38 7 minuti 12 anni

“Si può togliere il ragazzo dal ghetto ma non il ghetto dal ragazzo.”

Questa frase, che peraltro campeggia anche a caretteri cubitali in seconda pagina,  è un po’ il leitmotiv del libro autobiografico di Zlatan Ibrahimovic. Ed è una frase che riassume efficacemente sia il libro stesso, sia l’apparente complessità caratteriale del narratore.

Il Bad Boy di Rosengård

La franchezza spietata, talvolta eccessiva del personaggio – ed ovviamente il suo cospicuo conto in banca, che non è un mistero per nessuno – convincono il lettore, sin dalle primissime pagine, che il protagonista narri con tanta dovizia di particolari la storia della propria vita privata e professionale non perché abbia lo scopo di fare quattrini, o per lo meno non principalmente per quello scopo, bensì per il semplice bisogno di raccontare e soprattutto  raccontarsi con sincerità. E questo il lettore non può che apprezzarlo.

Ne esce  un opera godibile, interessante. A tratti divertente, in grado di strappare diversi sorrisi, anche per merito di un linguaggio scorrevole, confidenziale, ma nel contempo duro, per così dire ‘da ghetto’.  Veramente ottima la scelta dallo scrittore David Lagercrantz di arrangiare il lungo racconto del campione svedese in questo modo.

Non si tratta di un capolavoro letterario ovviamente, ma comunque è una storia umana da cui è possibile trarre qualcosa di istruttivo. Ibra ci prende per mano e ci accompagna a ritroso nel tempo, costringendoci a respirare l’atmosfera plumbea di Rosengård, il sobborgo disagiato di Malmö per lo più popolato da immigrati  dove lui è nato e nel quale ha trascorso la propria infanzia. Un’infanzia difficile, povera, una mamma croata e un papà bosniaco  che si separarono quando lui aveva appena due anni, la modesta casa divisa con la madre i fratelli e le sorelle, il successivo affidamento al padre col quale i rapporti erano di profondo affetto ma tutt’altro che facili; e poi un mondo esterno in compagnia di amici turbolenti, tutta gente, al pari dello stesso Ibra dell’epoca, ai margini di quella società svedese cosiddetta perbene. Viene a galla un Ibra diverso da come ciascuno di noi è abituato ad immaginarselo. Egli non fa il duro perché si diverta ad atteggiarsi come tale, ma per necessità, per difesa, perché ‘il ghetto non è uscito e non uscirà mai dal ragazzo’. Uno stronzo attaccabrighe? Sì, forse, talvolta. Ma anche una persona sensibile ed in taluni casi fragile, dotata di  enorme senso dell’amicizia e della famiglia; inoltre un leader, un uomo fortemente bisognoso di sentirsi importante per chi gli sta intorno altrimenti non è in grado di dare il meglio di sé,  a livello professionale ma non soltanto.

Trovo che tutti i tromboni che sono balzati sul pulpito allo scopo di scagliarsi su alcune rivelazioni contenute nel libro non ne abbiano letto neppure una riga, oppure l’abbiano fatto in modo superficiale. Altrimenti devo pensare che siano stati in malafede ed abbiano cercato un po’ di notorietà a spese dello svedese. Sefi Idem, la leggenda italo-crucca del canotaggio (che spesso incontro al supermercato e che per inciso se la tira da morire), ha mollato per un attimo le pagaie ed ha afferrato la penna scrivendo un articolo poi pubblicato nella prima pagina della Gazza, dove ha stigmatizzato alcune rivelazioni contenute nel libro di Zlatan giudicandole di cattivo esempio.

Si tratta di stronzate. Non sto difendendo Ibra solo perché in questo momento è il miglior giocatore del Milan e di conseguenza stravedo per lui. Oddio magari sì, se egli giocasse ancora nell’Inter avrei letto comunque il libro ma avrei evitato di scrivere questa recensione. Insomma mi sarei fatto i cazzi miei.  Tuttavia l’avrei pensata allo stesso modo, di questo sono certissimo. Perché non vi è nel libro una sola frase in cui Zlatan Ibrahimovic esorti il lettore a combinare le medesime scempiaggini commesse da lui (peraltro alcune delle quali estremamente divertenti). Anzi, lo scrive apertamente a più riprese di essere consapevole che di scempiaggini si tratta e che determinate cose non andrebbero fatte. Semmai Ibra consiglia in vari punti del libro di rimanere sempre fedeli a se stessi, in qualsiasi situazione, perché a lui, così facendo, è andata piuttosto bene. Giusta o sbagliata che sia questa filosofia di vita, non mi pare affatto che essa sia dannosa per l’educazione dei giovani o di chicchessia come scritto dalla Idem e da altri moralisti di professione.

Tornando al libro, la parte del racconto dedicata a Juve ed Inter è preponderante se confrontata con quella dedicata al Milan, per ovvie ragioni. Ma non bisogna scoraggiarsi, la testimonianza ‘da dentro’ dell’ultima trionfale stagione merita senz’altro un’attenta lettura, benché occorra attendere circa 360 pagine prima di arrivarvi.

