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L’ultima volta in cui a Ravenna abbiamo visto la neve è stato nel 2003 o giù di lì. I ravennati vengono pervasi da terrificanti crisi di panico e per nulla rari casi di follia a causa di due gocce d’acqua, figuriamoci per i tre o quattro centimetri di coltre bianca che ha dato loro il buongiorno questa mattina: incidenti a go-go, code interminabili lungo le strade, folli corse agli accaparramenti nei supermercati manco fosse imminente una guerra nucleare. E tipi incazzatissimi intenti a spalare davanti casa, alcuni di essi muniti di mezzi improbabili. I meno previdenti (ed io sono uno di loro), possono scordarsi di trovare una pala come Dio comanda in qualsivoglia negozio specializzato, poichè gli accaparratori di cui sopra hanno già fatto razzia alla caduta dei primi tre o quattro fiocchi. Allora ti arrangi con mezzi impropri, badili o altro, impiegando il doppio del tuo fottutissimo tempo.

Anche l’abbigliamento lascia a desiderare. Come si evince dalla foto, ho indossato il primo abito a portata di mano, un costume di carnevale mi pare. Niente da fare, noi ravennati  alla neve siamo totalmente impreparati, sia a livello operativo sia psicologico. Gestiamo molto meglio altri tipi di fenomeni meteorologici, tipo la nebbia  o quell’afa estiva che ti soffoca; due fenomeni che ti opprimono, t’inzuppano le ossa di umidità e di conseguenti dolori reumatici, ma con i quali ogni ravennate DOC ha imparato a convivere da secoli.

Ho appena terminato di spalare ingresso e cortile (per fortuna il vicino possiede una  fantastica  pala ultimo grido, larga larga e leggerissima: mi sono umiliato mendicandone il prestito in ginocchio e ottenendolo), comprenderete senz’altro le ragioni di questo sfogo.

E adesso attendiamo il post di Kalu…