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Uno dei più grossi errori che potremmo commettere è pensare che la buona prova contro la Juve sancisca l’inizio della rinascita da noi tanto attesa. Quando un risultato è sulla carta scontato a sfavore, le pressioni si allentano, si gioca più rilassati; ciò che si sa fare, ancorché poco, risulta spesso magicamente più agevole. Se poi chi dovrebbe schiacciare l’avversario come un moscerino è in giornata non proprio brillantissima, ogni pronostico iniziale potrebbe venire clamorosamente rovesciato. Non è successo domenica scorsa, ma sarebbe potuto succedere. Senza il numero di Dybala staremmo ora  parlando di un bellissimo e incoraggiante pari; o di qualcosa di ancora più bello, chissà, nel calcio non si può mai dire. Senza quel numero di alta classe del tuffatore argentino ora saremmo qui a credere di essere finalmente usciti dal tunnel. Sbagliando, come ho anticipato all’inizio.

Impressionante la chat fra me e qualche redattore durante la gara: pur esprimendo moderata soddisfazione per il comportamento della squadra, già nel primo tempo avevamo pronosticato il nome di chi ci avrebbe giustiziato (e che in quel momento, badate bene, stava in panchina). L’incredibile Darko, addirittura, ha azzeccato più o meno anche il minuto dell’esecuzione. Se fossimo ancora nel Medio Evo ci si potrebbe dare degli iettatori — ma qualche passo avanti è stato fatto da allora e si spera di no; oppure dei veggenti, ma non lo siamo, posso assicurarvelo. Resta quindi solo una possibilità: conosciamo i nostri polli, e non si tratta soltanto di un modo di dire.

Le dichiarazioni di Pioli, rilasciate nel post partita e nei giorni precedenti, devono fare riflettere. Pioli non sarà considerato un top, né come capacità né come carisma, ma è certamente un uomo intelligente, uno che non parla mai a vanvera. Il mister ha sostanzialmente detto due cose che mi hanno colpito: la prima è che intende affiggere la classifica  all’ingresso del campo d’allenamento; la seconda è che ha avuto l’impressione che, per questi ragazzi, fra vincere o perdere ci sia poca differenza. Bisogna vedere quanto queste dichiarazioni facciano parte di un sottile gioco psicologico, oppure siano una vera e propria denuncia; c’è però da dire che noi — e non soltanto noi — avevamo insinuato da tempo che in questo gruppo i cuor di leone non sembrava abbondassero. E che invece abbondassero i bimbiminkia, molto social e poco calati nella dura realtà.

Perciò occhio. Il malato ha dato segni di ripresa, ma non è affatto guarito. Come ha brillantemente osservato Luca Serafini su Radiorossonera, Pioli non sarà forse un fenomeno a gestire un organismo sano, ma è un bravissimo medico, e lo ha dimostrato più volte in carriera. Delle sue diagnosi bisogna fidarsi. E sperare che, come in passato, riesca a trovare la cura giusta.

Poiché la situazione, volenti o nolenti, è pericolosa. So che a qualcuno secca leggere o udire questo ma, se mi è concesso, inviterei questo qualcuno a estrarre la testa da sotto la sabbia: esporre il posteriore senza tenere d’occhio l’ambiente circostante non è mai una buona idea. Mauro Suma si è lanciato poco tempo fa in una delle sue abituali intemerate, stavolta contro coloro che osano accennare pubblicamente al pericolo serie B. Adducendo la seguente discutibile motivazione: chi c’era allora ha sofferto troppo quell’infausta esperienza, ragion per cui zitti e mosca, per rispetto di costoro non se ne deve blaterare. Orbene, io c’ero, ne soffrii e, piaccia o non piaccia al signor Suma, se me la sto facendo sotto perché l’andazzo è quello che è ne parlo, eccome se ne parlo. Parlarne non significa essere sicuri che accada, o rischiare di portare iella (rimando al discorso sul Medio Evo fatto sopra), significa stare in campana, mi sembra evidente. Almeno credevo lo fosse.