Ma prima di arrivarvi non è che ci si annoi, tutt’altro. In quelle prime 360 pagine è racchiusa tutta la carriera delllo svedese, dai primi calci professionistici nel Malmö, all’esperienza agrodolce nell’Ajax fino all’avventura Italiana, alla successiva breve fuga e il ritorno.  Vi è anche la vita privata, narrata con un po’ più di cauto pudore rispetto a quella professionale come è giusto che sia, ma con tutta la franchezza di cui Ibra dispone (che ripeto è tanta, pure troppa).

In tutto il racconto, per lo meno a mio modo di vedere,  spiccano alcune situazioni, vuoi perché la mia curiosità viene da esse solleticata in modo particolare, vuoi perché semplicemente le trovo divertenti: mi riferisco ad esempio al bizzarro rapporto d’amicizia con Raiola in cui i “vaffanculo”, “fatti fottere”, “ciccione di merda” vengono elargiti come se piovesse, ma in cui si evince chiaramente anche grande affetto, lealtà e stima reciproca fra i due; oppure c’è la rivelazione del fortissimo sentimento di soggezione nei confronti di Fabio Capello, a conferma, semmai vi fosse ancora qualche dubbio, di che razza di enormi palle possegga il tecnico friulano; non mancano le descrizioni senza peli sulla lingua delle varie risse con i colleghi, sulle quali emerge quella con Onyewu, veramente strepitosa, anche per via delle stazze dei due contendenti, che non sono precisamente da normotipi. E non mancano neppure diverse stilettate al veleno ai danni  di un tecnico affermato come Pep Guardiola, i cui rapporti non idilliaci con Ibra sono vox populi da tempo, ma raccontati così, in ‘Zlataniano’,  diventano mille volte più interessanti.

E poi c’è Moggi, Adrianone nostro, Moratti, Mancini ed altro ancora. Insomma, se vi interessa compratelo ‘sto libro, mica posso raccontarvi tutto io.

38 commenti su “Lui, Ibra

  1. Ieri su Rai3 verso mezzanotte a “Sfide” c’era Ibra, ma ho visto il pezzo quando rientrò nel 2008 proprio all’ultima giornata regalando in pratica lo scudo all’Inter.

    Quel giorno ero in gita in Germania e mi trovavo precisamente a Dresda, mi chiamò mio figlio per dirmi L’inter aveva vinto e che la Fiorentina anche soffiandoci in pratica il 4° posto…

    Certo che Ibra nel campionato italiano fa la differenza praticamente da solo… Forse esagero, magari giocando nella Roma attuale non credo riuscisse a vincere lo scudetto, però resta il fatto che ha sempre vinto da quando è in Italia.

  2. Me l’hanno regalato i miei colleghi, quando son tornato a lavoro a Novembre…me lo sto leggendo, condivido il tuo commento 😉

  3. Mi piace questa recensione.

    Anch’io lo leggerò, probabilmente, durante le festività.
    Poi, che Ibra non sia un personaggio semplice, lo sapevamo bene.

  4. Letto anche io.
    Colorito, simpatico.
    Devo dire che, dopo il libro (e dopo tanti gol) Zlatan inizia a starmi simpatico.
    Non l’avrei mai detto.

  5. Si capisce tanto del comportamento, che a volte sembra costruito, di Ibra.
    Mi sorprende come Mourinho riesca a farsi amare così tanto dai giocatori. Un Ibrahimovic nel momento migliore della sua carriera, perchè prima di passare al Barca era per distacco il miglior giocatore al mondo, che arriva a dire che “morirebbe per quell’uomo” è una dimostrazione di Leadership non indifferente.
    Molto divertente anche la sua passione per il furto delle biciclette…
    Condivido la recensione di MarcoTard, e nonostante la parte sul Milan sia molto breve rispetto al resto si capisce come a volte noi tifosi giudichiamo le situazioni senza sapere cosa ci sia realmente dietro.

    Respect for Ibra..

  6. prima di passare al Barca era per distacco il miglior giocatore al mondo

    si certo come no, messi e ronaldo gli portavano le borse.

    PRRRRRRRRRRRRRRRR

  7. Nel 2008 a mio avviso era più forte di Ronaldo e se la giocava con Messi. Non poteva vincere la champions e quindi il Pallone d’oro perchè la squadra non era adatta, infatti l’hanno vinta con Eto’o, Sneijder, Milito, Motta, Lucio…. Però quando vinse la classifica capocannonieri in italia era a mio avviso più forte.
    Poi ogni tifoso ha la sua opinione… 💡

  8. ahahahaha, più forte di ronaldo e se la giocava con messi, sulla Wii forse!

    ah situation, PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

  9. ma che bella è questa finestra post con le due colonne?!
    DARKO (L)

    il post non l’ho letto, perchè voglio leggere il libro, quindi preferisco non avere nessuno spoiler 😉

  10. ho comprato il libro. marcovanne peggio della oprha winfrey o come cavolo si chiama.

