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La copertina del libro di Zanetti

Non è solo Marcovan che si diletta a leggere di calcio: anch’io, ogni tanto, mi dò alle letture leggere.
Mi hanno regalato (è mio suocero, non potevo rifiutare) l’ebook “Giocare da uomo”, di Javier Zanetti.
Non credo l’abbia fatto con intento di scherno, qualcosa tipo: la domenica pomeriggio meglio un buon libro; io comunque l’avrei fatto (lo scherno, intendo).
Fatto sta che mi sono avvicinato a questo capolavoro della letteratura ben disposto: in fondo Javier Zanetti è universalmente conosciuto come esempio di correttezza dentro e fuori dal campo, è una delle ultime bandiere, è una persona perbene.

Giudizio che comunque rimane immutato dopo la lettura del libro, che inizia proprio come ci si aspetta da un libro autobiografico. Zanetti infatti parte dall’infanzia, dalle difficoltà dei quartieri disagiati di Buenos Aires, dalla sua passione per il calcio.
Avvenimenti romanzati, con una cornice romantica per il pallone che sembra sempre la soluzione di tutti i mali del mondo, salvo poi ricordarsi che un bambino su chissà quante migliaia arriva in serie A, mentre gli altri restano dove sono.
Traspare l’orgoglio di Zanetti per i risultati conseguiti nel calcio e nella vita (svariati paragrafi descrivono il suo rapporto con la moglie), e si percepisce man mano che il libro va avanti una tendenza alla spocchia tipicamente bauscia che parte dalle sue “imprese” da ragazzino, passa dal derby perso 6 a 0 (la cui colpa viene totalmente addossata a Tardelli, definito “scarso” ) e finisce con calciopoli.
Già, calciopoli.
Perché Zanetti, sebbene ipocritamente qua e là affermi che lui non credeva al sistema, che lui crede all’onestà e blablabla e che è caduto dalle nuvole nel luglio 2006, non perde occasione per fare di quelle sentenze un vanto.
CatturaE sì, perché nella seconda parte del libro c’è tutto il repertorio del piangina doc.
Moratti e gli interisti sono definiti “vittime“, Facchetti è glorificato e santificato nonostante la “vile campagna diffamatoria“, e la spilletta IO SONO INTERISTA assurge a simbolo sacro dato che Zanetti la interpreta come “io sono onesto”, al pari del tricolore appuntato sulla maglia nerazzurra nella stagione 2006/07.
Insomma, quanto basta per farmi perdere un po’ l’opinione di una persona che parla esclusivamente al suo pubblico, dice loro quel che vogliono sentirsi dire, e con loro si crogiola del marchio di onestà autoassegnato conseguentemente alla concessione frettolosa dello scudetto 2006.
In conclusione, un libro che non può che definirsi interista, nella accezione più totale del termine: perché passare metà libro a vantarsi dello scudetto di cartone e della famosa rimonta di Inter-Sampdoria , è la sintesi del modo di vivere e pensare bauscia.

Grazie a Dio sono milanista…

14 commenti su “Giocare da uomo, scrivere da cani

  1. Per la verità, il libro di Pirlo non riesco a considerarlo una lettura leggera. Cioè, ho trovato estremamente impegnativo resistere alla tentazione di scaraventare il volume dalla finestra.

    Zanetti. E’ sempre difficile giudicare questi personaggi pubblici non conoscendoli personalmente; io di solito tendo a non sbilanciarmi. Zanetti però è una rara eccezione: come giustamente scrivi anche tu, è senz’altro una persona perbene. Poi non mi scandalizzerei più di tanto se si esprime come uno spocchioso bauscia, in fin dei conti, data la lunghissima militanza e ciò che ha rappresentato e rappresenta per l’Inter, egli è a tutti gli effetti un bauscia. Quindi spocchioso per definizione.

