattica, una visione di gioco che gli permette di sostituire Pirlo quando questi è pressato grazie a cambi di gioco strappa-applausi e sventagliate di cinquanta metri che lasciano col fiato sospeso e soprattutto un’umiltà ed un’abnegazione che ne fanno il primo difendente quando la squadra subisce. Bravo da mezz’ala destra e ancora di più giocando dietro le punte, è pericoloso sui calci piazzati ed è capace di sfornare cross pericolosi anche calciando dalla trequarti unendo effetto e potenza. Non da ultimo ha anche recentemente lodato le criticate strutture sanitarie rossonere attribuendo a loro gran merito per la sua rinascita atletica. Ora, considerate un po’ la stagione dei vari costosissimi Quaresma e Mancini o dell’ormai decadente Camoranesi e traetene le conseguenze più opportune su chi ha l’uomo più forte in quella zona di campo. Uomo in più per l’eventuale Champions del prossimo anno.

Pato. Un gol ogni due partite questa è l’eccezionale media di questo diciannovenne in Serie A e qui il confronto è impietoso con i giovani talenti offensivi di Inter e Juventus infatti oltre a non avere nessuno dei due conquistato ancora un posto fisso in prima squadra a differenza del nostro funambolo di Pato Branco l’appena più giovane Balotelli segna molto meno in proporzione alle presenze( 1 gol quasi ogni 4 partite) così come il più vecchio di ben due anni Giovinco ha dato segni di vita solo nelle due ultime apparizioni. Il nostro numero 7 è un giocatore che emoziona, è imprevedibile e dotato di colpi fuori dal comune che gli permettono sia il dribbling al primo controllo ma anche il superare due o tre avversari nello stretto partendo da fermo, calcia con entrambi i piedi con la stessa pericolosità ed è migliorato molto in freddezza sotto-porta così come nei tiri dal limite e nelle punizioni. Agisce meglio da seconda punta venendo a prendere palla sulla trequarti ma ha anche appreso i movimenti della prima punta che detta il passaggio in profondità, è veloce non solo nello scatto ma soprattutto palla al piede e non disdegna gli assist vedendo molto bene i compagni smarcati in area, insomma ogni volta che ha la palla al piede ti aspetti qualcosa da lui e capisci quanto è stata brava la società a strapparlo all’Internacional per una cifra leggermente inferiore all’ingaggio annuale lordo di un Ibrahimovic per esempio . Vero potenziale pallone d’oro futuro trovato.

Nota finale dedicata a quella che io chiamo compattezza di spogliatoio e della quale gran merito io do al nostro allenatore perché quando si comincia il campionato con due sconfitte consecutive il rischio è quello di dare vita ad una stagione stile Sacchi 2 o Capello 2 e solo il rispetto, la stima e l’affetto che i giocatori nutrono per chi li guida ha evitato il peggio. Così come il non troppo utilizzato Flamini dei primi tempi non ha mai alzato i toni neanche il Ronaldinho delle quattro panchine consecutive ha scatenato polemiche e tantomeno il mai considerato Shevchenko o quell’Antonini che quando ha giocato lo ha fatto discretamente e potrebbe farsi sentire per invocare un maggiore utilizzo e se permettete questo significa che il tecnico ha perfettamente il controllo della squadra e carattere sufficiente a prevenire e sconsigliare in radice qualsiasi esternazione dannosa tanto che un Beckham, abituato a un tecnico del calibro di Ferguson, ha decantato a più riprese il carisma di Ancelotti quando entra nello spogliatoio, avere carattere non significa necessariamente urlare o fare show a portata di telecamera.


84 commenti su “L’AREA DEL MILANOSOFO – ESERCIZI D’OTTIMISMO

  1. Molto interessanti le vostre risposte..

    certamente la premessa corretta è quella di Betis e cioè che ci sono diversi modi per dimostrare di avere carattere..ognuno lo dimostra in modo diverso a seconda di com’è..su questo non c’è dubbio..premessa doverosa..

    altrettanto fondamentale come premessa è ciò che dice Antonio..e cioè che l’allenatore di carattere è quello che si rispettare da giocatori e società con la forza delle proprie idee e convinzioni..

    quindi 1) l’essere ognuno diverso dall’altro come modo di dimostrare carattere 2) il contesto è il rapporto con società e giocatori

