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La Juventus è per la nona volta consecutiva campione d’Italia. Onestamente non so che cosa si provi, come tifoso di calcio, a vincere il titolo nazionale per un lasso di tempo così lungo. Gioia? Pare di sì, i tifosi gobbi non sembrano affatto annoiati da questa interminabile sequenza di titoli. Ricordo quando ne vincemmo quattro noi in cinque anni (più una bella Champions League in mezzo) e no, non ricordo sensazioni di noia o il desiderio che qualcosa cambiasse. Ricordo anzi l’esatto contrario, cioè la paura che tutto potesse improvvisamente finire. Cosa che accadde quando Silvietto decise di scendere in campo per salvare gli italiani, soprattutto i loro figli più piccoli, dalla voracità bolscevica.

Un tempo ero solito complimentarmi col vincitore del campionato, e lo facevo con sincera sportività. Poi mi è passata la voglia, sono anni che evito. Molto perché loro, i gobbi, sono appunto loro. Un po’ perché una serie di scudetti così lunga è un’assurdità, una aberrazione sportiva. Quando un torneo professionistico ha un padrone incontrastato per un decennio, significa che c’è qualcosa che non va in quel torneo. Capisco i tifosi gobbi che non se ne rendono conto o che se ne fregano, d’altronde neppure io mi feci tanti problemi negli anni ’80 quando la leggendaria Olimpia Teodora Ravenna di Volley vinse la bellezza di undici scudetti consecutivi. Non capisco e non sopporto invece i media di settore che per tutti questi anni non solo non si sono posti il problema, ma spesso l’hanno negato, esaltando insistentemente  questo  ciclo ben oltre il livello minimo della decenza. Queste nove vittorie  consecutive sono figlie di indubbi meriti da parte dei dirigenti, tecnici e giocatori bianconeri, di demeriti altrui ma anche di tanti errori arbitrali nei momenti importanti, di tanta pressione mediatica creata ad arte contro gli avversari più insidiosi di turno, di troppa disparità finanziaria fra la Juventus e le altre. Quando la seconda e la terza classificata (Roma e Napoli) vendono alla prima i loro migliori giocatori (Pjanic e Higuain), dovrebbe scattare un campanellino d’allarme, si dovrebbe sapere già in partenza che gli anni a venire sono inesorabilmente segnati. Per la fortuna del movimento calcistico del Belpaese la passione per il calcio è profondamente  radicata negli italiani, e il giocattolo ha retto, pur soffrendo enormemente. Facciamo un esempio, il nostro: il gol di Muntari avrebbe dovuto farci alzare tutti quanti, salutare  e dire:” Okay basta, mi arrendo, mi dedicherò al Padel.” Invece no, siamo ancora qua, a seguire questo circo, a scriverne, soffrirne e gioirne. E lo stesso fanno gli altri tifosi non juventini. E’ un vero mistero, questo.

A parte tutto questo, è anche vero che un poco di rosicamento c’è nella mia riluttanza a tornare a complimentarmi col campione d’Italia di turno, a prescindere dal nome di quest’ultimo. Sono davvero troppi anni che il Milan è a becco asciutto, e  troppi che noi tifosi rossoneri subiamo umiliazioni assurde e immeritate, spesso derivanti dal comportamento stesso di chi ci ha diretto. Credo sia normale non poterne più e avere perso quel poco di sportività che avevamo e di cui, un tempo, eravamo anche un pizzico orgogliosi.

Mi è venuta in mente una cosa: siamo stati gli ultimi a vincere lo scudetto prima che iniziasse questo orrendo incubo. Sarebbe molto bello essere quelli che l’interrompono. Sembriamo molto indietro rispetto ad altri, ma forse chissà, lo siamo meno di quanto pensiamo.

14 commenti su “E anche questo è andato

  1. Mi ricordo che anni fa, discutendo con amici tra i quali anche gobbi, riconoscevamo che alcuni campionati dove il vincitore era quasi sempre lo stesso fossero ridicoli. Ora gli stessi gobbi non trovano nulla di ridicolo in quello italiano.
    Di strada noi ne abbiamo ancora tanta da fare, magari meno di quello che presumiamo sul piano tecnico ma molto su quello politico: quando vedo rigori come quello di ieri di Roma e quello assurdo regalato a Ciruzzo Immobile me ne rendo conto, non dimenticando certe decisioni arbitrali su di noi nel corso dell’anno.