    Quanto alla sua lettura della vicenda Calciopoli beh, senza aver letto il libro posso immaginarne lo stucchevole, piagnucoloso contenuto. Ma non mi stupisce. Magari Zanetti è anche sincero. I giochetti che (giustamente) inguaiarono i concorrenti dell’Inter e che (ingiustamente) tennero fuori l’Inter da tutto favorendola enormemente, vennero orchestrati a livelli ben più alti di quello occupato da un semplice capitano.

  2. Non metto in dubbio la sua sincerità, la dò per assodata fino a prova contraria.
    Ho solo trovato veramente stucchevole questo crogiolarsi in una (mezza) verità da processo sportivo.
    Zanetti, così come ogni altro calciatore, ha l’opinione uguale a quella dei tifosi, ovvero quella formatasi sulla base di quanto ci è stato raccontato dai media sulla vicenda.
    Per cui ci sta che Facchetti sia idolatrato alla stregua di un santo, perché è stata precisa volontà della società Inter. Volevano apparire immacolati.
    Certo, da capitano Zanetti non ha alcun ruolo nella vicenda, almeno fino a questo libro: mi sa tanto tanto di propaganda.

    Detto ciò, confermo il mio giudizio sul libro e sulla persona: “interista”, con tutto ciò che questa definizione comporta, nel bene (poco) e nel male.

  3. col libro di zanetti mi ci pulirei il buco del culo,se solo fosse di carta.

  4. libro scritto con la collaborazione di Gianni Riotta.
    Il buon Zaverio Sssssanetti dovrebbe invece spiegare il segreto dei suoi capelli che non si spettinano mai. Sarebbe più interessante.

    P.S. Darko, ha chiamato tuo suocero in Redazione e ha lasciato detto di richiamarlo appena puoi che ti deve dire, o dare, qualcosa. Non si capiva bene perché urlava in siciliano stretto…
    Buona fortuna. :mrgreen:

  5. Ho sempre reputato e reputo tutt’ora Zanetti una persona seria e un esemplare professionista. Cio’ non toglie che sia marchiato dal dna Bauscia e Bislerone e su questo non dubitavo, prima ancora che Darko ci illuminasse sui particolari del libro.

  6. mi sembra di aver capito che forse gli regalerà un libro scritto con N’Koulou. O forse era su N’Koulou…

    Comunque è roba che può far male, più del libro del pensatore che gioca.

  7. pare,ma ripeto pare, che se rifiliamo matri alla samp potremmo prendere mezzo obiang….mi sembra troppo bello per essere vero.

  8. cioè, adesso matri vale mezzo obiang?

    continuo a chiedermi perchè non abbiamo tenuto petagna ad agosto..
    che già la samp ha ancora mezzo poli, almeno fino giugno quando gli scadrà il contratto (mi pare)

  9. Nonostante la smentita di Adriano Galliani, l’attaccante rossonero, Alessandro Matri, secondo quanto riportato da Sportmediaset, si avvicina a piccoli passi alla Sampdoria. Si parla di un prestito, con tre possibili opzioni per i rossoneri: i blucerchiati, infatti, propongono la metà di Obiang o l’intero cartellino del centrocampista Krstičić. In alternativa, anche l’altra metà di Andrea Poli, in comproprietà tra i due club.(milannews)

    ora, vorrei capire due cosette:
    – quando scade il contratto di poli con la Samp,che mi pare giugno, quindi potremmo prendere l’altra metà “aggratis
    – se è forte sto krsticic
    – se la metà di obiang vale per il prestito semestrale, e allora sarebbe un buon colpo.

    ZIO, invece di Fernando (che arrivi o meno) che ne pensi?
    potrebbe integrarsi con nigello?

  10. Fernando non lo conosco ma ho curiosato e mi pare che giochi come DJNigel. Cioè davanti la difesa. Ho letto giudizi positivi ma credo possa essere l’alternativa all’olandese.
    Scrivono infatti che a Clarenzio non piaccia il suo connazionale

  11. fernando non l’ho mai visto ma dicono che sia la fotocopia di de jong, e questo fa storcrere il naso ad alcuni…io invece penso che due de jong siano meglio di muntari e nocerino.

  12. ops, niente derby ai quarti di coppetta…. :suca: :suca: :suca:

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