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Acciuga è ad un nuovo  bivio. E credo lo sappia perfettamente. Al di là della sconfitta madrilena – che ci può stare, voglio vedere da qui alla fine della stagione chi sarà in grado di maramaldeggiare al Bernabeu -, la strada intrapresa dal livornese nelle ultime uscite è palesemente quella sbagliata. Quella di riproporre il medesimo centrocampo del 2003 intendo, per di più giocando ogni tre giorni e dovendo affrontare il Real.

Era partito in un certo modo Acciuga. Cioè gli avevano consegnato una certa squadra e lui aveva fatto i conti con quella. Una squadra con Borriello, forse anche Huntelaar, con i soli nuovi acquisti di Amelia e del Papa (ora inspiegabilmente accantonato),  ed un solo senatore spedito altrove, ossia Kala. La mission era di fare bella figura in campionato e in Europa, possibilmente qualificandosi in Champions e valorizzando qualche giovane della Primavera, tipo Merkel, Strasser, Odu o qualcun altro. L'ambiente, specie i tifosi, erano ormai rassegnati a quell'orrenda parola che è "ridimensionamento" e a quella più dolce che è "ricostruzione". Insomma, poche illusioni, per cui compito relativemente agevole per un allenatore giovane e quindi inesperto  a certi livelli.

Poi, si suppone grazie a Gianfranco Fini,  a scombinare tutto quanto sono piombati gl'inattesi acquisti di Ibra e Binho. E' cambiata la vita. La squadra, pur senza essere concepita con un criterio logico, è diventata oggettivamente più forte. Di conseguenza sono mutate anche le ambizioni di tutti, società, tifosi, giocatori. L'asticella si è alzata automaticamente, era d'obbligo fare il culo all'Inter, magari con un Ibra strepitoso, sai che goduria? Da quel momento non si è pensato più al futuro, ai giovani, al contenimento dei costi e bla bla bla, da quel momento occorreva vincere qualcosa subito. "Il Milan deve vincere, non è un circo!" ha tuonato ad un certo punto e non a caso Adrianone nostro, il quale fino a quel momento era stato stranamente cauto nelle dichiarazioni.

Questo è stato il primo bivio che Max ha trovato sulla sua strada. Le alternative a quel punto erano due: continuare nella ricostruzione e sbattersene le palle della nuova situazione, col rischio d'inimicarsi un gruppo di giocatori molto influente, oppure affidarsi a quel gruppo di giocatori stesso, all'usato sicuro, che con tutti i suoi limiti sa, o perlomeno ricorda, come si vincono talune sfide, quelle che fanno tremare i polsi; un gruppo inoltre che sa come tenere a bada uno spogliatoio tutt'altro che semplice da gestire. Acciuga ha optato per la seconda soluzione, quella che, in teoria, poveva garantirgli risultati più immediati.

Si può biasimarlo? E' ancora in corsa in Champions ed è secondo in campionato, alla fin fine.

Ci aspetta un mese d'inferno, e lunedì sera si comincia da Napoli, un campo ostico.  Ora Acciuga si trova di fronte ad un secondo bivio: può continuare testardamente come ha fatto finora, oppure cominciare a togliere qualche certezza ai cosiddetti inamovibili, a sacrificare l'esperienza ed il quieto vivere alla forza fisica e all'entusiasmo. A giudicare dalla Gazza cartacea pare che le intenzioni di Max siano queste ultime.

Vediamo di che pasta è fatto veramente il nostro allenatore. E' ora di gettare la maschera.
 

65 commenti su “IL SECONDO BIVIO, L’ULTIMO

  1. antonio, in realtà il discorso meriterebbe degli approfondimenti.
    Il nostro colpo sul mercato è naturalmente Ibra che è per me un grandissimo campione ma che ha anche altrettanti grossi limiti.
    Le sue caratteristiche fisiche (immense) condizionano fortemente sia il reparto d'attacco (obbligando nella migliore delle ipotesi i compagni ad adattarsi ai suoi movimenti – spesso indisciplinati), sia l'intera squadra (che non è stata costruita intorno a lui, come avvenne poi con l'inter). La sua carismatica presenza è senz'altro un punto di forza contro tutte le piccole (quest'anno penso infatti che non dovremmo avere difficoltà con le squadre minori) ma si trasforma in un punto debole contro quelle più organizzate. Da qui il fatto che Ibra abbia spesso deluso agli appuntamenti importanti.
    Penso quindi che anche in attacco, l'unico reparto dove dovremmo essere migliorati, soffriamo invece di forti scompensi, amplificati dalla mancanza di alternative in panchina.
    Di confortante ci sono i tentativi – in parte dovuti all'impostazione di allegri, in parte ad una rinnovata indole dello stesso Ibra – di sacrificarsi per la squadra e di offirsi anche come rifinitore.

  2. rn, concordando sul fatto che la campagna acquisti di quest'anno è stata abbastanza incasinata e ha lasciato parecchie lacune, credo che la squadra si sia senza dubbio rafforzata:

    ibra meglio di borriello
    yepes
    meglio di favalli
    amelia
    meglio di dida
    robinho-KJH pari
    (pur con ruoli diversi)
    in più aggiungiamoci boateng e sokratis.

    non siamo fortissimi, ma un po' meglio dello scorso anno sì.

  3. E' da troppo tempo che si dice che necessitiamo di rinforzi in difesa e centrocampo. Qui ne abbiamo discusso per mesi.

    Non è stato preso chi si doveva prendere ed è stato preso chi non era urgente acquistare.

    Sappiamo benissimo il perché di questa scelta. Mi auguro solo che intervengano nei reparti in cui siamo, oggettivamente, molto carenti.

  4. elby, per me non ha senso citare yepes e amelia se tanto poi non giocano mai…biasogna rinforzare l'11 titolare, non i panchinari o la tribuna! anche perchè dopo quel turbillon (?) di nomi, chi sono i titolari? abbiati,bonera,zambrotta,nesta,silva,antonini…ovvero gli stessi dell'anno scorso, sseru rinforzi in difesa, per non parlare della metacampo.

    avevamo le ruote bucate coi cerchioni arrugginiti….ora abbiamo le ruote bucate, ma coi cerchioni in lega…capirai che miglioramento!

  5. zio, concordo sul fatto che se i nuovi arrivi non giocano mai è inutile citarli.

    però abiamo sempre detto che la maggiore differenza tra milan e inter era proprio nella panchina….ecco, diciamo che rispetto all'anno scorso abbiamo alternative migliori, questo è innegabile.

    che poi i rinforzi sarebbero serviti soprattutto in difesa e centrocampo non c'è dubbio….

  6. per me ci sà le ruote bucate perché le si vogliono avere. Fin quando molti dei migliori stanno fuori è stupido parlare di mercato

  7. Ai più è sfuggita una cosa importante… Ma chi è "Montecristo"? Oltre al conte d'intende…

    (vedasi commento #48)

  8. montecristo è la nuova edizione  di montelongo volutamente "revisionata"

    diamogli un senso a sto qua…

    ps non so se mi traumatizza di più Allegri o l' immaginare rdv in versione valderrama

  9. Montecristo e' pure un sigaro havana, molto buono. Mitico il N, 2. Ho fumato l'Open Regata ieri sera e l'edizione speciale Open Eagle due sere fa dopo un Brunello del 2001.
    Bravo Dna per queste involontarie citazioni culturali.

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