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Nessuno sa ancora che ne sarà di noi, ma è ormai evidente che qualcosa, a breve, sarà. La fine di un’epoca è alle porte e ognuno si sta preparando come più si sente e come meglio può all’ineluttabile. C’è chi è sollevato, avendo sempre sopportato la pesante, ingombrante, sovente imbarazzante presenza della famiglia Berlusconi senza mai digerirla pienamente; c’è chi, come me, pur essendo sempre riuscito a scindere lo sport da altre vicende comunque non gradite, è ansioso di voltare pagina, poiché già una decina di anni fa si era reso conto – assieme a molti altri ma anche prima di altri – che la festa era finita e che da quel momento in poi si sarebbe tirato a campare;  infine c’è chi per interesse personale, fanatismo politico, cecità o ottusità ha già indossato il cilicio e sta flagellandosi la schiena, come se prima di Silvietto e di Galliani non vi fosse stato un Milan e come se dopo non possa esisterne un altro. Tre modi differenti di vivere l’attesa dell’imminente futuro,  due dei quali rispettabili e uno un po’ meno.

Mentre si attende, il Milan pare avere ritrovato se stesso. Che è sempre poca cosa ma è pur sempre meglio dell’orrenda schifezza scaturita dalla pausa natalizia. Il gioco sembra essere tornato quello d’inizio stagione, cioè da squadra che, sapendo perfettamente di non avere qualità in mezzo al campo e di averne poca altrove, cerca di chiudersi con attenzione e di colpire in contropiede.  Un gioco che era brutto, noioso, non da squadra blasonata ma che qualche buon risultato l’aveva prodotto. Un gioco che, su imposizione di qualcuno (non ci vuole molto ad indovinare chi), dopo le feste era stato evidentemente modificato nel tentativo di mostrare una qualità nella realtà inesistente, col risultato di continuare a proporre un altro tipo di gioco parimenti brutto, noioso, non da squadra blasonata ma che in più rispetto a prima produceva anche un ruolino di marcia da retrocessione. Ora che, guarda caso, il destino di Pippo Inzaghi sembra essere segnato e che questi non ha più nulla da perdere, si è tornati alle sue idee iniziali e a risultati quanto meno decenti. Questa non vuole essere una scusante per Pippo: è chiaro che un allenatore che snatura il suo credo, che rinuncia a ragionare con la propria testa per servilismo o altro, è un allenatore scarso; tuttavia questa è, secondo la mia opinione, per lo meno un’attenuante. Se Inzaghi farà tesoro di questa umiliante esperienza, la sua futura carriera come allenatore non sarà segnata dalla “pippaggine”  mostrata finora. Forse.

menezQualcosa su Menez, sorprendente aspirante capocannoniere di serie A ad una lunghezza da Carlitos Tevez, ma soprattutto autentica prova vivente della sapienza calcistica di Galliani secondo i rari, testardi sostenitori di quest’ultimo rimasti in circolazione. Sul talento con la palla fra i piedi nessun dubbio: raramente ho visto un calciatore, anche di alto livello, correre lungo il campo con quella velocità e mantenerla tenendo la palla  appiccicata alla scarpa. Anche la capacità di uscire in dribbling da situazioni apparentemente disperate è veramente straordinaria. Jeremy è in grado di offrire degli sprazzi di gioco irraggiungibili per la maggior parte dei suoi colleghi sparsi non soltanto in Italia, ma anche in tutto il mondo. Ma di questi sprazzi ne concede uno ogni due partite, forse tre. In questi sporadici casi ti fa vincere, questo è vero, ma per tutto il resto delle gare rischia spesso di farti perdere con giocate estemporanee, inutili, ostinatamente individuali. Per non parlare dell’atteggiamento indolente e spesso indisponente nei confronti del compagno che sbaglia o che non gli passa la palla. Menez ha segnato tanti gol, ma su azione ancora deve segnarne più del Nocerino del 2011. E’ vero che i rigori bisogna metterli dentro, tuttavia di rigori e punizioni ne infilava parecchi  anche il vituperato Balotelli. Ecco, a me questo ragazzo sembra una specie di Balotelli, ancorché più raffinato e meno fisicato. Ma egualmente “testaminchiato”. Certo, è uno che in questo Milan è fondamentale e che farei giocare sempre, uno che in quanto a talento puro a gente come Destro e Pazzini caga in testa come e quando vuole, ma anche uno che nel Milan che vorrei si accomoderebbe puntualmente in panchina. O in tribuna.