    Sgrigna fa notare che c’è situazione e situazione..quindi dà importanza al contingente..qui ho qualche quesito..se noi ammettiamo che il modo di agire per dimostrare carattere varia da caso a caso o pensiamo che non si possa definire una situazione assoluta in cui rientri l’allenatore di carattere per definizione ovvero dovremmo considerare la possibilità di un allenatore che come suo dimostrare carattere attua diversi modi rientrando nel suo modo di essere particolare..

    prendiamo dei casi particolari, degli esempi:

    Quando Mourinho fa intendere/allude dopo Samp-Inter di Coppa Italia alla causa della sconfitta da ricercare nell’utilizzo di riserve non di valore mostra carattere secondo voi o no nel rapporto coi suoi giocatori?

    Quando Mourinho ad inizio stagione dice dopo l’acquisto di Quaresma che Branca ha fatto bene il suo lavoro e che ora tocca a lui vincere perchè la rosa è completa e come voleva salvo poi rivedere questa posizione dopo l’eliminazione con il Manchester United che lui stesso era felice d’incontrare mostra carattere nel rapporto con la società?

    Non ho la risposta..sto cercando di vedere se si possa indurre una definizione assoluta di allenatore di carattere partendo da episodi particolari..ho i miei dubbi..

    Zioalduccio..secondo me quando Ancelotti mette in campo Seedorf nonostante tutto può fare un errore di valutazione ma se la squadra è con lui e rispetta la scelta per me lui mostra carattere..

  2. ciao beti!

    guarda, fosse x me, farei la sessione di maggio ed estiva, l’esame del TOFL (o come si scrive) e me ne andrei 6 mesi in australia, “dove guardando fuori durante la lezione vedete i wallabies che corrono tra le piante” o in colorado dove “la città ha 40.000 abitanti, il campus universitario 60.000. il professore ha invitato gli studenti ad andare in piscine, aperta 24h/24, e la sera se non dormite potete nuotare o giocare a calcio/pallavolo/basket.

    hanno una pista d’atletica al coperto(!!!!) e sopraelevata, e le partita di footbal son sempre seguite (ma vaaa??)”.

    direi da sogno, i virgolettati son del mio prof d’inglese che ha visto entrambi i college *_*

    maaaaaaaaaaaaagari potessi 😀

  3. dipende Adamos.

    dopo sampdoria inter per esempio le dichiarazioni di mourinho volevano secondo me colpire in 2 direzioni.

    la societa’ perche’ lui vuole una rosa diversa come poi piu’ volte confermato in interviste successive.

    verso i suoi giocatori che si lamentano di giocare poco e che a suo giudizio devono fare di piu’.

    tu dirai (immagino) che poteva dire le stesse cose all’interno degli spogliatoi e degli uffici, ma dirle pubblicamente “costringe” in un certo senso la societa’ o a sottoscrivere il suo progetto o cambiare se questo non gli sta bene.

  4. Buongiorno gentaglia 😉

    Raccolgo la domanda di adamos sull’allenatore anche se rispondo …”trasversalmente”.

    per me l’allenatore va giudicato dai risultati. Se così non fosse avremmo ancora Rocco (buonanima) ad allenare il Milan ed Herrera (buonanima) all’Inter.

    prendiamo l’attuale allenatore dell’Inter e DIMENTICHIAMOCI come si chiama e le sue chiacchiere:

    nessuno può dire che l’Inter, grazie agli acquisti scellerati quest’anno, non si sia indebolita.

    bene, il nuovo allenatore ha (già) un punto in più dell’anno scorso (che non erano pochi).

    All’attacco si è visto privo di Cruz, Crespo e (in gran parte) di Adriano che non sono proprio il trio Lescano o l’attacco del Fanfulla; morale: ha l’attacco più forte della serie A (con soli due rigori) e maggior numero di vittorie.

    In difesa, dall’inizio dell’anno, mancano sempre, in media, due titolari se non tre, risultato: ha la difesa meno battuta del campionato e il minor numero di sconfitte. In coppa è uscito contro i campioni del mondo dopo aver pareggiato in casa e con due pali presi al ritorno (se poi vogliamo dare agli allenatori anche la colpa sui pali presi…)

    Appena arrivato ha vinto la supercoppa contro l’acerrima rivale dell’Inter in questi ultimi anni.

