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Quella di domenica è una partita importante, lo è in sè, lo è per le implicazioni che può avere sul nostro destino in questa Serie A. Sappiamo benissimo che il nostro obiettivo è il terzo posto, che è quello che la maggior parte di noi pretende dal Mister e dalla squadra,  sappiamo che è quello che ci ha concesso la proprietà più ricca del novero ma anche fra le meno disposte ad investire, sappiamo anche che se vogliamo provare a fare qualcosa di più dobbiamo vincere contro Juventus, Fiorentina ed Inter nello stesso mese, cioè in questo. Per il terzo posto può bastare l’asfaltata del Genoa e quella futura del Siena, può bastare limitare i danni con pareggi in quelle tre sfide e può bastare battere in casa a suo tempo il Napoli, ecc ecc, ci siamo capiti. Per la gloria non basta. Per la gloria o per almeno tentare di raggiungerla dobbiamo imporci in trasferta contro due ottime squadre ed in una trasferta sui generis (sempre a Milano siamo) contro una grandissima squadra. Sappiamo anche che vincere tutte e tre queste difficili partite non significherebbe un cazzo lo stesso visto che pur venendo noi da un filotto positivo non vediamo alcun segnale di cedimento in chi domina meritatamente il campionato da quanto ormai? Da più di tre anni direi, non so se mi spiego. E per favore non cerchiamo alibi in ipotetici complotti o arbitraggi di comodo inesistenti che risultiamo solo patetici e ridicoli. Sembra quasi un tentativo di parare il culo alla proprietà del Milan per dare le colpe ad altri se non si vince più. Ora, la cosa migliore che conviene fare è quella di vivere alla giornata puntando al massimo partita dopo partita, senza porsi obiettivi a lungo termine. Il prossimo deve essere quello di far nostro l’Olimpico di Torino. Approfittare di una squadra ancora in convalescenza e che deve digerire i metodi e gli "schemi" del neo-tecnico Bettega, anche se il 4-4-1-1 è tra i sistemi di gioco più semplici da assorbire, una solida base di partenza che come visto nel match contro il Parma punta al contenimento ed al lancio lungo per la prima punta che fa da sponda al trequartista ed ai due esterni alti. Un classico che scardini con il movimento senza palla, con il pressing sui loro difensori centrali e sui loro mediani che non sanno far ripartire l’azione vista la pochezza tecnica, con le sovrapposizioni sulle corsie laterali, con una squadra possibilmente corta che tolga campo a Diego, con gli inserimenti dei centrocampisti, con la classe dei nostri uomini di fantasia così  bravi nell’ultimo passaggio. Non so se ci potremo permettere il Gattuso visto con il Genoa ma forse Leonardo lo reputa superiore come senso della posizione e disciplina tattica rispetto a Flamini, potrebbe così sopperire al minore dinamismo. Io farei giocare il francese, lo sapete. A livello di scontri individuali credo che molto lo deciderà il duello Ronaldinho-Felipe Melo, il Gaucho sarà stretto fra Grygera e Salihamidzic ma immagino che il mediano bianconero andrà su di lui di frequente lasciando a Poulsen il compito di placcare Pirlo. Penso che dall’altra parte Beckham e Abate possano dare del filo da torcere alla coppia Grosso-Marchisio, con Pato avremmo avuto più pericolosità nelle ripartenze, con l’inglese dovremmo rendere meno pungenti quelle bianconere. Da brividi le sportellate Borriello-Chiellini, facciamo in modo che vi sia sempre qualcuno a rimorchio. Vi lascio con qualche vittoria del passato, non sempre ma spesso espugnare Torino ha significato Scudetto.

5 febbraio 1950 – Juventus 1 Milan 7

10 gennaio 1988 – Juventus 0 Milan 1

9 maggio 1999 – Juventus 0 Milan 2

14 marzo 2004 – Juventus 1 Milan 3