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La lite Kessié-Biglia è stata uno spettacolo indecente. Ho pensato proprio questo quando le telecamere Sky, imbeccate prontamente dal loro solerte bordocampista, si sono fiondate in direzione della panchina rossonera. Non intendo assolutamente minimizzare quanto è successo fra i due giocatori, e mi pare non l’abbiano fatto né Rino nell’intervista del dopo gara, né Leo e Paolino, i quali addirittura si sono precipitati a intimare ai due contendenti di correre a fare pace pubblicamente in diretta TV. Il fattaccio mi ha infastidito enormemente. Il lavaggio dei panni sporchi va fatto in privato, ma non si tratta soltanto di questo: quanto è accaduto è sintomatico di un certo malessere all’interno dello spogliatoio. Si spera che tale malessere sia passeggero, dovuto alla crescente pressione di fine stagione e  coinvolga soltanto poche persone, altrimenti le prossime undici gare e il prosieguo della Coppa Italia potrebbero rivelarsi alquanto complicate.

Tuttavia i distinguo vanno fatti. C’è un Kessié che esce malvolentieri facendo vistosamente i capricci, c’è un Biglia che, giustamente, gli sussurra di avere rispetto per l’allenatore e soprattutto per il compagno che sta entrando; e inoltre c’è un Kessié che, anziché seguire il consiglio del collega più anziano, peggiora la situazione mancando di rispetto anche a lui. Praticamente, se il primo non avesse messo in atto quella vergognosa e prolungata sceneggiata, delle parole bisbigliate del secondo — peraltro sacrosante —  nessuno avrebbe saputo niente.  C’è una differenza abissale fra i due comportamenti. La società ha preferito mantenersi super partes multando entrambi i giocatori e probabilmente ha fatto bene: punendo soltanto l’ivoriano avrebbe rischiato di innervosirlo ulteriormente per questo delicatissimo finale di stagione. Ma non credo che in privato il giudizio sul comportamento dei due litiganti abbia differito tanto dal mio.

Kessié è un giocatore assai criticato dallo schizzinosissimo tifo rossonero, ma è un giocatore potenzialmente molto forte. Giovane, prestante fisicamente, grintoso, generoso, tecnicamente niente affatto lo scarpone che in molti si ostinano a considerare. L’impressione tuttavia  è che gli manchi qualcosa di molto importante, qualcosa che normalmente trasforma un buon giocatore in un grande campione: la testa giusta. Il talento è fondamentale per qualsiasi attività un essere umano decida di intraprendere, ma senza il cervello il talento resta lì, per sempre prigioniero in una sorta di limbo. Restando in ambito sportivo, Maradona era (è) un testa di minchia, ma un testa di minchia con la testa giusta. Lo stesso vale per lo straordinario Mike Tyson, per fare un esempio extracalcistico. Antonio Cassano sarebbe stato forse il più grande calciatore mai generato da mamma italiana, invece sarà ricordato principalmente per ciò che effettivamente è stato, ovvero una clamorosa occasione mancata per lui e per tutto il calcio italiano.

Non so se Kessié appartenga alla categoria dei Cassano, è ancora troppo agli albori la sua carriera per stabilirlo con certezza. Di certo queste premesse fanno riflettere. Può essersi comportato in quello stupido modo per molte ragioni. Magari è uno che, allorché la pressione aumenta — e un derby e un finale di stagione così la fanno giocoforza aumentare — perde facilmente le staffe; oppure che non regge la concorrenza (con il ritorno di Biglia e l’esplosione di Bakayoko è facile pensare che il suo minutaggio possa calare); oppure boh, forse sospetta di essere uno dei sacrificati sull’altare dell’ FPF nel prossimo mercato. Ma comunque stiano le cose, è la testa l’elemento che fa sì che il talento dell’atleta non venga represso da ostacoli di questo tipo, e il mio timore è che, nel caso del ragazzo, di quell’elemento importantissimo ci sia una paurosa carenza.

12 commenti su “Un pessimo spettacolo

  1. dopo anni di poli,bertolacci e merdolivo uno come kessie sembra maradona.

    sinceramente io lo terrei, non possiamo continuare ad avere i centrocampisti contati.

    piuttosto di un biglia sempre infortunato…

  2. Bah, dopo due anni al Milan, Kessié è rimasto quello che era quando è arrivato. Nessun miglioramento.

    È anche vero che è un classe 1996, però, cavolo, mi inizio ad aspettare qualcosa di più. La prestazione e l’atteggiamento nel derby sono stati molto gravi.

  3. Io al contrario di Marcovan penso che Kessié sia piuttosto scarso tecnicamente e se gli togli il dinamismo e la forza atletica resta ben poca cosa.
    L’atteggiamento di domenica, al di là della sceneggiata finale, è stato imbarazzante. Alla fine del primo tempo in un commento su un forum mi sono chiesto se avesse giocato.