    Di contro l’allenatore del Milan cosa ha fatto dopo gli acquisti tutto sommato più che buoni e dopo che conosce questa squadra da anni?

    sta lottando per evitare il quarto posto a una quindicina di punti dalla capoista!

    ecco ,se non sforiamo nelle solite chiacchiere e ci atteniamo ai numeri, la risposta viene da sola: Ancelotti ha fatto il suo tempo al Milan perchè demotivato.

  5. Kakà attacca Milan-Lab: “In Brasile sì che sanno curarmi”

    Fonte: calciomercato.com

    Il mito di Milan-Lab crolla sotto i colpi di Kakà. In ritiro con la sua nazionale, il fuoriclasse brasiliano sferra un duro attacco allo staff medico rossonero: “Sono migliorato molto più in una settimana qui in Brasile che in cinque a Milanello. E’ difficile dire se siano stati commessi errori, ma d’ora in poi in caso di infortuni prenderò le mie decisioni e agirò in maniera differente. Il calcio è cambiato molto negli ultimi anni, diventa sempre più fisico e io ho bisogno di tutelare il mio corpo”.

    Kakà sarà regolarmente a disposizione del ct Dunga per l’impegno di mercoledì contro il Perù: “Sto meglio e non sento più dolore. Dopo l’ultimo allenamento sono sicuro di essere in condizione di giocare, anche se non per tutti i 90 minuti. La condizione si riacquista giocando”.

  6. @Sgrigna

    Assolutamente plausibili le tue risposte e del tutto razionali e condivisibili la domanda che ti faccio ora è: non ritieni possibile che quelle due uscite avessero come prima finalità quella di salvaguardare il medesimo Mourinho davanti all’opinione pubblica con una sorta di gesto intriso di una certa “codardia”? E che se la sua società fosse costretta ad ascoltarlo solo se lui agisce pubblicamente si potrebbe definire uno che ha nell’intimo poco carattere verso di essa?

    @Larssen

    Le tue considerazioni sono legittime ma la mia intenzione, ti assicuro, non era quella di definire chi fosse più bravo tra Ancelotti e Mourinho o chi avesse fatto meglio tra i due quest’anno bensì quella di cercare se fosse possibile una definizione assoluta di allenatore dotato di carattere..e se l’avere carattere o meno fosse una qualità che incide sui risultati e se la stessa qualità in sua mancanza possa esser motivo di critica da parte dei tifosi..tutto questo nasce dal fatto che molti tifosi rossoneri giudicano, a mio parere erroneamente, Ancelotti un allenatore di poco carattere..

  7. @adamos

    mi fa piacere poter discutere di cose di calcio provando a togliersi la maglietta della squadra del cuore.

    prendo le tue controdeduzioni e ti dico che un allenatore che si espone così tanto e che dice chiaramente quello che vuole è un allenatore che poi non potrà nascondersi nel caso non dovessero arrivare i risultati prefissati.

    l’esempio lo puoi trovare nel diverso comportamento di mourinho e ancelotti sulla campagna acquisti.

    il portoghese si è chiaramente esposto per quaresma e muntari (definito la 2° scelta) mentre l’italiano non si è esposto chiaramente su nulla, ha più che altro fatto dichiarazioni di circostanza quando veniva confermato un acquisto.

    ora mourinho si prende tutte le responsabilità per 2 acquisti sbagliati e se non arrivasse lo scudetto sarebbe il primo responsabile del mancato successo.

    ancelotti invece ha questo paravento dietro cui coprirsi perchè non si è mai esposto.

    credo che in questo caso dimostri più carattere chi si espone rispetto a chi in un certo senso si nasconde.

    per questo motivo ieri dicevo che a seconda del momento un allenatore di carattere deve usare la clava o i modi gentili, a volte può servire la conferenza stampa d’effetto e a volte le urla dentro le mura dello spogliatoio. bisogna saper fare la cosa giusta al momento giusto per avere alla fine allenatore società e giocatori che remano dalla stessa parte.

  8. @Sgrigna

    Anche a me fa piacere ovviamente..la discussione si fa sempre più interessante..

