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Cinque anni e quattro mesi a Big Luciano, e tutti meritatissimi. Nessuno se l’aspettava dopo la lenta opera di riabilitazione mediatica avvenuta negli ultimi tempi, ma i giudici hanno ragionato con la loro testa e così hanno deciso.

Anche se le sentenze vanno rispettate, pare assai meno meritato l’anno inflitto a quel poveraccio di Leonardo Meani, reo di avere telefonato a qualche amico di vecchia data ed averlo sottoposto a qualche pressione tutt’altro che di stampo criminale, ancorché certamente scorretta a livello sportivo.  S’è beccato un anno per pirlaggine in definitiva il ristoratore di Lodi (l’ho chiamato così perché dà più l’idea che si tratti di un poco di buono) (un  po’ come il Mostro Di Firenze, insomma). Speriamo che la sentenza che lo riguarda non faccia giurisprudenza, altrimenti le patrie galere potrebbero riempirsi in un battibaleno. Ad ogni modo cazzi suoi, del Meani, ma in bocca al lupo a lui per i prossimi gradi di giudizio.

I neroazzurri di tutta Italia, dimenticando che si tratta di una sentenza di primo grado ma soprattutto che la loro squadra si trova in piena zona retrocessione,  festeggiano manco avessero vinto la Champions. E come sempre, quando vengono sopraffatti dall’euforia, vomitano il loro veleno moralizzatore su tutto ciò che si muove e non è neroazzurro. E stanno proseguendo nell’opera di beatificazione del povero Giacinto, ovviamente, per continuare a nascondere dietro al suo cadavere la realtà, ossia che se al processo conclusosi stasera non c’era nessuno a rappresentarli al banco degli imputati è soltanto per via di circostanze poco chiare e di una disgrazia. Patetici, sempre e comunque.