Non mi va di essere percepito come una Cassandra fastidiosa che si diverte a menare gramo, ma ho la netta sensazione, magari errata,  di trovarmi in mezzo a un mare di gente sicuramente delusa, anche molto, ma per lo più semplicemente contrariata dalla prospettiva dell’ennesimo mancato approdo alla zona Champions e non pienamente consapevole della ben peggiore realtà. Non vorrei ricordare quanto accaduto da inizio campionato, anche perché mi pare si tratti di concetti da me e da altri già espressi, ma mi ci vedo costretto. Contro squadre in lotta per non retrocedere abbiamo vinto faticando oltremisura, in un caso abbiamo pareggiato in casa e in un altro, per vincere, abbiamo dovuto ricorrere al portiere, il quale ha parato un rigore da lui stesso causato al novantesimo —  un rigore farlocco, certo, ma frutto del solito vizietto di permettere agli avversari di stringerci d’assedio nei minuti finali. Contro squadre di medio livello abbiamo buscato sonori ceffoni, mentre contro quelle di livello superiore beh, pur avendo mostrato qualche flebile soffio di vita (o qualcosa di più nel caso dei gobbi) abbiamo sempre dato l’impressione che prima della fine avremmo combinato la cavolata da oratorio che ci avrebbe fatto soccombere, evento poi puntualmente verificatosi ogni volta.

Le voci sul mercato di gennaio già si susseguono. Leggo di Ibra e qualcun altro, tutte eventualità che mi lasciano perplesso, ma avremo modo di discuterne quando e se verrà il momento. Ma se questo gruppo non trovasse dentro se stesso la forza di cambiare rotta sin da adesso, neppure Messi ci farebbe uscire da questo pantano.  

13 commenti su “Una buona prova con poco significato

  1. beh, sostanzialmente sono d’accordo con il tuo post. Poi magari ci sono sfumature diverse, ma la sostanza, gira e rigira, è racchiusa in quello che hai scritto.

    Pioli, finora, ha fatto cose sensate e qualcosa inizia ad intravedersi. Siamo molto lontani dal considerarci guariti ma forse qualcosa si è smosso. L’idea di appendere la classifica mi sembra un’altra scelta di buon senso e di responsabilizzazione del gruppo.

    Spero tanto che facciano quei tre/quattro innesti che servono come il pane. Sul ritorno di Ibra mi sono già espresso motivando dubbi o speranze, intanto la lista dei “Raiola’s” si allunga con Suso.

  2. Anch’io c’ero in quell’infausto campionato 81/82 e me la sto facendo sotto nella stessa maniera del boss.

    Altro che non parlarne, qua la dirigenza innanzitutto deve prenderne atto, a gennaio ci servono come il pane qualche innesto di esperienza.

    Ormai inutile continuare a dire e scrivere che è stato un errore far fuori Gattuso e non rinnovare a Bakayoko, indietro non possiamo tornare e bisogna pensare al presente, e cercare di non ripetere errori banali come contro la Roma e la Lazio e soprattutto il Lecce.

    Coscienti di essere una squadra che deve giocare per raggiungere quanto prima quei maledetti 38/40 punti.

    Io come ho già scritto su Ibra sarei d’accordo, altri dicono che sarebbe una cazzata, probabilmente sbaglio io, ma se torna col piglio giusto….

    Certo preferirei Mandzikic, ma serve anche qualcuno che lo metta in condizione di segnare.

    Ho letto anche di un ritorno del pistolero (dalle polveri bagnate) a Genova… chissà le risate che si faranno da quelle parti dop i 40 mln. che abbiamo sborsato.

  3. Direi che concordo praticamente al 100% con quanto scritto, salvo forse leggermente la parte finale sul calciomercato. Forse.

    1) la partita contro i Ratti è stata accolta da quasi la totalità della stampa come una vittoria, con peana ed inni al bel gioco di Pioli. Questa è la stampa che non vede l’ora di vederci in B, a mio parere. Infatti questo è il viatico perfetto per prendere 4 pere in contropiede dai tre furetti che ha davanti il Napoli. La realtà è che i Ratti quest’anno sono pietosi e li abbiamo incontrati in un momento pietoso, come incontrammo la Roma nel suo momento più pietoso. E cosa abbiamo raccolto? Zero punti. Il Milan deve affrontare il Napoli con rispetto e giocando di rimessa. Con gentaglia lenta come Romagnoli o Musacchio non puoi giocare come sta cercando di giocare Pioli in questo momento, salvo che non reinventi Romagnoli libero e inserisce un centrale in più (Rodriguez). Non c’è nulla di cui vantarsi dopo la sconfitta coi Ratti. E’ un punto perso per mancanza di umiltà e consapevolezza dei propri limiti. E come con la Lazio l’allenatore ci ha messo sicuramente del suo. Là dove conta l’allenatore coi cambi e la lettura della gara, negli ultimi 15-20 minuti, Pioli finora ha sempre (o quasi) cannato.

    2) ho scritto a commento della partita coi Ratti. Romagnoli, Paqueta e Piatek sono il simbolo di una squadra a cui non frega nulla di vincere, perdere o pareggiare. Una squadra che chiaramente perso l’obiettivo-Champions pensa di salvarsi in carrozza, giochicchiando qua e là. Pioli ha capito perfettamente questo rischio che è ben descritto nel post e per quello ha detto ciò che ha detto. E ha fatto bene. Ma faccia seguire anche lui alle parole i fatti e giochi per muovere la classifica, giochi per fare punti. Giochi più coperto. Se non facciamo gol, e non lo facciamo quasi mai, almeno evitiamo di prenderne sicuro almeno uno a partita.

