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Sembra che l’accordo fra Inter e Milan per lo stadio di comproprietà sia in dirittura d’arrivo e che verrà presto presentato in Comune. La situazione dovrebbe essere più o meno la seguente: le due società, dopo avere inizialmente considerato una ristrutturazione del Meazza, avrebbero poi optato per la costruzione di uno stadio completamente nuovo poco distante dal vecchio. Pare si tratterà di un impianto avveniristico, costosissimo (ma qui siamo nel campo delle supposizioni giornalistiche e si sa quanto spesso esse possano essere campate per aria).  Quel che è certo è che, qualora le cose stessero davvero così, la sorte del vecchio ma glorioso e affascinante Meazza sarebbe segnata, e la sua demolizione diventerebbe dunque inevitabile.

Le reazioni che ho letto qua e là sono state eterogenee, talvolta spassose, talaltra irritanti. Gobbi che cominciano a rosicare  prima ancora che si siano cominciate a gettare le fondamenta, adducendo improbabili ostacoli tecnico-giuridici di cui loro sarebbero a conoscenza, mentre i vertici rossoneroazzurri, che si avvalgono di esperti strapagati, inspiegabilmente no; tifosi rossoneroazzurri che versano fiumi di lacrime solo a udire la parola “demolizione“, paragonando il Meazza al Colosseo e ad altri monumenti millenari e minacciando di incatenarcisi per protesta; la politica locale che, com’era ampiamente prevedibile, già reclama la sua fetta di torta, cominciando a brandire i soliti bastoni da piazzare fra le ruote e costituendo bizzarri comitati anti-demolizione. Ma a dire il vero c’è anche chi non ne fa una tragedia e cerca di ragionarci sopra: vediamo di seguire l’esempio di questi ultimi.

Il Meazza, o come preferisco San Siro, occupa un posto importante nel mio cuore di tifoso. In quel magnifico stadio ho riso, pianto (dentro di me, chiaramente, essendo un duro che neanche Clint Eastwood), ho assistito a partite memorabili e ad altre che sarebbe meglio dimenticare, ma che dimenticarle è impossibile proprio perché si sono svolte in quel luogo straordinario. Ora non frequento più da tempo, perché non abito esattamente a un tiro di schioppo e invecchiando ci s’impigrisce, ma su quel manto erboso (non tanto erboso per un certo periodo, a dire il vero) nel ventennio ’80-’90  ci ho visto giocare campioni che resteranno per sempre nella storia del gioco. Campioni nostri, come Gullit, Van Basten, Baresi, Maldini e compagnia, persino Rivera al tramonto della carriera; campioni altrui come Matthäus, Rummenigge, Altobelli, Ronaldo (lo confesso, per accontentare qualche amico neroazzurro  di tanto in tanto andavo a vedere anche quelli là), Platini, Boniek, Zidane, Zico e tanti altri. Ho visto giocarci Maradona, lì. Per cui pensate come mi possa sentire al solo pensiero che un luogo del genere possa essere cancellato dalla faccia della Terra.

Non posso che sentirmi male, a un pensiero del genere. Ma poi ci ragiono sopra, e il malessere passa. I tempi si evolvono (o regrediscono, a seconda dei punti di vista); noi tifosi, per lo meno noi non del mestiere, facciamo sempre un gran ciarlare di argomenti che poco dovrebbero competerci, tipo bilanci, fatturati e quant’altro, poi, quando è il momento di accogliere con entusiasmo qualcosa di vantaggioso al riguardo, ecco che la repulsione per il vil denaro prende il sopravvento. Vogliamo tornare competitivi, vedere nuovamente grandi campioni vestire il rossonero? E allora dobbiamo essere consapevoli che il percorso per arrivarci passa anche attraverso scelte dolorose. Dobbiamo essere preparati a tutto ciò che serve per crescere, anche a ciò che di primo acchito può sembrarci sgradevole. Come può essere per esempio, e sottolineo per esempio, l’eventuale sostituzione  di un allenatore che tutto sommato sta facendo bene e che da giocatore ha significato tanto per noi; oppure che so, la cessione di un calciatore al quale siamo particolarmente affezionati. Oppure ancora, appunto, l’abbandono con conseguente demolizione del leggendario e amatissimo Meazza. Sono un nostalgico del calcio anni ’80, quello dei pittoreschi mecenati, del secondo tempo della differita di serie A in Tv la domenica alle 19, di Tutto Il Calcio Minuto Per Minuto alla radio, della Coppa Dei Campioni al mercoledì alla quale partecipava soltanto la vincitrice del campionato, delle tre coppe europee rigorosamente a eliminazione diretta, dei due punti per la vittoria e del portiere che poteva afferrare il retropassaggio con le mani. Non ne ho mai fatto mistero. Ma sono perfettamente consapevole che si tratta di nostalgie, e che le esigenze dell’attualità sono tutt’altra questione. Del resto anche il Meazza è ben diverso da come si presentò nel 1926, anno della sua inaugurazione, e nessuno si è mai rammaricato per i numerosi grandi  cambiamenti a cui è stato sottoposto nel corso del tempo.

