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La pausa di campionato in casa rossonera ha seguito il ritmo delle notizie riguardanti il possibile ritorno, all’età di 38 anni, di Zlatan Ibrahimovic. Se è vero che due stagioni in MLS mostrano un giocatore integro fisicamente, che ha collezionato 58 presenze e che ha superato gli infortuni che ha subito nell’ultima fase della sua carriera europea, è altresì noto a tutti che il massimo torneo di calcio nordamericano è di un livello decisamente inferiore rispetto a quelli europei, nonostante gli sforzi economici e commerciali dell’ultimo paio di decenni.

L’operazione Ibrahimovic è, o sarebbe, parzialmente paragonabile a quella che portò David Beckham a vestire la maglia del Milan nello scorso decennio, con la differenza che quella doveva essere, e fu, una esperienza di pochi mesi, mentre qua si parla di un contratto di un anno e mezzo. Ibrahimovic arriverebbe a fare da chioccia per questa rosa giovane e timorosa che deve crescere e farsi le ossa (il talento non basta) e a tirare fuore le castagne dal fuoco ogni volta che gli riuscirà. Sperabilmente, dovrà (dovrebbe) lasciare una squadra cresciuta, capace di gestire le situazioni difficili, ben più competitiva in virtù soprattutto di una sua propria crescita (e non di ulteriori nuovi innesti).

Come andrà a finire questa storia, ancora non si sa, perciò concentriamoci sul presente, che ci vede impegnati tra un paio di ore o poco più a San Siro. Il Milan mancherà degli squalificati Calhanoglu e Bennacer, Krunic sembra essersi preso, agli occhi di Pioli, il posto da titolare al posto di Kessié, e Bonaventura dovrebbe schierarsi in attacco sulla sinistra.

I nostri avversari stanno vivendo una stagione tribolata (benché non drammatica come la nostra): Ancelotti discusso, spogliatoio in ebollizione, presidente furente, ribellioni dei giocatori, soprattutto risultati che mancano. Lo scorso anno le partite col Napoli furono tra le migliori del Milan: se il primo incontro del campionato finì con una sconfitta subita in rimonta dopo essere stati in vantaggio di due gol in trasferta, le due partite di fine gennaio a Milano (buon pareggio a reti bianche in campionato, vittoria per 2-0 e concreta solidità nei quarti di Coppa Italia) furono tra le migliori apparizioni rossonere. Dieci mesi dopo, abbiamo assistito a un crollo da parte dei nostri beniamini, ma se c’è una partita, l’ultima a disposizione, l’estremo finale estremo disperato tentativo da illusi, che può raddrizzare un poco il senso di questa annata, quella partita è Napoli-Milan di oggi.

IL PROGRAMMA DELLA 13a GIORNATA

Sabato 23 novembre 2019
ore 15:00 – Atalanta-Juventus
ore 18:00 – Milan-Napoli
ore 20:45 – Torino-Inter

Domenica 24 novembre 2019
ore 12:30 – Bologna-Parma
ore 15:00 – Roma-Brescia
ore 15:00 – Sassuolo-Lazio
ore 15:00 – Verona-Fiorentina
ore 18:00 – Sampdoria-Udinese
ore 20:45 – Lecce-Cagliari

Lunedì 25 novembre 2019
ore 20:45 – SPAL-Genoa

5 commenti su “Serie A 2019/2020 – 13a giornata

  1. Trovo incredibile il polverone che si è scatenato a Napoli. Ma non più di tanto incoraggiante. Siamo particolarmente portati a favorire la resurrezione dei morti, e questo da anni; abbiamo resuscitato singoli giocatori che non segnavano da secoli (poi tornati immediatamente nel dimenticatoio) e squadre in crisi nera, ragion per cui non m’illudo. Non ho la minima fiducia in questo gruppo, ormai. Però la palla è rotonda e spero sempre, anche perché la classifica, come ho detto più volte, mi terrorizza.

    Non la vedrò, ma non per disinteresse, per causa di forza maggiore.

  2. Pioli si è detto soddisfatto di come ha lavorato la squadra in queste due settimane e dell’applicazione data dai giocatori. E’ convinto in una buona gara da parte dei nostri.
    Speriamo. La sto per vedere (non ne perdo una, nonostante tutto), ma come sempre con molto patema d’animo.
    Mi dispiace per Carletto, ma questi punti per noi sono fondamentali.

    Non picchiatemi, ma prima mi sono accorto di avere tifato (si fa per dire) per i gobbi per la profonda, immensa antipatia che i colori neroazzurri mi incutono. Qualunque squadra sia.

  3. Paqueta mi fa bestemmiare. Magari farà gol ma mi fa bestemmiare.
    Sembra che Pioli abbia capito tatticamente, per ora, tante cose.

  4. Questo punto giocando così si poteva fare contro Lazio e ratti. Onore a Pioli che ha capito il rischio che stiamo correndo.
    Degli acquisti dell’ex allenatore dell’Antalyaspor mi fa sempre bestemmiare più il chirurgo polacco dell’altro.

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