11 4 minuti 7 anni

Gioca bene gioca male, Lapadula in nazionale” potremmo dire parafrasando un famoso slogan di fine anni ’90 il cui protagonista era il buon Paramatti del Bologna, che però in nazionale non ci andava perché era chiuso da gente di un certo spessore.
Ecco, sono felice per Gianluca, per il quale la Nazionale è un sogno che si avvera, piuttosto che una rottura di balle come lo è per altri.
Ma è pur vero che lì davanti, più che l’imbarazzo della scelta, c’è la scelta dell’imbarazzo: Pellé, Belotti, Immobile, Pavoletti, Gabbiadini, Eder (sic!)… tanto vale che giochi Lapadula, magari la butta dentro, magari si gasa, magari al derby spacca tutto.
Già, il derby. Non lo nego, stavolta non vedo l’ora. Ma ho una fottuta paura di perderlo: sappiamo tutti benissimo che basta poco per farlo diventare l’unico obiettivo della stagione, e arrivarci da strafavoriti porta una sfiga immane.
Tuttavia non vedo l’ora, non foss’altro perché è un’altra partita del Milan, e da anni non mi capitava che non vedevo l’ora che giocasse il Milan.
Anche perché, è un dato di fatto, si vince. E vincere è bellissimo. E ne voglio ancora.
In fondo, Silvio ci ha abituato bene, e il suo addio un po’ mi spiace e un po’ mi preoccupa.
Mi spiace perché sono figlio dei suoi tempi: mi sono innamorato del Milan anche per la grandeur, per lo “stile Milan”, per i campioni, gli elicotteri, l’inno.
L’inno mi piaceva un sacco da bambino: camminiamo noi accanto ai nostri eroi, sopra un prato verde sotto un cielo blu. Il mio piccolo nipotino piange in braccio al nonno interista, piange di più in braccio a quel fesso di suo padre gobbo, ma quando è con lo zio che gli canta “e insieme cantiamo Milan Milan solo con te“, allora si calma e si rasserena.
I bambini lo sanno cosa è giusto.
Mi preoccupa l’addio di Silvio perché temo di fare la fine del Manchester Utd: uscito di scena Ferguson, sono arrivati i milioni e gli acquisti faraonici, ma si è persa l’anima, e neanche il Demone e il Maestro hanno potuto fare nulla.
Abbiamo temuto di aver perso l’anima del Milan, negli anni scorsi: forse un po’ è vero, ma io sono un romantico, e vedo l’anima del Milan quando De Sciglio entra in tackle duro con quella faccia da angioletto (De Sciglio è un vero figlio di puttana).
La vedo quando Locatelli alza la testa, quando Jack parte palla al piede che vaffanculo, quanto mi manca Kakà.
La vedo quando Lapadula gioca dieci minuti, si sbatte e ti risolve la partita, el segnerà semper lu?
La vedo quando Paletta alza il braccio e chiama il fuorigioco. Che con quel mascellone, e quella fronte immensa… quanto mi manca il Capitano.
L’anima del Milan forse c’è ancora.
E la ritrovo ogni domenica, a guardia della nostra porta, incarnata in un gigante ragazzino, che se apre le braccia, tra la mano destra e la sinistra passano due fusi orari.
Braccia che si ritroveranno con una fascia, mani che si ritroveranno con una coppa.
Se Franco, Paolo, Marco, Ruud, Dejan, Demetrio, Zvonimir hanno aiutato mio papà a farmi diventare ciò che sono, chiedo a Gigio, Alessio, Mattia, Manuel, Jack e Gianluca la stessa cosa con mio nipote.

Aneddoto conclusivo: mio nipote piange, lo prendo in braccio per calmarlo, gli canto l’inno del Milan, si calma. Dico “visto come si fa? ci pensa lo zio!”.
“Bergomi!”, aggiunge mio suocero. E piange di nuovo.
La sera del derby me la deve pagare.