    3) questa squadra ha bisogno di un bomber. Non concordo praticamente con quasi la totalità di voi. Piatek ha avuto anche coi ratti almeno 2-3 occasioni pulite. Nelle precedenti partite ha quasi sempre avuto occasioni pulite. Ha avuto eccome rifornimenti quest’anno. Solo nelle due partite a Torino io conto almeno 4-5 occasioni pulite, di cui 2 clamorose. Leao sembra non vedere la porta, si è inventato un gol quando la Fiorentina aveva smesso di giocare ma col Lecce si è mangiato almeno 3 occasioni nitide. Un bomber affamato e carismatico cambierebbe eccome le cose. Io sto guardando con attenzione totale la Bundesliga quest’anno e sono estasiato da Lewandowski. Estasiato. Mettete lui al posto di Piatek e il Milan avrebbe, a mio parere, come minimo 8-9 punti in più.
    Ripeto, comunque, le qualità del bomber: AFFAMATO e CARISMATICO. Quindi l’antitesi del panzone argentino che ci ha portato in dote il disastroso ex allenatore dell’Antalyaspor. Non cito neanche i vari Torres, Bacca, Luiz Adriano, … altra gentaglia. Le squadre si costruiscono a partire da un grande bomber e da un grande allenatore. Questi due fattori devono avere carisma e personalità in grado di trascinare tutta la squadra. Il Milan da 7 anni non investe seriamente su queste due caselle. Ibrahimovic chiuderebbe un cerchio rispetto alla ferita del 2012 e per tutto l’ambiente sarebbe un toccasana. Mandzukic? E’ un ottimo giocatore ma non ha lo stesso carisma e non so quanta fame abbia.

    4) la Serie B è un’ipotesi concreta ad oggi. Lo dicono i numeri. Lo dicono le partite giocate fin qui. Chi non ne vuole parlare e si fa le seghe per una sconfitta coi Ratti non vuole bene al Milan e non vuole il bene del Milan. Ripeto la Serie B giocando così, come se non fosse un rischio reale, è assolutamente possibile. A cominciare dalla partita col Napoli bisogna giocare guardando la classifica, prendendo coscienza dei propri limiti, picchiando se necessario, stando coperti e corti, pungendo di rimessa. E così fino a Natale, fino ad Atalanta-Milan. Non abbiamo assolutamente un calendario facile da qui a Natale e continuando così non credo faremo 20 punti nel girone d’andata. Pioli per primo deve cambiare completamente assetto tattico.

  4. errore non rinnovare a Bakayoko

    Sono d’accordo praticamente in toto con il post.
    Vorrei solo dire una cosa su Ciokko.
    Posto che il tipo di giocatore servirebbe come il pane, personalmente penso che il Milan sarà davvero finito senza possibilità di ripresa quando un giocatore che ha fatto quello che si è permesso di fare lui verrà confermato.
    Dovendoci già tenere Biglia e Kessie (ancora per poco sembra) confermare uno che si permette di discutere in panchina con l’allenatore vorrebbe dire aver perso quel poco di affidabilità e blasone che ci rimane.
    Se vogliamo che venga prima il Milan, come giusto e normale che sia, certi atteggiamenti non possono e non devono essere tollerati.

  5. Più fonti nazionali oggi riportano una voce che circola già da qualche mese nonostante smentite ufficiali di rito, vale a dire che Arnault, secondo uomo più ricco del mondo, vuole il Milan. Preghiamo. Sarebbe la vera cessione del Milan. E gli amichetti di Silvio alla Scaroni e altri nel CdA sparirebbero.

  6. Magari. Una proprietà europea, potentissima e influente. Anche ricchissima ovviamente, ma in tempi di FPF questo conta meno. Però le cifre che circolano mi fanno pensare alla bufala. Il Milan attualmente non vale un miliardo. Anche perché il comune di Milano sta continuando con i giochetti sullo stadio.

  7. Se mai verrà Arnault ovviamente sappiamo per i noti motivi che anche se volesse non potrà spendere 500 milioni di euro a calciomercato ma sono convinto che, come per Suning, sarebbe una garanzia per sponsor veri, e quindi relativo aumento non farlocco dei ricavi. Piaccia o non piaccia il nostro modello di rinascita deve essere l’Inter. Quando hai una proprietà inattaccabile tutto l’ambiente ne giova. Quando hai le quote sparse nei paradisi fiscali non sei credibile ad ogni livello. Il miliardo famoso? Credo anch’io sia credibile solo con lo stadio o il progetto già avviato. È il mandato del figlioccio Scaroni infatti ……

  8. sarebbe una garanzia per sponsor veri, e quindi relativo aumento non farlocco dei ricavi.