    L’allenatore che si espone..si espone nei confronti dell’opinione pubblica immagino tu intenda e quindi se non dovessero arrivare i risultati non potrà poi nascondersi ad essa, giusto? Perchè se lui si fosse esposto in privato con la società(non lo sapremo mai)il fatto di esporsi pubblicamente sarebbe indifferente al rapporto con la società, giusto? E il fatto di esporsi pubblicamente è indifferente al contratto in essere di un allenatore con la propria società? Assolutamente sì..anche in presenza di clausole per raggiungimento di obiettivi..quindi il fatto di esporsi non indica principalmente un desiderio di protagonismo o di egocentrismo o di per così dire interesse a che l’opinione pubblica continui ad alimentare quell’idea di personaggio che dello stesso si è andata formando?

    cioè se si dà così tanta importanza all’esporsi pubblicamente..un’importanza in sè.. si potrebbe arrivare a concludere che le proprietà delle società decidono le sorti di un allenatore di regola in base a ciò che appare essere l’opinione comune..quanto l’esporsi pubblicamente incide sulle scelte di una proprietà? quanto l’esporsi pubblicamente incide sul contratto in essere di un allenatore? e quanto invece l’esporsi pubblicamente può comportare maggiore o minore fama al singolo, all’allenatore piuttosto che alla società di cui fa parte?

  9. @adamos,

    non a caso avevo chiesto di dimenticare il nome. Al posto di JM possiamo mettere qualsiasi altro allenatore, il fatto che abbia scelto l’Inter è solo perchè la conosco meglio non solo ma anche perchè i fatti (numeri) citati sono sotto gli occhi di tutti.

    Di Ancelotti non ho potuto tacere il nome dato che proprio su di lui verteva la domanda. Quindi il mio non era assolutamente un paragone fra due persone ma solo fra due atteggiamenti.

    mai detto che Ancelotti non ha carattere, mai detto che sia scarso, anzi, penso proprio il contrario. Però dopo 7 (sette?) anni di Milan credo che un po’ di assuefazione affiori e con essa al demotivazione anche perchè da persona intelligente qual è ha capito che forse, e sottolineo forse, ha capito che anche quest’anno qualcuno al Milan vuol fare le nozze con i fichi secchi dal momento che un Ronaldinho, un Becham e,perchè no? uno Shevshenko non è che li puoi prendere ogni anno.

  10. @Larssen

    La domanda che ha le mille risposte che potrei fare come risposta alle tue legittime considerazioni precedenti è..quanto è importante un allenatore ai fini del risultato?

    Questa è questione antica..io sono fra quelli che ritiene che i giocatori siano sempre e comunque la componente fondamentale..te lo dico così..in maniera sempliciotta..ma un Julio Cesar quanti punti porta a campionato? E un Ibrahimovic? E un Maicon? E un Cambiasso?

  11. adamos uno dei due e’ uscito di pista.

    si parla di avere carattere e tu dici (riassumo poi magari mi correggi) che certe dichiarazioni pubbliche servono a mourinho piu’ per salvaguardarsi, per mettere le mani avanti che per indirizzare le scelte della societa’. quindi in questo caso si tratta di una scelta di poco carattere, perche’ nel caso le cose andassero male, mourinho potra’ difendersi dicendo che aveva avvertito tutti in tempi non sospetti.

    secondo me invece tutto questo esporsi pubblicamente (e sono sicuro che prima ha parlato di queste cose in societa’) e’ una assunzione di responsabilita’ che nel caso le cose andassero male gli si ritorcera’ contro. (vedi il caso quaresma)

    sono convinto anch’io che ci sia una certa dose anche di egocentrismo.

    definiamo un allenatore di carattere: secondo me e’ quello che riesce a condizionare le scelte della societa’ sulla base delle sue convinzioni.

    i modi per arrivare a questo devono essere per forza diversi da allenatore a allenatore e da societa’ e societa’, quindi non giudicherei il carattere dell’allenatore analizzando il modo ma analizzando il risultato finale.

  12. @adamos,

    l’allenatore sul risultato secco influisce ben poco ma se a lungo andare i risultati positivi derivano da un gioco efficace creato da lui allora il suo merito sale di molto.

    In assoluto non incide granchè perchè se l’Inter, faccio un esempio, tira 19 volte nella porta del Torino e la prende una volta sola non si può dare nessun demerito all’allenatore così come non si può dargli nessun merito se l’Inter vince a Siena con un gol in fuorigioco.

    ripeto, il lavoro del buon allenatore arriva col tempo. Poi, dopo un certo temp X, inizia l’assuefazione e la demotivazione ma questo è nell’ordine naturale delle cose.

