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Quello di domenica sera è stato un assurdo teatrino non per il fatto in sé, poiché è normalissimo che una società come il Milan ogni tanto organizzi un incontro fra proprietario, AD e tecnico per discutere di stategie di mercato, obbiettivi, tattica e quant’altro. Inoltre agli eccessi di spettacolarizzazione di ogni evento che vede protagonista il nostro proprietario ormai ci sono abituato, per cui neppure questo mi ha disturbato più di tanto. Ho trovato però aberrante che siano state trovate così tante difficoltà nell’organizzazione di questo incontro, che siano trapelati nei giorni precedenti ad esso numerosi scazzi presidenziali nei confronti del tecnico (e forse della dirigenza), che si sia atteso così tanto tempo per chiarire le posizioni di ciascuno dei protagonisti, i quali si suppone siano tutti muniti di cellulare (ne esistono in commercio anche a buon mercato) e che in rubrica ognuno dei tre abbia il numero degli altri due. Ammesso e non concesso che queste posizioni siano state veramente chiarite.

Comunque sia, è finita. Con la vittoria di nessuno. Non di Allegri che – pur forte dell’appoggio di Galliani, della curva e dello spogliatoio – resta sulla panchina forse più traballante di tutta la serie A. Non di Adrianone che, a quanto si sussurra, ha rimandato di appena un anno il temutissimo pensionamento. Non di Silvietto, che avrebbe voluto bruciare le tappe attuando un repulisti radicale che nelle intenzioni andava ben oltre la semplice area tecnica (impensabile che la famosa sparata di Biscardi fosse frutto dell’arrugginita fantasia del vecchio pseudo-giornalista) e che invece non ha potuto realizzare, sembra per le esose richieste del solito, presuntuoso Clarenzio. Non di Barbarella la quale – si dice – cova da tempo l’ambizione di fare le scarpe ad Adrianone ma, almeno per stavolta, ha dovuto riporre le proprie bellicose intenzioni nel cassetto. Ma soprattutto non del Milan, anzi, direi che per quest’ultimo, più che di una mancata vittoria, la vicenda ha il sinistro aspetto di una brutta sconfitta. Il Milan si ritrova con un proprietario scontento, un allenatore destinato a finire sulla graticola presidenziale e mediatica ad ogni partita non solo persa, ma anche giocata così così, ed infine un AD pronto a difendere disperatamente con le vecchie ma sempre affilatissime unghie il proprio cadreghino.

Il Milan è uno e uno solo, rassicura in estrema sintesi il comunicato ufficiale seguente alla delicatissima cena a tre; francamente è difficile da credere, molto difficile. Soprattutto perché, se così fosse, che bisogno ci sarebbe di sottolinearlo con tanta insistenza?

Il mio auspicio sapete qual era: Allegri, preso atto che colui che stacca gli assegni aveva intenzione di liberarsi di lui a beneficio di un allenatore da Playstation, doveva elegantemente alzarsi dal tavolo con un inchino, mollare una sonora scorreggia, salutare e fare le valigie per la Capitale. Dal canto suo, Silvietto doveva dare retta al proprio infallibile istinto e, una volta presa la sua decisione, andare fino in fondo assumendosi le proprie responsabilità, che in soldoni significa sottoporsi una volta tanto al giudizio di critica e tifosi.

La conclusione di questa assurda vicenda sposta finalmente l’attenzione sul mercato, materia di cui abbiamo un grandissimo bisogno d’occuparci, nonché attività ben più importante di quella in cui Silvietto e compagnia si sono baloccati nell’ultimo mese.

Ma, anche in questo caso, è impossibile scindere la questione dall’inquilino della nostra panchina. Leggo qua e là varie correnti di pensiero: i pessimisti affermano che per ripicca, dopo essere stato costretto a confermare un allenatore che non gli piace, Silvietto si chiuderà a riccio come un bambino viziato e non scucirà un euro (i più estremisti addirittura ritengono che il presidente ostacolerà qualsiasi operazione in entrata, ma obbiettivamente mi pare un’esagerazione); gli ottimisti, di cui mi onoro di fare parte, invece ribattono che non sarebbe cambiato nulla anche con Seedorf in panchina e che Silvietto non avrebbe sganciato in ogni caso, ma che comunque il mercato, in un modo o nell’altro, magari cedendo qualche pacco spacciandolo per pezzo pregiato come fu per Sheva, Kakà e Pato, si riuscirà a fare.