15 commenti su “Il futuro, il gioco e Jeremy

  1. buongiorno…

    ho anch’io il sentore che qualcosa dovrà succedere nel breve termine. Francamente mi sono rotto veramente e non sopporto più nulla di coloro che dirigono il mio Milan.

    Silvietto ha fatto il suo tempo, Presidente più vincente e con il Milan più bello tra quelli che ho avuto la fortuna di vedere. Grazie di tutto ma è giunta l’ora.

    Adrianone è come Silvietto. Ha saputo magheggiare in questo mondo di squali e nemici (non credo ad una sola parola quando parlano di amicizia in quell’ambiente). Ora annaspa pure lui, certamente non aiutato dalla mancanza di denari che Silvietto non mette più da anni, ma certamente colpevole nei contratti faraonici che nel corso di questi anni abbiamo avuto sul groppone e hanno inciso sul mancato rafforzamento.
    Si sarà scazzato pure lui, quindi meglio cambiare.

    Il resto è lì da vedere: squadra a volte (spesso) imbarazzante a volte (poche) ben messa in campo. Una sensazione di precario e improvvisato. Mi sono augurato una piazza pulita ben fatta e forse così sarà.

    L’unico dubbio che mi assilla e preoccupa è il futuro proprietario: il vento asiatico non mi è mai piaciuto. Soprattutto vedendo l’indociccio dei prescritti.
    Spero sempre in qualcuno di origine nostrana ma, a leggere certe cifre e con la situazione economica attuale, ne comprendo l’impossibile attuabilità. Speriamo bene.

  2. Un gioco che, su imposizione di qualcuno (non ci vuole molto ad indovinare chi), dopo le feste era stato evidentemente modificato nel tentativo di mostrare una qualità nella realtà inesistente

    èqua che continuo a premere anche io. prima delle feste di natale il milan aveva trovato una sua identità di gioco. poi è arrivato lui, sempre lui, comunque lui, il delinquente che ha distrutto tutto servendosi di uno senza spina dorsale come inzaghi.

  3. Mah, a me questo gioco “decantato” di dicembre non convince. Avevamo vinto contro il Napoli nella sua peggiore serata e pareggiato da provinciali in trasferta contro la Roma. Una roba che avrebbe fatto vomitare anche Valter Alfredo Novellino. Credo si sia trattato più di una parenti fortunosa.

    E non sono convinto neanche delle cifre che girano per acquistare il Milan. Voglio dire, 1 miliardo e mezzo? Con tutti i debiti? E questa squadra di asini? Senza stadio? Con la squadra da rifare? Con lo stadio da costruire? Una squadra probabilmente senza coppe? Mah… Venderà a molto meno, credo.

  4. Era un sistema di gioco che a te e a tanti altri non piaceva Betis, legittimamente. Ma l’identità c’era: tutti dietro la palla e ripartenze veloci. Da provinciali, com’è giusto che sia per questo Milan. Eravamo attaccati al terzo posto eh…. Poi sono arrivate le imposizioni ed è cambiato tutto dopo Natale, dove infatti siamo crollati. E Pippo ha comunque la colpa di aver fatto il servo, ovviamente

  5. straquoto tutto il post,paragrafo su menez incluso…solo che per me menez è infinitamente più forte di balotelli.

    non penso invece che il disastroso girone di ritorno fosse dovuto a modifiche di gioco…io ho avuto la netta sensazione che ai giocatori fosse stato comunicato qualcosa sul futuro della società,e che abbiano tutti tirato i remi in barca.

  6. Il miglior Milan di questa stagione si è visto a Parma.
    Poi è stato fatto notare che una squadrona come il Milan non può prendere tutti quei gol e siamo diventati una provincialona.

    Inzaghi non ha l’acume e l’esperienza per dirigere ancora una grande di serie A, tanto meno una grande con GRANDISSIMI difficoltà in tutti i campi.

    Come ho già detto, se Silvio si cava dai coglioni mi sta bene anche il Tabaccaio sotto casa…

    Dopo ci penseremo.

    E cmq domenica uno striscione per ringraziare della salvezza son tentato di farlo… anche se una discesa in B forse forse non mi sarebbe spiaciuta a sto punto.