  2. Il rigore alla Roma è uno scandalo. Possiamo ancora sperare nel quinto posto ma ci vuole un mezzo miracolo.

    Per quanto riguarda la Juve, hanno fatto qualcosa di grande a livello di risultati. Ma la povertà e la pochezza delle altre squadre ha fatto sì che questa striscia di vittorie potesse continuare. Infatti questo campionato, il primo con un livello leggermente più alto, hanno rischiato di perderlo.

    Pensare di poter vincere lo scudo l’anno prossimo è quasi fantascienza, però potremmo diventare la squadra che farà saltare gli equilibri. Lo pensavo con Rangnick e lo penso anche con Pioli/Maldini. Sempre se questi ultimi avranno il sostegno totale della società.

  3. Per quel che riguarda la Serie A, si possono fare due tipi di discorsi.

    La contendibilità del titolo la mette al livello di campionati come quello scozzese, bulgaro o croato – e, va detto, quello tedesco. Non si tratta solo dei nove titoli consecutivi (col primo che grida ancora vendetta), ma del fatto, come ricordato nel post, che solo quattro anni fa la Juventus poteva permettersi di comprare i giocatori più forti della seconda e della terza in classifica. La superiorità tecnica si accompagna a quella finanziaria e quindi sappiamo che i bianconeri partono come i favoritissimi ogni anno – basti pensare che il rendimento claudicante post-Covid ha portato la Juve a vincere il torneo con sole due giornate di anticipo (l’anomalia era la Lazio che rincorreva a distanza ravvicinata, infatti a calendario più fitto e con qualche infortunio è crollata).

    Il tasso tecnico della Serie A è tra i più alti d’Europa: anzi, benché ancora al di sotto di Premier League e Liga, nell’ultimo decennio il livello delle migliori squadre del torneo è aumentato, questo va riconosciuto e toglie anche un alibi a quella teoria scema di alcuni giornalisti sportivi secondo cui la Juventus sfigurerebbe in Europa perché la Serie A sarebbe troppo poco allenante (teoria scema sotto vari punti di vista, innanzitutto perché, e ne dico solo due perché è davvero uno spreco di tempo dibattere questa cosa, se ci fosse davvero un rapporto di proporzionalità diretta tra tasso tecnico del torneo e competitività in Europa, avremmo dovuto vedere un dominio di squadre inglesi in Europa che, invece, non c’è stato, inoltre perché nel periodo di più basso livello tecnico in Italia degli ultimi 35-40 anni la Juve è riuscita a raggiungere due finali di UCL in tre anni dopo tante brutte figure pre- e post-Calciopoli).

    Questi due discorsi possono in apparenza sembrare in contraddizione, ma non lo sono: la Juventus riesce a dominare un campionato il cui livello, comunque, negli ultimi anni, è andato alzandosi, dopo che le conseguenze di vari eventi come Calciopoli, il progressivo disimpegno di Berlusconi e Moratti, l’ingresso di grossi capitali in alcuni campionati stranieri e, forse, anche l’incapacità di alcuni dirigenti di saper immaginare una modalità di gestione dei club e del calcio diversa da quella del mecenatismo dei decenni precedenti, ne avevano pesantemente minato la capacità di attrarre talenti sportivi.

    Poi, certo, sulla Juventus certi discorsi vanno fatti. Alcune operazioni di mercato (Audero, Sturaro, Mandragora, ad esempio) ce le ricordiamo tutte. La tara ultradecennale che la Juventus sconta in Europa non può solo essere spiegata con sfortuna, mentalità (o, ancora, Serie A poco allenante): per dirla in maniera leggera, ci sono atteggiamenti in campo che i bianconeri non possono permettersi quando varcano le Alpi. Tralascio i discorsi stadio/Continassa/valutazioni del terreno ecc. a chi ne capisce più di me. Quest’anno, poi, la Serie A ha adottato un metro di giudizio sulle nuove regole del fallo di mano che fa abbastanza ridere (certo, questa cosa ha influenzato più o meno tutti, ma a essere cattivi si può dire che gli juventini a tale metro di giudizio fossero già abituati).