  13. la notizia riportata da enzuccio mi sembra molto interessante.

    mandiamo anche borriello coi verdeoro, vediamo se guarisce prima?

  14. @Sgrigna

    Mi spiego meglio..

    io ho chiesto quanto l’esposizione pubblica incide sulle scelte di una società in fase di mercato? quanto l’esposizione pubblica potrà poi influenzare le scelte della società in merito ad un esonero o no a fine stagione? quanto l’esposizione pubblica influenza o incide o addirittura risolve il contratto milionario che un allenatore ha in essere?

    Quanto è di carattere quell’allenatore che per convincere la società a comprargli chi vuole è costretto a ricorrere all’esposizione pubblica ammesso che lo faccia per questo?

    Quanto invece l’esposizione pubblica se indifferente a tutte le cose che ho indicato prima comporta invece sia in negativo che in positivo solo un diminuire ovvero un aumentare della fama dell’allenatore singolo piuttosto che della società di cui fa parte? Cioè Muntari e Quaresma glieli avrebbero comprati lo stesso anche senza l’esposizione pubblica sì o no? Ma senza quell’esposizione pubblica si avrebbe avuto un ridimensionamento dell’idea di personaggio che si è creata di lui sì o no?

    Ora devo andare purtroppo..spero potremo continuare questa interessantissima discussione al più presto..

    buona giornata Sgrigna!

  15. Borriello intanto al Genoa molto probabilmente non si sarebbe infortunato.

    Kakà però poteva risparmiarsi questa affermazione. In fin dei conti è sempre un dipendente del Milan.

    ci si vede dopo, gentaglia 😉

  16. alduccio, in un’altra società Kakà avrebbe fatto la fine di Enrico Mentana o di Sposini anche loro ex dipendenti del berluska, silurati per aver detto troppe verità.

  17. magari !!!!!!

    una volta lo scudiero del berluska disse (ma non si sa se era lui l’autore delle parole o fungeva solo da altoparlante):”nessuno deve rimanere al Milan controvoglia, la porta è sempre aperta”

    forse qualcuno oggi c’è.

  18. Sia Mourinho che Ancelotti hanno carattere. Lo dimostrano in modi diversi perchè sono due individui diversi.

    Non sottovalutate Ancelotti, è uno sornione, anche in campo era così, ma faceva una legna spaventosa.

    Sul fatto che abbia fatto il suo tempo e che sia succube dei senatori: ogni allenatore scende a compromessi col gruppo cosiddetto “forte”. Lo fa Mourinho, lo fa Ranieri, lo fa Ancelotti. Una società, quando si rende conto che un gruppo “forte” ha terminato il suo ciclo, ricostruisce. O cambiando l’allenatore oppure cambiando i giocatori. Ferguson, dato che decide lui e non può licenziare sè stesso, cambia i giocatori.

  19. >Sia Mourinho che Ancelotti hanno carattere. Lo dimostrano in modi diversi perchè sono due individui diversi.

    Esatto! Proprio qua volevo arrivare..l’esporsi o meno pubblicamente non è necessariamente sintomo di carattere nè è l’unico modo possibile di dimostrarlo..personalmente ritengo anzi non lo sia affatto nè mi piace chi lo fa ma quando rientriamo nell’estetica..il punto focale è appunto che il “sornione” non è sinonimo di “senza palle”..

    per gli stessi motivi l’uscita di Kaka se fosse vera (ho seri dubbi lo sia, vorrei sentirlo a voce)..cmq se fosse vera non mi piacerebbe..le cose le dice a medici del Milan o dirigenza in privata sede e vista la sua importanza all’interno del club è plausibile venga ascoltato seriamente..non è utile dirle ai media brasiliani..ma ripeto..ho seri dubbi che si sia espresso in quei termini

  20. marcovan, la tua teoria regge ma non sempre è stato così nel Milan. Ti ricordo che Terim, Tabarez e Zaccheroni assieme non hanno raggiunto lo stesso tempo di Ancelotti.