  11. Quando era all’inter, molti di noi gli preferivano di gran lunga cacà!

    Non credo che il ricavato del libro andrà a finire per scopi benefici, perciò leggerò qualcos’altro!

  12. Per noi cecati, i commenti adesso, sono molto più leggibili!

    Darko, adesso ci vorrebbe il collegamento che porti al post successivo ……. poi non ti dico più niente, perchè hai ragione: ti rompo le palle!

  13. caro sadyq abbi pazienza che stiamo aggiustando il tiro piano piano. C’è una lista ancora lunga di cose da fare.
    Sulla leggibilità sono d’accordo con te.
    Se ti viene in mente qualcosa d’altro, proponi.
    Non si rompono le palle in questo modo, anzi!

  14. Ghost, ho tutta la pazienza del mondo e non sto brontolando!
    Mi era venuta in mente quella cosa e l’ho scritta, ma vedo che il buon Darko è bravissimo e sta facendo un lavoro veramente ottimo!

  15. ho comprato il libro. marcovanne peggio della oprha winfrey o come cavolo si chiama.

    magari, fossi la Oprha, sarei la donna di colore più ricca d’america (quindi del mondo, credo)…

    comunque, stiamo prendendo una forma veramente gradevole. Darko, ti lovvo (dite così voi giovani no?)

  16. ahahah lo so che non stai brontolando…
    Avrai apprezzato anche la pagina dei messaggi, ne sono sicuro.
    Piuttosto non capisco perchè nella colonna dei commenti recenti vedo la G di Gravatar al posto del tuo avatar.
    Darko saprà cosa fare..

  17. Ma certo che ho apprezzato: non avevo neanche finito di chiedergliela, che lui l’aveva gia fatta!
    Per la G di Gravatar, non saprei che dirti! Sono anche regolarmente loggato e, se mi mette l’avatar nel commento, dovrebbe farlo anche li! O forse, visto che è nuova, avrà bisogno di tempo.

  18. Dal basso della mia statura in fatto di lettore di libri, non penso di leggerlo.
    L’unica libro sul profilo di uno sportivo che ho veramente apprezzato era quello su Enzo Bearzot.

  19. Lo sto leggendo in PDF (eh c’è crisi) e sono al quarto capitolo… per ora confermo le sensazioni di Marcovan! Mi pare tra l’altro un ottima recensione, dovresti farti pagare da Ibra!

    Quanto a quella minchiona moralista del canottaggio che stracciava i maroni andasse a farsela buttare nel culo! Basta con questa storia dei bambini che seguono i cattivi esempi! Io da piccolo non seguivo nessun esempio.. non mi facevo impressionare da nessun calciatore, film, cartone animato.. boh, poi magari ero io un bambino realistico, cosa volete che vi dica..

  20. Due considerazioni:

    1 Il tavolo della pace non è servito ad un cavolo (siamo nel nuovo blog xD) ma non ne vedevo l’utilità nemmeno prima xD

    2 La Lazio è passata, l’Udinese gioca domani mentre Leonardo è fuori dall’europa col PSG (ok non allena lui, però strano xD)

    3 che figo son tra i redattori nonostante sia un ex, son paragonato ai grandi come adamos, a proposito che fine ha fatto?

  21. Quella dei bambini che si lasciano influenzare dai cattivi esempi è una puttanata spaventosa. Da piccolo leggevo avidamente le varie saghe salgariane… insomma , Il Corsaro Nero, Sandokan… pirati, ladri e assassini… ma poi non mi sono mai messo ad assaltare galeoni spagnoli o inglesi per depredarli, per dire.

  22. Però hai cercato di violentare la Perla di Labuam!
    Come Betis è sicuramente implicato in quache sequestro!

  23. …….. forse ho esagerato! Chiedo scusa!
    Cancellate pure questi commenti!

  24. Veramente bella! E se pensi con che buzzurro stava …… l’ex presidente di confindustria, non ricordo il nome!

  25. Macchè novella2000! Lo sentii una volta in tv! Comunque era Luigi Abete.

  26. Arrivare al punto di registrare tutte le puntate di una serie tv di MTV che fa cacare solo ed unicamente per vedere la conduttrice è grave?

  27. ah… il fratello del presidente FIGC… e si trombava Carole Andrè… bah, certa gente nasce con la camicia (non per il fratello, per Carole)

  28. Eppure Sadyq ti dirò che è un’infatuazione a livelli diversi. Non mi viene in mente il sesso (cioè anche quello xò dopo) è troppo di classe… 😀

  29. Betis vaffanculo. Che cazzo ne capisci te di donne di classe, sei abituato alle capre e alle pecore.. Non osare mai più paragonare Louise e il suo charme e fantastico accento del sud della terra d’albione alla parodi. Vergognati marrrano, ti scomunico…dovevi averli gli eroi da bambino, ecco cosa succede a crescere male. SCROTO!

  30. Anch`io condivivo quasi tutto quello che ha detto il nano

    Devo visitarmi?

  31. si, c’è qualcosa che non va Piscinin.. se trovi uno bravo dammi il numero..

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