    Il calcio lo continuiamo a seguire perché ci piace il calcio, punto. Non smettiamo mica di cercare un compagno o una compagna solo perché finora ci è capitato di accompagnarci con degli str…i, no? Detto ciò, io lo seguo in maniera differente rispetto a qualche anno fa. Su una cosa ho una percezione diversa: gli stipendi dei calciatori. Sia chiaro, non sono diventato un moralista, poiché capisco benissimo le dinamiche di mercato, di immagine e di promozione commerciale e di altro ancora che stanno dietro al megastipendio di un Cristiano Ronaldo. Le capisco e, anzi, le giustifico pure. Il calcio, però, io lo pago, lo paghiamo tutti, e allora perché non pretendere professionalità da questi che, appunto, al tavolo delle trattative vogliono essere considerati come superprofessionisti e poi se ne escono in pubblico con delle banalità, fanno scemenze sul campo di gioco e talvolta anche fuori, frignano e litigano coi tifosi sui social network, magari mandando messaggi oscuri ecc.? Molti di noi devono stare attenti anche a quello che ci capita di scrivere in privato su Facebook, perché se letto dalla persona sbagliata potrebbe anche farci perdere il lavoro, e la professionalità di questi invece finisce nel momento in cui mettono la firma sul contratto. Faccio un esempio: se fossi il proprietario dell’Inter mi farebbe un poco girare sentire un Antonio Conte lamentarsi un giorno sì e l’altro pure in pubblico e poi uscirsene con cose del tipo “Non faccio miracoli”. E allora, perché ti pago tutti questi soldi?

    Del Milan, sono arrivato a un punto in cui sostanzialmente mi fido di quello che fa la società, pur pronto a giudicare con severità ogni decisione. Il motivo è che il calcio a fondo perduto e dei mecenati non c’è più e che secondo me è un bene. I club come azienda sono meno romantici ma, a mio avviso, sono il modello di gestione da seguire, perché è quello che garantisce maggiore sostenibilità finanziaria e quindi, nei casi meno fortunati, più probabilità che la mera esistenza del club (di ogni club) prosegua – in fondo, è la maglia che conta ed è importante che ci sia sempre una maglia per cui tifare.

  4. il rigore alla Roma è qualcosa che trascende dal gioco del calcio.

    Leggevo che il tocco involontario dell’arbitro doveva produrre l’interruzione del gioco (è previsto dal Regolamento) ma invece ha lasciato proseguire con conseguente assegnazione poi del rigore su fallo inesistente.

    La Fiorentina avrebbe dovuto presentare ricordo entro le 24 ore dal termine della partita, ma…”La Fiorentina informa di non aver presentato ricorso in merito a quanto accaduto ieri sera in occasione del secondo rigore concesso alla Roma, in quanto – dopo un’analisi approfondita – ritiene preventivamente nulla la possibilità di ottenere qualsiasi tipo di successo”.

    Intanto, ora, riuscire a superare la Roma diventa utopistico ma con un loro pari il discorso sarebbe cambiato. Ricordiamocene quando Commisso ricomincerà a piangere e Pallotta chiederà giustizia. Gli “Ammerigani” sono furbi.

  5. Buona giornata a tutti

    Il post è l’occasione per una riflessione sulla natura del tifoso che credo meriterebbe interpreti più abili di me nell’affrontare l’argomento.

    E’ un argomento che sicuramente tocca la psicologia dell’individuo. Tanti tifano solo per compensare i loro veri o presunti handicap.

    Queste persone ovviamente tifano per la squadra più blasonata a prescindere da qualsiasi altro argomento.
    Loro non concepiscono il bello, ma solo la vittoria e la sconfitta.
    Non per niente la maggior parte dei tifosi juventini arrivano da zone dove il calcio viene praticato alle categorie minori.
    Quando, come successe ad un mio conoscente Reggino, la squadra della città entra in competizione diretta con la maleamata si scopre improvvisamente quanti furti si subiscono per soddisfare l’appetito di questa bestia.
    Da quanti anni ?
    Io ricordo i tempi della “palla che rotola sempre dalla stessa parte”
    Ma prima c’era l’inter che dovette ripetere una partita per motivi discutibili
    La Roma, La Fiorentina… ci siamo abituati all’idea che ci fosse una “sudditanza psicologica” a favore della Juventus… un concetto che solo a dirlo è assurdo e bestiale.
    Come se nelle aule di tribunale si dicesse sfacciatamente che la legge è cieca e imparziale ma di naso riconosce da che parte è imburrato il pane…

    Purtroppo siamo schiavi di un sistema generale che premia il numero e non la qualità e quindi bisogna soddisfare gli insani appetiti di una maggioranza di, è brutto dirlo ma è vero, di sfigati, abbruttiti e derelitti che trovano nella Juventus la panacea della loro condizione umana.
    Tifano Juventus con il fanatismo dei pasdaran, non accettano critiche alla loro idolatria perché anche il minimo dubbio perforerebbe quello spesso velo di ignoranza che di cui è composta la loro presunzione.