Altra cosa è il discorso della coabitazione con quelli là: se potessi scegliere, con loro non condividerei mai più nulla. Perché sarebbe più bello così a mio avviso, non per altro.

19 commenti su “Abbandono e demolizione: sì o no?

  1. Qualcuno dovrebbe spiegare perché costruirne uno nuovo a 50 metri dal vecchio con tutti i problemi di circolazione e parcheggio che rimarrebbero irrisolti.
    Se lo scopo è lucrarci sopra stile nuovo stadio Roma mi arrendo.
    E poi il Comune pretende ancora di esserne proprietario?

    Se nuovo dev’essere, che sia almeno in zona a miglior impatto viabilistico.

  2. sarebbe bello saperne di più come sarebbe il nuovo stadio,la capienza,i tempi di realizzazione, come milan e inter si dividerebbero costi e ricavi…

  3. Siamo sempre nel campo dei “si dice che…” della stampa, quindi prendila con la dovuta cautela.

    Pare 300 milioni a testa. Capienza 60mila. Per lo stadio ci si dovrebbe ispirare agli impianti americani di ultima generazione. I ricavi boh, non ho letto nulla in proposito, ma è anche difficile inventare qualcosa da parte dei giornalisti, pur con la loro sfrenata fantasia; la sparo io: suppongo fifty fifty per determinate cose, mentre per altre dipenderà dalle possibilità delle due società.

    Comunque torno a ripetere: la condivisione non mi piace. Avrei gradito una delle due a San Siro e l’altra altrove; così si sarebbe salvato anche il Meazza, anche se una ristrutturazione sarebbe stata alquanto lunga e complicata, bisogna dire. Oppure entrambe altrove, ma in due stadi diversi.

  4. Pensare di lasciare s.siro o addirittura demolirlo per me è un colpo al cuore. Bisogna dire però che ormai se si vuol essere competitivi lo stadio di proprietà è indispensabile. Ammodernare s.siro sarebbe fattibile ma sarebbe sempre un lavoro a metà non si potrebbe pretendere più di tanto di avere un impianto all’avanguardia in più si dovrebbe giocare almeno per 3 anni in altri stadi il che sarebbe uno svantaggio enorme. Quindi ben venga lo stadio nuovo ma vedrete che ovviamente come spesso capita in Italia l’amministrazione comunale metterà i bastoni fra le ruote!

  5. Oggi Scaroni ha parlato chiaro.
    Anch’io penso che l’amministrazione Comunale metterà molti intralci.
    Alla fine il Milan dovrà fare un nuovo stadio… fuori Milano, vedrete.

  6. Parto dal presupposto che mi piacerebbe uno stadio solo per noi, che sia San Siro o un nuovo impianto. La zona dell’attuale stadio è, ad oggi, ben servita dai mezzi pubblici e dai parcheggi, dunque è ragionevole pensare che si possa costruire uno stadio nell’area del parcheggio antistante, come si legge in giro, demolendo poi l’esistente.

    Tanti ricordi e tante belle cose sono avvenute in quella struttura, ma non è più al passo con i tempi. Un riammodernamento non mi entusiasma affatto e sono sicuro che se facessimo una cosa nuova, ma solo per noi, potremmo iniziare a pensare in grande e digeriremmo in fretta anche il dispiacere della sua demolizione.

    Al contrario l’idea di una struttura, ristrutturata o nuova, ma ancora condivisa con i prescritti non mi piace proprio. Vorrei levarmeli dai coglioni il più presto possibile.

