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Un Milan rinfrancato dai recuperi di Nesta e Pato riesce a domare un’Udinese grintosa e bellicosa con lo scarto minimo di tre a due. Per l’ingresso del Papero bisogna ringraziare l’infortunio occorso al connazionale Mancini intorno al quarto d’ora. So che alla Pinetina godono per questo, specialmente se il riscatto della metà è obbligatorio. Fin lì poco da dire sulla sua prestazione tranne che dare il passo in fascia è altro per il dizionario del tifoso non evoluto. Poi cercavo quelli di “Huntelaar è scarso” ma chissà quando avranno le palle di mostrarsi. Si è vinto grazie a lui conti alla mano. Avrete il coraggio di dirlo?

L’Udinese non fa il Livorno e sbaglia. Io il Bologna non l’ho visto quindi non saprei dire. Dove sbagliano gli avversari? Nel posizionamento dei terzini. Né Isla né Pasquale aspettano a sufficienza per poi aggredire mentre il tanto pompato Inler pare un Pirlo in fase d’interdizione con i piedi di Cambiasso, praticamente una mezza inutilità. La presenza di Nesta accorcia la squadra quando attacca, per non farsi uccellare nelle ripartenze e togliere campo ai portatori di palla avversari, però siamo lunghi lo stesso quando facciamo gioco noi, perché? Semplice. La difesa accorcia solo sulla linea di mediana mentre gli attaccanti restano alti perché, soprattutto Ronaldinho, non ha la forza di dare il là al genio nei cinquanta metri ma solo negli ultimi venticinque. Forse aveva ragione D’Amico, siamo corti verso il basso. Non esageriamo, ‘sta cosa gliel’ho suggerita io. Naturale eh!

Ne fa due Il Cacciatore, ne fa uno Pato; di là Floro Flores e Di Natale aiutati da Dida. C’è da dire che l’olandese punge se cercato ma fa cagare quando cerca o deve partecipare. C’è da dire che quando parti con Dida sai che la roulette russa è in confronto una passeggiata non aleatoria. Il nostro numero 7 è invece l’ago della bilancia alla fiera del “finalmente so puntare”. Tanti sapientoni lo vedevano fuori squadra perché non dà equilibrio ma sono boiate. Finché la proprietà non deciderà di farci soldi sarà lui il discrimine fra un attacco che passeggia ed uno che corre. Alle volte suggerire rende grandi anche quelli che non sanno fare altro che vedere. Per questo, questo Gaucho ha speranze con lui in campo. Chi può far male palla al piede come lanciato lascia imprevedibilità a chi deve solitamente pregare nelle invenzioni da fermo.

L’ultima cosa cui penso è tifare Napoli perché allo Scudetto ancora un po’ ci credo, poi un piccolo fastidio me lo crea l’infortunio di uno dei due più grandi centrali difensivi della Serie A perché al passaggio ai Quarti ci credo ben di più.