  7. partendo dai vertici: mr bee, o chi x lui, non darà un mld e mezzo, ma ai 900 secondo me ci arrivano. Aspettiamo con ansia

    Inzaghi non ha costruito chissà che gioco, e le vittorie iniziali (come col napoli), direi che coincidevano con le giornate super-si di menez (e pure honda le prime)..adesso ha un gioco da difendi-e-aleggia che con le piccole funziona (abbiamo battuto cagliari e palermo eh, non juve e roma)

    geremia non è male, ovvio. e una punta di ruolo potrebbe rendere tanto con lui. ma per sostenere una punta di ruolo dovremmo avere un gioco, per cui torres prima, destro ora (e pazzini sempre) han fallito e falliranno sistematicamente

  8. Inzaghi nelle prime giornate un gioco suo, l’unico logico da poter impostare con questa rosa, l’aveva proposto, eccome: difesa e contropiede. Ma non piaceva ai tifosi fighetti e a Silvietto. Allora ha cambiato tentando il possesso palla, ma con quella roba lì in mezzo al campo il possesso palla è pura utopia. Allora è tornato alle origini, tanto chi se ne frega, le valigie son già pronte; e qualche risultato è arrivato.

    Io per lo meno la vedo così. Poi c’è anche la teoria dello Zio, che è interessante e verosimile.

  9. possono anche essere accadute entrambe le cose,oltre che a gennaio sono arrivati parecchi nuovi giocatori

  10. Aspettate, perché da come parlate sembra che dopo esser stato catenacciaro, Pipppinzaghi poi sia passato a fare lo Zeman di turno con tutti in attacco.

    Secondo me è rimasto un lurido catenacciaro senza alcuna idea di gioco. E nelle prime giornate ha avuto culo. Spesso si vinceva o pareggiava di culo. Cazzo, segnava ad ogni partita una merda come il giapponese. Ha avuto culo, poi i nodi sono venuti al pettine. Aggiungete gli infortuni (in gran parte dovuti al suo staff di veterinari) e il gioco è fatto. Media punti di 1,4. Se non vince contro le ultime 3 (Cagliari, Cesena e Parma in casa) ci troveremmo nella merda.

    Via via questo incompetente. E con lui il carrozzone che lo ha portato. Mi fanno schifo all’anima.

  11. betis,l’inter del grande allenatore Mancini con le ultime tre ha collezionato 1 vittoria e 2 pareggi…

    che pippo non debba essere l’allenatore del milan è fuori di dubbio, ovviamente.

  12. Nel frattempo ho deciso: esigo la stessa roba che si fuma Pellegatti. Inizia con la “grande professionalità di Muntari”, prosegue con l’esortazione a non rimpiangere Allegri (il livornese è l’ossessione anche di Diavolino che ne parla – male – sempre), conclude con ultime righe strepitose su Inzaghi, che se ho ben capito, qualora riuscisse ad entrare in Europa, secondo il mitico Pellegatti entrerebbe nella leggenda come allenatore.

    Grande…

  13. Pellegatti non so da dove tiri fuori il coraggio di scrivere certe vaccate.

    Perché ci vuole coraggio!

    Hanno iniziato a tirare la volata a Pippinzaghi… se non ci fosse il cambio di proprietà in mezzo, avrei seriamente paura di una sua permanenza!

    Comunque non avete curiosità di vedere come questi scribacchini lavoreranno in un eventuale dopo Silvio? Ad esempio, Pellegatti.. .sempre solerte a dire “il Presidente Silvio Berlusconi” ben scandito nei suoi servizi per Studio Sport, farà lo stesso? Vedrà ancora gnomi e fate? Fremo dalla voglia di saperlo!

  14. leggere la beatificazione di Muntari è veramente troppo! 😡
    Ma come minchia si fa a scrivere certe idiozie??
    Professionalità di Muntari….. ma dove? Questo qua andava licenziato in tronco per giusta causa, altrochè!
    A Pellegatti… ma vaffanculo và!

  15. Nel frattempo ho deciso: esigo la stessa roba che si fuma Pellegatti.

    Pellegatti è un Demiurgo, un creatore di mondi, massimo rispetto.

    I suoi articoli me li godo ricorrendo alla sospensione dell’incredulità, come si legge la Spada di Shannara (che però sembra verista come ‘I Malavoglia’ al confronto)

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