    Ancelotti è uno dei migliori in circolazione ma ciò non toglie che viene difeso troppo rispetto a TUTTI gli altri allenatori.

    il mio discorso non era improntato su un dualismo Mourinho-Ancelotti ma aveva l’unico scopo di voler dimostrare che un allenatore motivato può raggiungere risultati anche al primo anno in una società e JM, fino a prova contraria, su quattro titoli ne ha vinto uno e in due è ancora in corsa ma questo non vuol dire che sia migliore di Ancelotti ma solo che altra gente al suo posto non ha ottenuto gli stessi risultati nello stesso tempo forse perchè non abbastanza motivata.

    Avendone i mezzi, logicamente.

    Io continuo a sostenere che la ricostruzione del Milan deve comprendere un nome nuovo in panchina e molti milanisti pensano la stessa cosa. Non solo qui dentro.

  21. io invece dubito che i medici brasiliani siano migliori di quelli italiani anche se… però…però anche Ronaldo è guarito ed ha ripreso a segnare…

    nemmeno io credo che Kakà abbia detto quelle parole. sarebbe andato contro i suoi interessi.

  22. @Larssen

    Scusami ho letto solo ora la tua replica sull’importanza dell’allenatore..mi soffermo su questa tua frase..

    >se a lungo andare i risultati positivi derivano da un gioco efficace creato da lui allora il suo merito sale di molto

    Cosa intendi per gioco efficace? E da come rilevi la sua presenza in una partita o nell’arco di una serie di partite?

    Per la mia esperienza anche da ex-giocatore a livello giovanile prima di fare l’arbitro posso dire che l’allenatore può fare mille considerazioni e preparare mille cose durante la settimana ma se poi ti trovi Julio Cesar che fa le parate che ha fatto in Bologna-Inter o in Genoa-Inter o nel derby sul finale(derby strameritato dall’inter e che doveva finire ben prima sia chiaro) quel giocatore ti porta punti concreti..e ho fatto un esempio..potrei togliere il tacco di Ibra in Inter-Bologna dell’andata..cioè voi avete tanti giocatori decisivi e che portano punti e che hanno un rendimento continuo da anni..capisci cosa intendo?

  23. Esatto! Proprio qua volevo arrivare..l’esporsi o meno pubblicamente non è necessariamente sintomo di carattere nè è l’unico modo possibile di dimostrarlo..



    i modi per arrivare a questo devono essere per forza diversi da allenatore a allenatore e da societa’ e societa’, quindi non giudicherei il carattere dell’allenatore analizzando il modo ma analizzando il risultato finale.

    si discute una giornata e poi salta fuori che in fondo si pensa la stessa cosa.

  24. @marcovan,

    capisco cosa vuoi dire.

    ti spiego:

    una gara la puoi perdere (o vincere) per molti motivi ma se dai un gioco valido (efficace) cioè che ti porta a utilizzare bene tutti i calciatori che hai e quindi secondo le loro caratteristiche allora vuol dire che puoi dare il massimo in ogni gara. ne puoi perdere una, due, pareggiare un altro paio ma le altre le vinci. chiaramente devi avere i giocatori adatti e anche forti. questo è fuori di dubbio.

    Ultimamentre Ancelotti ha dato prova (non solo a me ma anche ad altri qui dentro) di aver avuto più di qualche indecisione sull’utilizzo dei suoi giocatori (la gara col Napoli, tanto per fare un esempio).

    concludendo: se hai giocatori validi, li sai utilizzare puoi essere considerato un buon allenatore. Una per tutte: il Cagliari che perde le 5 partite iniziali e ora corre il

    rischio di andare in UEFA. senza cambiare allenatore.

  25. @adamos,

    scusa la risposta era per te.

    (tanto marcovan non cambierà mai idea su Ancelotti)

    :)))

  26. @Sgrigna

    Eheheheh..se anche per te non vale l’equazione Mourinho ha carattere perchè si è esposto per Quaresma mentre Ancelotti non ha carattere perchè non si è esposto per Adebayor allora siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda 🙂

    @Larssen

    Eheheh..pensa che ho un caro amico interista..compagno dai tempi delle medie che mi dice che per lui la grande pecca di Mourinho è proprio quella di non saper utilizzare bene tutti i calciatori! Comunque questo argomento sull’importanza dell’allenatore è davvero un’antica questione per cui non si dirimerà neanche qui..per come la penso io tra la rosa dell’Inter e quella del Milan 15 punti ci stanno eccome..

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