11 commenti su “L’anima del Milan

  1. Io come gli altri “matusa” ho vissuto l’epoca pre-Silvio, e posso dire che anche a quei tempi il Milan aveva un’anima. Si vinceva poco (anche se nei miei primi 2 anni da tifoso ho inanellato scudetto e coppa coppe 1968, campioni ed intercontinentale 1969 n.d.r.). C’era Rivera che era il “campione ed anima” invidiato non solo dalle squadre italiane.

    Poi è chiaro che con Silvio abbiamo vinto tanto e ricordo ancora quelle notti a vedere e godere delle vittorie a Tokio.
    A ripensarci ora li ricordo come un “post-pranzao di un matrimonio”, satollo e felice e con la “braghetta” allentata… 😉 :winner:

    Ecco rimpiango sicuramente il “Silvio” di quei tempi, non certo quello di quest’ultimi anni. Era giunto il momento di cambiare, poi cosa ci aspetta nessuno lo sa, certamente sappiamo che rimanendo ancora in queste condizioni saremmo andati sicuramente alla deriva, con o senza “anima”!

  2. P.S. con mio nipote anch’io sto tentando di portarlo sulla “retta via” e gli canto “Milan Milan sempre con te…” ma ha il padre gobbo che cerca di traviarlo… 🙄 🙄

    Appena vede una palla oppure una partita in TV inizia a gridare “gol gol”. Ha un sinistro niente male per un bambino di 18 mesi, tira a volo e fa già i colpi di tacco… Appena ha l’età giusta di sicuro “scuola calcio”, hai visto mai che fra qualche anno… :winner: :winner: :winner:

  3. A completamento del post, ci tengo a precisare che non vedo l’ora che l’attuale dirigenza se ne vada.
    Li saluto con affetto, ma li saluto senza rimpianti.
    Spero solo che il rimedio non sia peggiore del male, tutto qua: basti vedere cosa combinano l’Inter, lo united, ecc.

  4. Da come si stavano mettendo le cose, il rimedio non può essere peggiore del male. Un ritorno a una certa disponibilità finanziaria (poca o tanta lo vedremo) non potrà peggiorare la nostra situazione, potrà al massimo, se mal gestita, lasciare la situazione sportiva nella mediocrità precedente.

    Fare meglio dei primi dieci anni di Silvio è impossibile, ma fare meglio dei secondi venti non è un’impresa disperata. Chissà…

  5. Porca miseria Darko, a leggere il post mi è passato un brivido e mi sono quasi commosso.
    Anch’io, come Zullida, ho vissuto il Milan di Rivera e del Paron (indimenticabile), ma il Milan di Silvio l’ho vissuto nella maturità e gli anni ’90 sono un ricordo bellissimo che mi emoziona ogni volta. I viaggi in pullman verso San Siro, l’orgoglio di vedere in campo comunque undici campioni che amavano o almeno rispettavano quella maglia… quello striscione fisso lì sul secondo anello “siamo belli come il sole”… e ho ancora fissa nella memoria la sera, praticamente l’ultimo canto del cigno, quando Marco ci deliziò con quattro gol indimenticabili.
    La Coppa dei Campioni dell’ottantanove coincide con la nascita della mia prima figlia e il campionato del ’99 con quella del mio terzo (oggi Milanista sfegatato e cattivo). La nipotina a solo 4 mesi e mezzo e ci sarà tempo per distrarla dal padre gobbo, la mamma invece non ha sgarrato (in famiglia pure la cagnolina e rossonera).
    Basta, basta perchè sto esagerando.

    Adesso la penso come Marcovan. Le storie, tutte, anche quelle bellissime hanno una fine. Forse se quella del Milan di Silvio fossa stata dettata qualche anno fa (bastava anche l’anno dell’ultimo scudetto) sarebbe stata perfetta.

  6. Bel post, mi ci ritrovo. Sono meno nostalgico sui cambiamenti, li ho chiamati a gran voce tante volte.

    Bravo Darko 😉

  7. Ecco, per tornare all’argomento di qualche giorno fa: per Belotti direi tranquillamente ciao ciao a Bacca.

  8. Come sempre quando c’è la nazionale andiamo in letargo…
    Animo! Che domani c’è la riperdita con i crucchi e intanto è arrivato finalmente il comunicato ufficiale

I commenti sono chiusi.