56 6 minuti 10 anni
La tipica espressione di chi non sa dove minchia si trova

Si dice che l’attacco ti fa vincere la partita, ma la difesa ti fa vincere il campionato.
Ma il nostro obiettivo è (anzi, era) il terzo posto, quindi deve essere per questo che abbiamo rinunciato ad avere una difesa degna d’esser chiamata tale.
Inoltre l’assioma nemmeno lo menziona il centrocampo, per cui probabilmente è per questo che ieri sera non ce n’era.

Certo l’infermeria è piena di centrocampisti (o sedicenti tali, che già faccio fatica a considerare Muntari un calciatore), ma sono dell’avviso che rinunciare totalmente a una zona di campo possa risultare controproducente.
Controproducente al punto che una squadra in piena lotta salvezza, reduce da tre sconfitte consecutive, e con in campo le riserve, può asfaltarti con pieno merito.

Tutto questo mentre l’allenatore non ci sta capendo un cazzo.
Non serve certo un patentino per corrispondenza per capire che se hai la squadra spaccata in due, se finisci 3 contro 4 ad ogni contropiede su corner per noi, forse è il caso di risistemare qualcosa là in mezzo.
E non ci vuole mica un’esperienza di vent’anni da calciatore per capire che se l’avversario ha tre centrali di difesa  stretti non puoi segnare in imbucata a meno di allargare la difesa con il gioco sulle fasce (o a meno di avere Messi in squadra).
C’è arrivato perfino Birsa, che in 5 minuti aveva capito tutto e s’era involato sulla fascia, servendo gli attaccanti per il più comodo dei gol.

Poi dopo 20 minuti il crollo fisico. Il che è inconcepibile.
Una squadra totalmente spompata: taluni perché sono stati iperutilizzati da Allegri per evidenti necessità di formazione (su tutti Kakà), talaltri perché sono stati ipoutilizzati per evidente scarsume.

A una squadra quindi totalmente fuori forma (a proposito: perché non siamo andati a Dubai?) si viene a sommare uno schieramento tattico che:
– è totalmente nuovo e magari necessita qualche allenamento in più prima di essere assimilato
aveva già fallito col Verona, partita in cui Romulo e Juanito Gomez avevano fatto quel che volevano
– prevede una preparazione fisica al top, non certo quella attuale da lanciatori di freccette
– si dimostra definitivamente inutile contro lo schieramento dei friulani: Guidolin, che non ha fatto la Scuola Radio Elettra per allenatori, ha capito che contro tre fantasisti e una punta che si accentrano era meglio coprirsi in mezzo con un 3-5-2 di sostanza.

Ma il “nato pronto” va dritto per la sua strada. Ci sta, assolutamente.
E’ lui il capo. Ha nuove idee (quasi nuove, che Leonardo aveva fatto le stesse cose con lui in campo), che  rivitalizzano l’ambiente reso stantio da un Allegri monocorde e catenacciaro.
Allegri criticato ovunque, incluso qui, per la sua lentezza nel leggere le partite e correggerle in corsa quando le cose si mettono male.
Allegri che anche quando le correggeva e magari si andava a pareggiare al novantesimo, era comunque un coglione perché aveva sbagliato la formazione iniziale.
Allegri che non voleva mettere Urby terzino (semplicemente perché è evidente che non lo è) e l’aveva provato ovunque, e gli era pure andata di gran culo che l’anno scorso aveva azzeccato 3 o 4 partite da trequartista.
Allegri che col catenaccio una volta ha pure battuto il Barcelona, mentre Leonardo con il 4-2-stagranminchia ne prendeva 4 a Manchester.

“Bello scherzo, simpatico sto Foggia. Dai ora portatemi al Milan che ho da fare.”

Certo, Seedorf è nostro allenatore (anzi, è allenatore per la prima volta in vita sua) (cioè, non lo è, ma ha la deroga) da nemmeno una settimana.
E’ pienamente comprensibile che non ci capisca un cazzo. Che non abbia assolutamente idea di chi siano quei carneadi seduti in panca, che non sappia ancora gestire l’emergenza di un’epidemia di influenza 2 ore prima della gara e che non sappia porre rimedio ai guai causati in partita da un ebete sulla fascia sinistra e un altro in mezzo al campo.
E’ comprensibile che si perda la partita.
Inaccettabile perché siamo il Milan, ma comprensibile.
Ce la siamo un po’ cercata pensando che bastassero due slogan per riprenderci, ma comprensibilissimo.
Un po’ meno comprensibile, volendo, se prima si va affermando che la Coppa Italia (anzi: la finale, mica giocavamo per vincerla) era “la strada meno tortuosa per l’Europa” e ci teniamo ad andare in fondo, e poi ci si presenta con 90 minuti di immobilismo in campo e in panchina.
Ancor meno comprensibile è il non aver scelto un allenatore esperto (e possibilmente passato da Coverciano) che con un 4-4-2 ignorante ricomponesse i cocci e lasciasse tutto in ordine per l’arrivo di Seedorf a luglio.
Decisamente poco comprensibile il non essere intervenuti sul mercato un minuto dopo l’apertura della finestra di gennaio, con la squadra a 22 punti, il derby perso, fuori da ogni competizione, un ottavo di champions alle porte e il morale a terra.

Solo una cosa veramente mi è del tutto incomprensibile, specie leggendo il tuitter: com’è possibile che ieri sera abbiamo perso per COLPA DI ALLEGRI?

56 commenti su “Allenatori non si nasce

  1. quindi oggi si dovrebbe chiudere per Essien e cedere Nocerino al West Ham? Direi che va benone.

    Il Pazzo forse recupera prima del previsto.

  2. Io devo ammettere che la tua mancanza la sento, RDV. Ma non dirlo agli altri… 😉

  3. Per quanto finito, Essien non può essere peggio di Nocerino. Ci siamo ridotti a scrivere ‘ste cose ma tant’è.

  4. Nel corso della sua lunga e gloriosa storia, l’Inter si è sempre distinta per integrità e lealtà, questa è la nostra missione: sostenere e continuare tale tradizione. Durante il mese di gennaio, l’Inter ha preso parte a numerosi confronti privati volti a rafforzare il nostro Club dentro e fuori dal campo. Queste discussioni che si svolgono in ambito professionale dovrebbero rimanere private, fare dei commenti pubblici prima che le trattative siano concluse ne danneggia l’andamento. In ogni cosa che faccio credo ci siano dei principi fondamentali per il successo come lavorare duramente, essere onesti e affidabili. Mi sono impegnato a rispettare questi principi all’Inter e a spronare il Club a raggiungere i più alti livelli. Come presidente dell’Inter il mio ruolo è valutare il rendimento del nostro personale e lanciare una sfida per eccellere, a me stesso e a tutto il nostro Club – al management, ai giocatori e allo staff. Non posso permettere a nessuno al di fuori della nostra Società di criticare pubblicamente le nostre dinamiche interne, difenderò l’Inter e ciò che rappresentiamo con ogni mezzo a mia disposizione. All’Inter abbiamo sempre agito responsabilmente e in buona fede, continueremo a prendere decisioni che siano nell’assoluto interesse del Club sia ora, sia in futuro”

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