  7. Perfetto Scaroni.

    Non escludo nemmeno che noi ce ne andiamo da San Siro perchè la nostra esigenza di fare qualcosa di nuovo è totale.

    Qui mi sembra chiarissimo ciò che intende fare la società. Il sentimentalismo è una gran bella cosa, ma quello di oggi non è più “quel” calcio. Aggiungo purtroppo, ma è così. Possiamo pure lasciare il mondo come sta, ma poi non lamentiamoci se possiamo permetterci soltanto i Borini (con tutto il rispetto).

  8. Finalmente si rincomincia a giocare. Le soste delle nazionali mi deprimono, anche se allentare le tensioni calcistiche per un po’ non fa affatto male.

    Per lo stadio confesso che ho un dolore profondo nel pensare di immaginare San Siro senza il nostro (perchè è nostro!) vecchio stadio. La sparo grossa, ma sarebbe come percorre via dei Fori Imperiali a Roma e non vedere più il Colosseo. Se il bene del Milan però deve essere stadio nuovo (sarebbe molto meglio senza quegli altri tra i piedi) mi adeguo.

    Questa sera sarà una pratichina parecchio spinosa e noi al rientro dalla sosta non diamo il meglio. Vincere questa sera però in attesa di Roma-Napoli e merde-Lazio sarebbe molto bello.

  9. Oh! Tra un’ora si gioca! Siete tutti morti????

  10. Tra la sconfitta del derby, la pausa nazionale ci ha ammosciati un po’. Ora vinciamola e torniamo “vivi”

  11. POSSO MANDARE A FANCULO TUTTI INDIPENDENTEMENTE DA COME FINIRA?!!!!!!!!!!!!!!
    MI SONO ROTTO I COGLIONI DI GIOCARE CON IL PORTIERE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  12. Non stiamo giocando malissimo, sfortunati con musa ch’io e poi vorrei rivedere bene il tar. Visto così non mi sembrava tanto distante dal corpo. Comunque Rodriguez Calhanoglu inguardabili

  13. Solito atteggiamento del cazzo a inizio partita e solita cazzata che ci condanna.
    Gli altri, chiunque sia, partono a razzo e noi stiamo a guardare. Se ci va bene, ma non è sempre così, poi usciamo anche fuori. Se ci fanno gol salta tutta la nostra eccelsa strategia e dopo sono cazzi.
    Indipendentemente da questo poi incontriamo anche un testa di cazzo come Orsato che ci mette sempre, continuamente, in tutte le partite del suo. E’ il classico arbitro che condizione anche pesantemente una gara. Un esempio: per lo stesso fallo che ha commesso Suso è stato ammonito e Sala neppure fischiato il fallo. Due pesi e due misure che denotano la malafede dell’arbitro.

  14. Rodriguez Calhanoglu inguardabili

    Perchè Suso?

  15. Facciamo cagare. Scegliete voi il motivo.

    Detto questo questa sera si è palesata nella direzione di Orsato, che è il miglior professionista in queste cose, la volontà chiara e netta che non ci vogliono in Champions.
    Quello che è successo è di una gravità inaudita. Malafede limpida ed eclatante.
    Giochiamo da schifo (che nessuno dica il contrario), non facciamo gol neppure se si scansano gli altri, molti presunti buoni giocatori fanno cagare e come ciliegina non contiamo un cazzo come società.

    Vaffanculo!!!!!!!!

  16. siamo allenati da un pescivendolo,ovvio che la squadra non ha ne idee ne gioco ne organizzazione.

    se non lo esonerano subito dubito che si arrivi persino in europa league.

    andrebbe bene veramente chiunque,anche un allenatore da serie b.

  17. Persa un’occasione d’oro viste le partite di domani.

    Invece perdiamo malamente e dopo la partita di Bergamo non ho più visto un bel Milan. La stessa vittoria col Cagliari èvenutya nella ripresa e con più fatica di quanto sembrava il risultato.

    Diciamolo chiaramente ci siamo illusi che potessimo andare in champions, anzi che avessimo una squadra che potesse andarci, potremmo alla fine anche andarci ma se sarà così più per demerito altrui.

    Poi quando giochi male non sei neanche fortunato neanche col Var.

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