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E’ difficile giudicare serenamente la partita dell’Arechi, dal punto di vista di un milanista. Quando ti rendi conto che la tua squadra affronta un impegno sulla carta facile ma importante in quel modo, che tu sia tendenzialmente ottimista o inguaribilmente pessimista, le palle ti girano. E a tutti, nessuno escluso, alla stessa velocità.

Dovranno convenire, ottimisti e pessimisti, che normalmente una squadra da scudetto il fanalino di coda lo divora. Se poi questa squadra da scudetto passa in vantaggio nei primi minuti, difficilmente nel prosieguo si complica la vita giocando in ciabatte, distraendosi, commettendo errori assurdi. Il meccanismo Milan invece inspiegabilmente si inceppa quando tutto sembra mettersi per il verso giusto; la squadra inciampa in queste partite molto, troppo spesso, e ci inciampa puntualmente contro compagini di classifica medio bassa. Di conseguenza il forte sospetto che dovrebbe sorgere — sia agli ottimisti sia ai pessimisti — è che il Milan non sia ancora una squadra da scudetto, per lo meno mentalmente. 

In questo momento la tifoseria si sta spremendo il cervello per capire cosa sia successo, cosa possa essere andato storto nel dettaglio, chi siano i colpevoli o il colpevole di una prova tanto deludente. Io non mi ci sforzo più di tanto, perché credo che in casi del genere le cause siano sempre da ricercare nell’insieme: quando hai una settimana di tempo per preparare la partita con la Salernitana e ti presenti in campo così, significa che qualcosa non ha funzionato in ogni settore di competenza. C’è poco da scervellarsi.

Nicola in questa occasione ha messo nel sacco Pioli. Il Milan soffre la densità a centrocampo e le rapide ripartenze altrui, ciò è stato evidente sin dall’inizio della stagione anche a un profano come me. Il nostro allenatore è bravo, preparato, ha lavorato benissimo finora, tuttavia questo problema non lo ha ancora risolto.

Poi ci sono i giocatori. La qualità media è alta, checché ne dica qualcuno fra noi tifosi, qualcuno per il quale i giocatori delle altre squadre son sempre fenomeni e i nostri perennemente pippe overperformanti (parola che odio ma che rende l’idea). Ma la qualità per essere da scudetto non basta, occorrono anche maturità ed esperienza. La cosiddetta testa, insomma. L’età media della squadra è bassissima, purtroppo queste partite stanno dimostrando che il naturale processo di crescita non è ancora stato completato. Certo, neppure la rosa è ancora stata completata, ma secondo me l’aspetto mentale è  il punto nodale di certe sconcertanti prestazioni.

Dei singoli giocatori salverei soltanto Calabria, Hernandez e Romagnoli. Leao è partito orrendamente, poi è cresciuto alla distanza, ma troppo lentamente. Maignan e Tomori disastrosi. Messias ha segnato ma non mi ha mai convinto, e non è la prima volta. Male i due di centrocampo Tonali e Bennacer. Giroud ha avuto un paio di occasioni dove avrebbe potuto sicuramente fare meglio. Su Diaz devo ripetermi: quella posizione in campo non fa per lui. I subentrati sono stati immediatamente avvolti dalla mediocrità generale, anche Rebic, il quale però ha almeno segnato il gol che ci ha salvati dalla vergogna completa.

Non ne farei il dramma che sicuramente sta descrivendo parte della tifoseria in questo momento, tuttavia non sarebbe giusto affermare che si sia trattato di un normalissimo incidente di percorso. E’  questione di realismo.

56 commenti su “SALERNITANA-MILAN 2-2

  1. Beh, 2 a 2 o 1 a 1 con l’abolizione dei benefici del gol in trasferta cambia nulla. Per cui, non essere troppo severo con te stesso, Nico.

  2. Ciao a tutti! Bello ritrovarvi ancora vivi e pulsanti. Un saluto a chi si ricorda di me e a chi no. Forza Milan!

  3. Ciao 6Rossonero, certo che ci ricordiamo di te. Bentornato.

    Perdona la scarsa accoglienza, ma capisci anche tu…

    Sono molto amareggiato, non ho parole. L’essere umano è stupido, ignorante, senza memoria.

  4. Non ci sono parole veramente, infatti fatico in questo giorni a parlare di calcio. Non ci sono parole.

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