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A TUTTO CAMPO…GHOST TO GHOST

Sono passati poco più di 2 mesi  dal suo arrivo al Milan, e Clarenzio viene già dato per spacciato. Prossimo all’esonero e con 2 possibilità – Lazio e Fiorentina entrambe in trasferta – ancora a disposizione per giocarsi un contratto che scadrà nel 2016. Chi prima lo osannava e stendeva tappeti rossi, sbavando e facendosi notare come “sono suo amico, eh. Lo sono sempre stato..”, ora volta lo sguardo dall’altra parte e fa finta di nulla, storce il naso.
Ai primi risultati positivi ottenuti dall’olandese si erano subito messi a fare valutazioni numeriche: dunque, Allegri dopo lo stesso numero di partite ha fatto Y ma lui ha già fatto X e poi si vede che ha già preso in mano la situazione e sta cambiando tutto.
Alla prima vittoria tutti ad abbracciarsi in cerchio nello spogliatoio per accrescere l’autostima, ecchecazzo. Ne verremo fuori con il petto gonfio, altro che pizza e fichi.

Passano i giorni e le partite cominciano a prendere una piega pessima. Basta con gli abbracci nello spogliatoio, musi lunghi di chi è stato panchinato senza troppi complimenti, situazione che precipita. La presentazione ufficiale rimandata e che mai più si farà, ormai i tempi sono andati troppo oltre.
seedorf panchinaE Clarenzio finisce poi nel mirino di tutti quanti. In parte anche a ragione, perché certe scelte tattiche riproposte cocciutamente anche quando il buon senso avrebbe fatto pendere la bilancia dall’altra parte, sono figlie sue, ma lui è fatto così: testardo e, soprattutto, permaloso.
Intanto è stato raggiunto il 4° risultato negativo consecutivo. Dovessimo fallire anche con la Lazio si eguaglierebbe il record negativo assoluto del 1981/82: ho i brividi al solo pensiero. E il numero 4 pare si sia incollato a Seedorf, dopo le due quaterne consecutive subìte con Atletico e Parma. Il più titolato dei Mister 4 pappine del Milan.

Clarenzio è uno cocciuto e con l’ego smisurato. Sapevamo che era senza esperienza, nonostante “sia nato pronto” (cit.), sapevamo che avrebbe affrontato una situazione di emergenza dalla quale era difficile, anche per gente più navigata, uscire senza compromettersi. E sappiamo soprattutto che è l’uomo scelto e voluto da Silvietto in persona. Oltretutto vincente nel  ballottaggio con Superpippo che, invece, è uomo di Adrianone.
Adrianone lo ricordiamo anche aver rassegnato le sue dimissioni – dopo che ha avuto uno scontro frontale con Barbarella sulle questioni che da sempre creano conflitti, ovvero il potere e la gestione del denaro – ma che Silvietto ha chiamato in disparte e l’ha convinto a restare ancora al suo posto.

L’unico che si stava facendo i cazzi suoi senza farsi notare troppo, è stato invece messo alla porta prima di San Silvestro: Ariedo Braida. Hanno avuto non pochi problemi a rintracciarlo perché non sapevano in quale negozio di abbigliamento trovarlo, ma alla fine l’hanno beccato in tribuna a San Siro e convinto a cambiare aria.

Ora siamo nella condizione che non riusciamo nemmeno più a far di conto. Non derivate o integrali, ma semplici somme e sottrazioni. Cose facili, ma i risultati piangono. E i media, specialmente quelli della proprietà, sono incarogniti e dispettosi, ma pure quello rosa di proprietà dei vari Agnelli, Dalla Valle & C. mette sempre il carico anche sulle questioni più futili e banali. Devono campare pure loro e ogni argomento diventa buono per ricamarci sopra.

Siamo diventati vulnerabili sotto tutti gli aspetti. Dal campo che ci vede protagonisti di prestazioni imbarazzanti, dalla dirigenza che si muove in modo sconclusionato e in lotta per il potere fino ad una società che non manifesta segnali vitali, che appare e scompare a seconda del meteo.
Tutto è slegato da ciò che prima era la nostra forza: idee, concretezza, compattezza.
E’ una lotta per sopravvivere dove ognuno bada solo a salvare la propria pelle a discapito di chiunque. E non considero le indiscrezioni dei media che parlano di possibili candidature politiche di Barbarella.

Alla fine chi rischia di pagare il prezzo maggiore è proprio lui: Clarenzio.
L’abbiamo scritto fin dal suo arrivo al Milan che avremmo sopportato i suoi errori, i suoi esperimenti e gli auguravamo di capire in fretta chi può restare e chi no con la nostra maglia addosso.
In tutta questa situazione fumosa, ingarbugliata e insidiosa, Clarenzio è quello che ha meno colpe di tutti. Non che non ne ha, ne ha di meno. L’ho riscritto a scanso di equivoci e per chi fa fatica a scrivere e comprendere la lingua nostrana.
E anche se sbaglierà ancora – perché sicuramente lo farà – e verrà criticato come è giusto che sia, starò dalla sua parte fino al termine del Campionato.
Fino ad allora gli auguro di riuscire a raddrizzare baracca e burattini, perché adesso mi interessa solamente mettere il culo al riparo il più in fretta possibile, poi ne riparleremo.
Forza Clarenzio, dai dai dai…

51 commenti su “Forza Clarenzio, dai dai dai…

  1. mamma mia, il “minchia” siculo c’ha più varianti del “get” inglese

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