    Questo è vero, totalmente d’accordo. Spero infatti che questi rumors non siano balle. Sarebbe la fine del nostro incubo, senza se e senza ma.

  9. E’ così secondo me.
    L’Inter era come noi 3 anni fa, è arrivata a più di 400 milioni di euro di ricavi.
    Per una parte è stata furba (e brava) a giocarsi bene le plusvalenze.
    Per l’altra Suning ha contatti e credibilità, per cui gli introiti da sponsor (veri e non farlocchi) è notevolmente aumentata.
    Quando hai una proprietà forte e inattaccabile, l’ambiente ne giova e con esso la spendibilità del progetto.

    Arnault (o chi per lui ma con un nome e un’identità) sarebbe in questo senso la manna dal cielo.
    Scordiamoci, come detto, il mecenate che arriva e cui viene permesso di spendere 500 milioni di euro, quel tempo è morto con gli ultimi City e Psg, ora non è più possibile.
    E’ possibile invece ricrearsi un avviamento attraverso la credibilità indiscutibile di una proprietà nota, ambiziosa e ricca.

    Vediamo se i “misteriosi” proprietari dei capitali nei paradisi fiscali capiranno che la vacca non può essere munta oltre e che la cifra di un miliardo di euro (che gira dal 2014) non è realistica, a maggior ragione senza la certezza del progetto stadio già avviato.

  10. Mi sembrano voci atte a far “digerire” i vari nomi che ci vengono accostati per gennaio, la “spina dorsale rinnovata” – cit. Gazzetta – Rugani-Demiral-Kean. Il bidone dell’umido gobbo-raiolano.

    Lo so che son robe farlocche, ma mi si rivolta lo stomaco lo stesso.

  11. premesso che con i gobbi non farei più trattative, il pericolo concreto del vincolarsi troppo a Raiola è che non ci permetterà mai di fare salti in avanti. Finiremo per restare i mediocri di oggi.
    Bisogna avere la forza di liberarsi di certa gentaglia, o quantomeno, di limitarne l’influenza ed il raggio d’azione.

  12. Partecipo anch’io.
    Devo dire che non sono così pessimista, almeno non ancora: aspettiamo il prossimo mese.
    Certamente le partite sono abbordabili solo di forma perchè sono le nostre debolezze che danno coraggio ai nostri avversari.
    Però non siamo sicuramente nella condizione del milan che tristemente si stava incamminando verso la serie B

    Ricordo anch’io quella stagione e mi sembra che ci siano delle differenze notevoli.
    In primo luogo l’età della squadra: là una formazione di senatori che Radice spremeva troppo e poi un gruppo di giovani arrivati direttamente dalla primavera al Colosseo, con tigri e leoni in campo e sugli spalti.

    Quel Milan aveva una società fragile e in liquidazione, frantumata, purtroppo, dalla ingombrante presenza di Rivera.
    Questa può essere accusata di molto ma non di essere allo sbando.

    Io le voci di mercato le temo come Lacconte temeva i doni dei greci: una polpetta avvelenata: questa formazione ha bisogno di iniezioni di sangue e sudore. Iniezioni non purghe alla Radice (luigi)

    In questo senso, ripeto, il Denaro ottenebra la vista: non si tratta di comprare pelè o Crujiff o tutto il milan di Sacchi: si tratta di mettere sangue caldo in ragazzini che o si spaventano e/o si lasciano andare. Se non si crea questa base ogni innesto si perde.

    Credo che le frasi di Pioli siano tese a responsabilizzare dei ragazzi a cui, a detta di tutti, non manca l’impegno, ma manca la determinazione.
    Manca quella maturità che si acquisisce solo con l’esperienza.

    Forse, ripeto, finire con le spalle al muro e senza alibi, è quello che è necessario perchè dall’età della spensieratezza giovanile si entri nella giusta e sana determinazione.

    Per Demiral…..: Rugani è in prepensionamento e – da quello che so – per motivi sentimentali o va a Roma o sta a Torino.

    Se devo spendere soldi per Kean allora riprendo Cutrone, non una ma 100 volte

    Demiral… mi scoccia fare favori alla gobba ma ci può stare: prima o poi una le andrà male e forse ci consente di passare alla difesa a tre

    Notizie vere su Caldara?? (vere)

    Tra Ibra e Manzukich…. lo detesto ma manzukich incazzato e con 5 anni in meno….

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