Poi tutto dipende da come questo mercato lo si farà, e semmai è qui che il mio ottimismo subisce un lieve contraccolpo. Vedremo. Nei prossimi mesi dell’argomento si parlerà abbondantemente, spesso a sproposito, ma in fondo l’ombrellone è stato inventato soprattutto per questo. Per ora mi limiterò ad esprimere un parere personale circa i nomi che stanno uscendo in questi giorni: Poli e Ogbonna fanno strorcere il naso a qualche schizzinoso, ma in realtà sarebbero tanta roba. Così pure Cerci. E Zaza. Forse dimentico qualcuno ma insomma, quel che conta è il concetto: se i tentennamenti, gli scazzi col tecnico, il summit rimandato così tante volte avranno come risultato i nomi di cui sopra o altri di pari livello, un bravo da parte mia al sorprendente Silvietto non glielo toglierà nessuno. Ovviamente, in caso contrario, scatenerò l’inferno.

59 commenti su “Finalmente il mercato

  1. Il mercato del Milan lo si commenta a posteriori, in maniera tassativa. Per la propria serenità. Non nego di essere stato uno di coloro che credevano a Fabregas. Tevez è stato il colpo definitivo. Adesso è buona regola aspettare i COMUNICATI UFFICIALI, senza indagare ed informarsi ogni cinque minuti. Niente illusioni, niente delusioni o sangue amaro.

    Ma noi siamo estremamente sereni e realisti anche se commentiamo le cazzate che girano.
    Anzi mi sa che qualcosa bolle in pentola a tale proposito. A tempo debito si saprà.
    Certo che se non commentiamo nemmeno il calciomercato possiamo chiudere baracca e burattini…

  2. Ghost
    la mia è una riflessione personale. Sul genere ”Lunedì è dieta!”. Mi riprometto di staccare a stagione finita, solo qualche commento ogni tanto in caso di partite giocate o robe ufficiali, perchè a star dietro al calciomercato non c’è speranza. Ma il fatidico lunedì giusto è sempre il prossimo…

  3. l’abbiamo maledetto ogni volta, questo periodo.
    Soprattutto quando arrivi verso la fine ti accorgi che hai passato 3 mesi a discutere di notizie più o meno farlocche e che ne hai le palle piene.
    Comunque da lunedì smettiamo… 😉

  4. EC oddio magari 40 milioni no ma

    Abate 10
    Boateng 12-13
    Robinho 6-7

    è proprio impossibile?

  5. …ma perché prendere la riserva di pazzini? che senso ha? pazzini di suo è una pippa, occorre la riserva delle pippe? mi offro io!

    con questa mentalità il caro galliani per dieci anni non ha comprato un solo centrocampista di valore,perchè tanto c’erano già pirloseedorfgattusoambro…dobbiamo prendere un centravanti? e compriamolo forte cazzo! poi torna pazzini? e che vada in panca e non rompa i coglioni!

    sul centrocampo: a me kucka e ilicic sembrano due bei pipponi, ma di quelli che proprio ti fan cambiare canale durante la partita.

    poli e nainggolan li andrei a prendere subito.

    astori e ogbonna non li conosco, il mio pallino è papadopoulos dello schalke….ma secondo voi galliani lo conosce? oeehhhhh!

    dio povero,vorrei vedere il ds del chievo o dell’udinese al posto di galliani,che razza di squadretta (in senso buono) metterebbero in piedi.

    GALLIANI RITIRATI!

  6. Petagna è un ’95 mi pare. E non ha esperienza neppure di serie B. Ben venga un giovane così, per carità, però calma… credo che come vice Pazzini occorra qualcosa in più (a meno che Petagna non si riveli un fenomeno, in tal caso shame on me)

    Chiedo scusa ma questa del vice-Pazzini non la capisco 😕 … Pazzini dovrebbe essere il vice Balotelli, quindi, in realtà, staremmo parlando del vice-vice-Balotelli … possibile che si debba andare a prendere cariatidi come Toni o bluff come Rolando Bianchi? … ma veramente, abbiamo Petagna … che lo faccia lui il vice-vice-Balotelli 😐

  7. Silvio: “Con Allegri il rapporto è sempre stato molto cordiale, c’erano però delle visioni diverse specie su alcune decisoni da prendere verso alcuni atleti. Il Milan è il club più titolato al mondo e il presidente, insieme all’ad, pretendono che la società e la direzione di marcia sia rispettata. Allegri ha avuto contatti con la dirigenza della Roma? Questa è una domanda da rivolgere ad Allegri e ai dirigenti della Roma. Noi abbiamo mantenuto il contratto che avevamo. Abbiamo affermato quelli che sono i diritti e i doveri di un allenatore nel suo rapporto con la società”.

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