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Alla fine è stato costretto ad arrendersi, Luis Nazario Da Lima detto Ronaldo. Non tanto all'età – che è sì da giocatore anziano ma non decrepito – quanto suppongo al proprio fisico,  più da torneo scapoli-ammogliati che da campionato brasiliano. Campionato nel quale i tifosi sono meno attenti e tolleranti rispetto a quelli europei in materia di mobilità e agilità dei propri beniamini ma insomma, a tutto evidentemente c'è un limite: i sondaggi promossi dai quotidiani Folha e Lance non lasciano dubbi, pare che i lettori ritengano sarebbe più opportuno che Ronaldo appendesse gli scarpini al chiodo.

Ronaldo è stato uno dei più grandi attaccanti che io abbia mai visto. Non il più grande come spesso si è tentato di dare ad intendere (l'enorme popolarità di questo campione ha sempre mosso interessi enormi), ma senza ombra di dubbio uno dei più grandi. Fra i primi dieci attaccanti, diciamo, se proprio vogliamo collocarlo in un'ideale classifica di tutti i tempi.
 
Velocità spaventosa, controllo di palla in corsa incredibile, grande senso del gol, potenza, tiro micidiale da fuori area con entrambi i piedi, media realizzativa disumana, anche da ciccione; per contro, scarsa propensione al sacrificio e al lavoro di squadra, inesistente o quasi di testa. Nel periodo di massimo fulgore –  quattro o cinque anni divisi fra Barca e Inter – quando in ogni dove si era tutti concordi nel giudicarlo il più grande giocatore del mondo, personalmente gli preferivo di gran lunga Zinedine Zidane. Tuttavia rammento perfettamente la sensazione che provavo durante i derby qualora la palla rotolasse nei paraggi di Ronaldo: nel culo non mi ci sarebbe passato neppure uno spillo, in quei momenti.

Il suo periodo milanista fu poco fortunato. La sera del grave infortunio provai un dispiacere enorme, sentii io stesso un dolore lancinante al ginocchio tanto mi suggestionò la vicenda. Ho ancora negli occhi il suo viso dolorante, rammento che la gravità dell'infortunio la si percepiva chiaramente anche dal mio comodo divano. Mi dispiacque tuttavia per l'uomo, non per la perdita del giocatore: Ronaldo rappresenta tutto ciò che talvolta non mi piace del modo di fare mercato di Adrianone, ossia quell'insana tendenza a raccogliere figurine ultratrentenni; quelle operazioni – per intenderci –  sulla falsariga di Redondo, Rivaldo, in parte Ronaldinho (ventottenne all'epoca, ma già chiaramente privo di sete di vittorie e voglia di sacrificarsi). Occorre però dire che nella mezza stagione da noi Ronaldo segnò sette reti in quattordici gare, contribuendo in modo determinante alla conquista di uno stentato quarto posto finale in campionato, valevole per i preliminari di Champions. Per tacere della rete segnata nel derby, che mi dette l'illusione di poter spernacchiare la cagata dei fischietti ditribuiti sugli spalti organizzata dalla stessa società neroazzurra, o da qualche mente illuminata interna ad essa (cagata comunque passata alla storia come tale, nonostante la vittoria interista).

E' sempre triste quando un campione del genere chiude la carriera, anche se,  ad onor del vero, di fatto la carriera del vero Ronaldo era già chiusa da tantissimo tempo. Ad ogni modo, boa sorte.
 

107 commenti su “L’ADDIO

  1. nel 98-99 aveva acciacchi ogni due per tre, e soprattutto non ci stava con la testa, dopo la crisi epilettica dei mondiali '98.
    Fece qualche buona partita, ma veramente poca roba rispetto ai due anni precedenti (Barça e Inter) sul PSV non saprei, però non mi vengono in mente gol fenomenali a grappoli. Qualcosa in nazionale aveva mostrato anche prima del Barça invece, poco ma sicuro.

  2. okay, diciamo allora che le potenzialità erano disumane. Poi la solita testa da brasiliano ha fatto il resto (senza offesa, non amo le generalizzazioni, ma mi pare sia un dato di fatto) (a proposito, speriamo che la fissa di adrianone per i brasiliani sia finita con Dinho)

  3. Vabbè Ganso o non Ganso io a San Siro ci vo tra poco. Tutto pronto, bello carico, speriamo in una grande partita dei nostri…
    Un saluto, sperando di reportare nel mio prossimo post un risultato favorevole.–

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