12 5 minuti 5 anni

La scelta del nuovo attaccante del Milan, Krzysztof Piątek, di non indossare la maglia numero 9, è, per quanto simbolica, illustrativa della situazione offensiva del Milan negli ultimi anni. A partire dalla cessione Zlatan Ibrahimovic, infatti, le prime punte del Milan non hanno mai brillato per costanza, benché abbiano avuto stagioni o periodi dal punto di vista realizzativo comunque sopra il livello della sufficienza. Ho raccolto, quindi, alcuni dati da Transfermarkt che, a mio avviso, dipingono la fatica che ha avuto il club rossonero nelle ultime sette stagioni (segnalatemi eventuali errori, ovviamente). Ho incluso tutte le prime punte che il Milan ha avuto in questo periodo di tempo, più coloro che sono stati spesso impiegati nel ruolo o come falso nueve, pur avendo normalmente un ruolo diverso. Ho quindi ordinato i dati in base al numero di presenze per gol in Serie A e in tutte le competizioni ufficiali.

Si tratta, questo, di un esercizio non totalmente accurato. Più precisione avrebbe una classifica basata non sulle presenze ma sui numeri giocati, oltre sul dato degli assist che qui non ho raccolto. Detto ciò, alcune conclusioni si possono trarre, visto che si tratta di giocatori che abbiamo visto sul campo e per cui abbiamo la possibilità di esprimere giudizi.

Pochi attaccanti, ad esempio, sono stati in grado di garantire almeno un gol ogni tre partite o meno – Carlos Bacca, per dirne uno, a cui pochi hanno rimproverato le statistiche generali, quanto, però, la capacità di saper buttare all’aria ottime occasioni da rete e la sostanziale inutilità nel gioco di squadra – una maggior precisione lo avrebbero potuto trasformare in una sorta di novello Filippo Inzaghi che, però, era nei migliori momenti sostanzialmente un cecchino e, soprattutto, ha saputo mettere a segno reti pesantissime e ha sempre dato l’impressione di mettere anima e corpo in campo, a differenza del colombiano. Anche Ménez e Balotelli, prime punte non naturali, hanno portato in dote qualche marcatura, ma età e questioni caratteriali e/o mediatiche, e forse economiche, li hanno portati via con rimpianti tutto sommato non eccessivi. Il nostro amato Patrick Cutrone, almeno in Serie A, non eccelle in termini assoluti, ma lui, a differenza di tutti gli altri, è un prodotto della Primavera che solo settimana prossima compirà 21 anni, perciò scusate se è poco. Lo scazzato, demotivato e un poco stagionato Higuain si piazza più in alto di gente con un maggior numero di presenze – e questo in fondo mostra che, tecnicamente parlando, l’acquisto di questa estate ci stava tutto.

Quello della prima punta è ormai, quindi, un problema cronico. Ci manca il bomber di razza da anni, quello che va stabilmente sopra i 20 gol stagionali, ti risolve le partite in area, sai che è là pronto a sfruttare l’occasione e, possibilmente, a creare qualche magia. Come abbiamo visto, i grandi nomi al Milan non vogliono venire o, se arrivano, cercano di partire subito (un’eccezione che mi viene in mente è la pressoché esplicita corte che fece al Milan sui social media Pierre-Emerick Aubameyang, in cerca di un ritorno). La crescita di Cutrone e la conferma ai livelli genoani di Piatek sono, quindi, le sole carte che ora abbiamo in mano.

Gli avversari – Ci fece un poco rosicare la sconfitta dell’andata contro il Napoli, soprattutto perché maturata dopo essere stati in vantaggio di due reti al 49′. Fu un Milan che non giocò malissimo per un’ora, anzi, ma poi fu rimontato grazie anche a un Donnarumma un poco colpevole e a un centrocampo non all’altezza di quello partenopeo. Privi di Allan, ufficialmente non convocato per via di problemi fisici che in settimana gli hanno impedito di allenarsi, il 4-4-2 ancelottiano dovrebbe probabilmente prevedere Milik come prima punta accanto a Insigne a supporto, con Mertens inizialmente relegato in panchina.

Le altre – Questa seconda giornata è piena di incontri interessanti: Atalanta-Roma, Torino-Inter, Lazio-Juventus, che verranno tutte giocate domani. La vedo male per i laziali, che saranno anche privi del loro difensore centrale, Acerbi (squalificato). La partita più intrigante, invece, è quella di Bergamo, dove prevedo molti gol.

Da seguireAtalantaRoma. I bergamaschi sono in un periodo di grande forma, mentre i giallorossi hanno ricominciato a macinare punti, concedendo però sempre gol (infatti la società è in cerca di un nuovo difensore centrale da affiancare a Manolas).

Da evitareEmpoliGenoa, invitantissimo posticipo del lunedì.

IL PROGRAMMA DELLA 21a GIORNATA

Sabato 26 gennaio 2019
ore 15:00 – Sassuolo-Cagliari
ore 18:00 – Sampdoria-Udinese
ore 20:45 – Milan-Napoli

Domenica 27 gennaio 2019
ore 12:30 – Chievo-Fiorentina
ore 15:00 – Atalanta-Roma
ore 15:00 – Bologna-Fiorentina
ore 15:00 – Parma-SPAL
ore 18:00 – Torino-Inter
ore 20:30 – Lazio-Juventus

Lunedì 28 gennaio 2019
ore 20:30 – Empoli-Genoa

12 commenti su “Serie A 2018/2019 – 21a giornata

  1. tutti questi centravanti hanno due cose in comune:

    -nessuno era in grado di lanciarli a rete

    -non avevano nessuno con cui dialogare

    i problemi da risolvere sono questi,non il centravanti.

  2. Bacca era raccapricciante tecnicamente, ma aveva senso della rete come pochi. Poi a un certo punto ha cominciato a giocare svogliato e vabbè, ma finché ne ha avuta è stato un’ottima punta, anche se forse un po’ cara.

    È comunque verissimo che più che le punte, in questi anni, il nostro problema è stato chi doveva innescarle.

  3. Una serata tutta particolare questa che sta per arrivare. Certe cose le puoi vivere solo da tifoso rossonero.
    FORZA MILAN!!!!

  4. Ancelotti schiera una squadra spregiudicata. È un bell’esame per noi.
    Partita da paura ma sicuramente ci sarà spettacolo

  5. Buon primo tempo e, finora, abbiamo risposto bene e il pari è giusto. Speriamo bene

  6. Partita che se l’avessimo vinta non avremmo rubato nulla. È chiaro che potevamo anche perderla ed alla fine è uscito un pari che non serve a nessuno dei due. Certo un punto contro il Napoli non si butta mai, vediamo ora a Roma.

    Per i e le aspettiamo il “post” post-partita

  7. Paro giusto ottima partita da parte nostra che abbiamo tenuto testa ad una squadra a noi superiore. Molto bene bakayoko non male paqueta è che se ancora deve imparare molto del nostro calcio, ma ha margini di miglioramento. male calhanoglu e kessie (mezzi paurosi ma intelligenza calcistica pari a 0). Suso nei “big match” non è mai decisivo!

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