    Ma il mondo del calcio commerciale li deve blandire, per questo oggi un personaggio da romanzo nero, una specie di Thenardier del calcio, che non si faceva dubbi a correre attorno all’Heysel con una coppa della vergogna, oggi parla sul Corriere della Sera; per questo un personaggio come Moggi ancora parla e viene riportato. Per questo Calciopoli si è ridotta per davvero una farsa, dovevano essere RADIATI, ci sono squadre retrocesse per una telefonata ambigua…
    Ma alla fine si fa credere che Facchetti e Moggi facessero le stesse cose, come si diceva che tra Muntari e Matri sempre di un errore si tratta; oppure al limite del ridicolo si dice che il Milan aveva vantaggi dalle TV… infatti abbiamo vinto più CL che scudetti… e c’è chi ci crede… non solo gli juventini.

    Ma la colpa è nostra, come tifosi: ci dividiamo tra piccoli campanili mentre il Padrone divide et Impera

    Allo stesso modo con cui i disgraziati di quei paesi in via di sviluppo si confortano con le maglie del real madrid, del Manchester United e/o più raramente di nuovi status symbol ( Barcellona / Bayern / PSG)

    Anche nel nostro tifo purtroppo ci sono frangie così, milanisti perché il Milan vinceva e rappresentava il calcio nel mondo. Forse sono loro l’angolo più ululante della nostra tifoseria. Io ho memoria dagli anni 60 quando vincere si, ma anche no. Poi dagli anni 70 coi primi ( primi?) furti imbarazzanti e alla fine con gli anni di Silvio quando veramente potemmo dire “lo scudetti / gli scudetti potete metterveli… “

    Io di vincere uno scudetto anche no… vincere in Europa, questo mi piacerebbe: arrivare alla decima prima del loro 40mo e poi magari regalargliene una, poverini

  6. condivido molto
    nello specifico

    Del Milan, sono arrivato a un punto in cui sostanzialmente mi fido di quello che fa la società, pur pronto a giudicare con severità ogni decisione. Il motivo è che il calcio a fondo perduto e dei mecenati non c’è più e che secondo me è un bene. I club come azienda sono meno romantici ma, a mio avviso, sono il modello di gestione da seguire, perché è quello che garantisce maggiore sostenibilità finanziaria e quindi, nei casi meno fortunati, più probabilità che la mera esistenza del club (di ogni club) prosegua – in fondo, è la maglia che conta ed è importante che ci sia sempre una maglia per cui tifare.

    Io penso anche ad un mercato globale, in cui a 12.000.000 di juventini di cui a 11.500.000 non interessa il bel calcio ma solo vincere vengano sostituiti i 7.000.000.000 ( Scaroni) che vogliono spettacolo e quindi basta furti da bettole di periferia

  7. Mi domando soltanto che gusto ci sia a tifare Juventus. Vinci sempre, ma quasi solo in Italia, e sai (perché se capisci un minimo di calcio lo sai, anche se non lo ammetterai mai) che il cinquanta per cento di queste vittorie viene costruito fuori dai campi da gioco. Contenti loro.

    Io ricordo che da bambino dicevo che mi piaceva l’Inter, ma per me era solo un nome, non me ne fregava una mazza. Venne il momento che cominciai a tirare calci al pallone e dovetti scegliere seriamente, quindi mi informai un po’. Mi venne detto che c’era una squadra che aveva vinto 15 scudetti, ma rubava (non scherzo, già allora si diceva), e mi avevano sempre insegnato che rubare era una brutta cosa. Poi una ne aveva vinti 11 e l’altra 9. E mi dissero anche che a 10 si vinceva una stella. Quella da 11 non rubava, si poteva tifare (e un po’ già lo stavo facendo), così come quella da 9, solo che quest’ultima aveva vinto qualche coppa internazionale in più (manco sapevo di cosa si trattasse) e ci giocava Rivera (che avevo già visto ai mondiali del ’70). Scelsi definitivamente quella da 9 scudetti per quattro motivi: 1) le coppe (boh, suonava bene); 2) la stella ancora da vincere (una sfida affascinante); 3) Rivera; 4) mio cugino e il mio vicino di casa, due tipi insistenti.