    Zio, Biglia l’anno scorso ha giocato 37 partite, il massimo da quando è in Italia e comunque nei quattro anni alla Lazio ha tenuto una media di 33 partite all’anno. L’infortunio rimediato quest’anno ci può sempre stare nella carriera di un giocatore. Stando a quello che scrivi dovremmo fare a meno anche di giocatori come Conti, Caldara o Bonaventura.

    Se posso tornare un attimo al discorso “gioco”, mi sono imbattuto in questa lettura, direi molto illuminante. Forse il nostro Rino, ma anche altri, farebbero bene a leggerla.

  4. Eh Sacchi… ho intuito che sei un fan sfegatato. Io non lo sono, anche se gli riconosco diversi meriti. Ma a parte questo, credo che Arrigo sia un punto di riferimento, e che le sue teorie siano stranote a tutti i giovani allenatori. Insomma non credo che Rino abbia superato gli esami per il patentino senza avere mai aperto un libro.

  5. Anch’io Sacchiamo di ferro.
    Ma non ne faccio una questione di fede.
    Sacchi dimostra come le qualità dell’allenatore / giocatore si debbano conciliare con l’ambiente.
    E’ un po’ come nella cucina: non ci sono ingredienti perfetti per tutte le ricette e basta un pizzico di sale per cambiare il valore di una pietanza.

    Kessiè è un potenziale fenomeno.
    nel calcio del 2019 è un medianaccio ma 20/30 anni fa…
    Non si ferma mai, ha ottimi piedi, non una grande visione di gioco ma diverse volte non ha paura del lancio da 30 metri. l’unica pecca vera sua, ma anche di altri: non tirare dritto per dritto da fuori area.

  6. Io non credo che kessie non sia così scarso tecnicamente, è molto completo , ma credo solo che abbia un intelligenza calcistica limitata, fa sempre la cosa sbagliata…

  7. Kessié è solo stupido.
    Perché fa spesso la scelta sbagliata.
    Prendi il gol con il tocco sotto contro l’empoli: senza tecnica, quel gol non lo fai.
    Invece spesso fa il dribbling in piu, o il passaggio al compagno coperto ignorando quello scoperto.

    Se giochi col 4-3-3, hai bisogno degli inserimenti dei centrocampisti, cosa che Bonaventura e Kessié fanno spesso, il primo meglio il secondo meno.

    Se dovessimo cambiare modulo, e passare , per dire, a un 4-2-3-1, Kessié non avrebbe la sua utilità.

    Su una cosa Gattuso insiste, e non può fare diversamente con questa rosa: avere un solo modulo.
    Questi ragazzini acerbi, di cui nessuno è particolarmente talentuoso dalla mediana in su, hanno bisogno di certezze e automatismi.
    Peccato che l’interpretazione di questo 4-3-3 è stata ampiamente disinnescata dai tecnici più scafati.
    Sono quindi molto curioso di sapere cosa farà Giampaolo sabato prossimo.

    Per fortuna che la sosta nazionali non ci lascia strascichi, anzi arrivano carichi a mille: Piatek e Paquetà esordio in nazionale con gol, e pure il turco ha fatto un gol mica male (all’albania…).

  8. 25 giocatori in rosa e si può fare un solo modulo,ma certo.

  9. Io vorrei vedere una proposta diversa che qui indico:
    4 dietro
    3 a centrocampo chala, baka/biglia, kessie
    1 trequartista paqueta
    2 punte

  10. Io sono anche d’accordo sul fatto che occorrerebbe disporre di più moduli. E sono anche d’accordo con quello proposto da GTura. Ho però qualche perplessità.

    Le due punte. Piatek-Cutrone? Boh, non sono molto compatibili i due, mi pare chiaro.

    Chala a centrocampo? Lo vedrei meglio che a fare l’ala sinistra, questo è certo, ma ricordo che è già stato provato da mezzala con risultati tutt’altro che esaltanti (come del resto Suso).

    Inoltre con il trequartista non ci gioca ormai più nessuno, e una ragione deve esserci. E con questo modulo i terzini sono chiamati a un grosso lavoro e a sinistra abbiamo Rodriguez, che chiaramente non è adatto a coprire interamente quella fascia. Noi abbiamo fatto molto bene in Europa con questo modulo a inizio millennio, ma in Italia faticavamo parecchio a mantenere un passo regolare (uno scudetto soltanto). Inoltre erano altri tempi. E insomma, avevamo ben altra rosa, con dei fenomeni che adesso non abbiamo.

    Ripeto, si può provare tutto, basta essere disposti a rischiare di fare un buco nell’acqua mettendo così a repentaglio gli obbiettivi importantissimi che sono ormai quasi a portata di mano.

    Poi li senti i “gnè gnè gnè che cazzo è andato a cambiare rattuso ottuso!!!”

  11. Il calcio non è fantacalcio e non puoi mettere la gente in campo a caso.

    E questa rosa è stata costruita per il 4-3-3, unico modulo susocentrico.
    Se vuoi cambiare modulo, devi rinunciare come minimo a 2-3 giocatori: Suso appunto, e anche il turco e kessié.

    Ma poiché i primi due sono INTOCCABILI, fine della questione.

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