    Insomma tutto un po’ complicato, ma ponderato, sebbene fossi un bambino. Mi immagino invece come sia diventato gobbo il 90% del tifo bianconero: “Chi vince di più? Ah sì, okay. Forza Juventus”. Stop.

  8. Io ci ho pensato tante volte, ma non mi ricordo assolutamente perché tifo Milan. Ero molto attaccato a una zia di mio padre, tifoso del Torino (a quei tempi…), che viveva a Milano e mi aveva trasmesso l’amore per la città, ma avrei potuto tranquillamente diventare interista. Forse, chi mi conosce meglio, sa che ho la mia teoria che il tipo di squadra che uno tifa identifica la persona (a grandissime linee e con mille e una sfaccettature e diversità). Ci credo, perché per come sono fatto non potrei in nessun modo essere per una delle altre due. Poi su quella teoria sostengo che i gobbi ladri e le merde sono le due facce della stessa medaglia: i primi conformisti, sboroni e vincenti, gli altri conformisti, sboroni e perdenti, quindi incazzati e frustrati. Noi siamo chiaramente un’altra cosa. Chi si ricorda quello striscione perennemente attaccato al secondo anello “Siamo belli come il sole”?

    Comunque sono cresciuto con Maldini, Rivera e Rocco e con quella meravigliosa squadra che vinse il 9° scudetto, la seconda Coppa dei Campioni e quella indimenticabile Coppa Intercontinentale dopo la mattanza con l’Estudiantes a Buenos Aires. Non è poca roba. Orgoglio puro.

  9. Comunque sono cresciuto con Maldini, Rivera e Rocco e con quella meravigliosa squadra che vinse il 9° scudetto, la seconda Coppa dei Campioni e quella indimenticabile Coppa Intercontinentale dopo la mattanza con l’Estudiantes a Buenos Aires. Non è poca roba. Orgoglio puro.

    Togliendo Maldini padre, anch’io ho cominciato a tifare Milan in occasione del 9° scudetto. Questo grazie ad un mio compagno di classe al quale ero molto legato, altrimenti anch’io come Marcovan avevo un “debole” per l’Inter ma solo perché sentivo parlarne da alcuni amici più grandi. Per fortuna poi ho virato dalla parte giusta, altrimenti oggi potevo essere un prescritto e ripetevo la solita solfa “triplete, mai in B, ecc. ecc.”

  10. Io ho iniziato a tifare Milan perché nella mia famiglia tutti coloro che si interessavano di calcio tifavano Milan: genitori, nonni, zii, cugini ecc. È lo stesso motivo per cui mangio pasta o parlo italiano, è una cosa naturale per me. 😀

  11. Marcovan Ha Detto:
    28 Luglio 2020 alle 22:33

    Perchè è una bella domanda… spesso si fa per “discendenza”

    Ricordo questo episodio: dopo la fatal Verona un mio compagno di classe, eravamo alle medie, fu colpito da scoramento.
    Non voleva più tifare Milan e lo confessò all’uscita di scuola a suo padre Juventino.

    Suo padre lo consolò e gli insegno che le squadre non si cambiano a seconda dei risultati, che lui era Milanese e quindi non aveva senso tifare per una squadra di Torino e poi che lui era juventino ma la juventus… non vinceva onestamente.

  12. Ecco, proprio la prima fatal Verona. Ero milanista da pochi mesi dopo lunga meditazione, e accadde quella roba lì. Però non pensai di cambiare, oramai avevo deciso e sono un tipo cocciuto. Ma anche quella stagione, che schifezze fecero! Errori arbitrali contro a bizzeffe nel finale e il rifiuto della federazione di posticipare la gara col Verona nonostante il Milan avesse da pochissimo disputato (e vinto, tanto per cambiare) una finale di Coppa delle Coppe. Ovviamente queste cose le capii dopo, all’epoca ero troppo piccolo per elaborare teorie di complotto (peraltro fondatissime col senno di poi): ciò che percepivo in quel momento era soltanto un grande dolore. Un dolore provato soltanto molti anni dopo, nella finale di Istanbul.

    La Juventus, nella sua storia, non ha mai perso un rush finale. A parte contro la Lazio perché Collina s’impuntò. Una volta su millemila. Tutta bravura? Maddai…

  13. Divertente. Luoghi comuni e falsità sulla Juventus, voleva mettere in ridicolo, ma i gobbacci non hanno capito, hanno la coda di paglia e si sono offesi perché sanno benissimo che non si tratta di luoghi comuni e falsità.

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