SALA D’ATTESA – Il mondo è bello perchè è vario..dicono

Questa settimana non ho un post lungo e articolato da proporvi, perchè sto girando la Lombardia per “sponsorizzare” l’UniBG nelle scuole superiori; è così che mi sono ritrovato a Erba, Lecco, Crema, Cremona e ora Monza. Il tempo vola, internet scarseggia in quasi tutte le sedi, quindi vi preparo un post leggero per sta settimana.

L’articolo è tratto dal “l’oltreuomo” e parla dei vari tipi di giocatori di calcetto. Ho cercato un corrispondente calciatore (o ex) della serie A, per un parallelo, oppure aggiungete voi qualche indicazione dove non sono riuscito.

L’individualista è forse il simbolo del calcetto stesso. Il suo rapporto con il pallone è come quello di Paolo Brosio con la madre: incestuoso e improduttivo. Sembra che il collo del piede dell’individualista sia ricoperto di recettori sessuali attivabili esclusivamente al contatto del cuoio; passare a un compagno è per il soggetto uno sforzo abnorme e ripugnante, ed è fermamente convinto che il suo possesso palla sia un diritto divino, uno ius primae noctis da esercitare su una campionessa mondiale di rivergination. Tendenzialmente ha giocato a calcio fino a 15 anni, sport abbandonato a causa degli incessanti insulti ricevuti, e si è rifugiato nel calcetto avvalendosi del valore dell’amicizia come giustificazione al suo egoismo in campo. Predilige giocare come punta o nella fascia opposta al suo piede preferito, per non cadere nella tentazione di effettuare qualche cross, e potersi accentrare avvalendosi di un elastico, un doppio passo, un aurelio, una fake rabona e un altro miliardo di giochetti imparati studiando i video di Denilson. La squadra perde sempre a causa sua. (Maurito Zarate e la sua “cassada”)
Il rompicoglioni: frustrato e con un carattere naturalmente votato all’invidia, ha un controllo palla degno di un termosifone e al posto delle scarpette veste due grossi hamburger di MacDonald scaduti. Non fa altro che urlare e sbraitare durante tutta la partita, dispensando consigli inutili che evidenziano come non abbia mai giocato a calcio e come non ne capisca nulla in quanto a tattica e movimenti in profondità. E’ la nemesi dell’individualista, con il quale si accanisce ripetutamente, implorandolo di passargli il pallone e accusandolo di meschinità e causa principale delle sconfitte. Le rare volte che l’individualista, esacerbato dalle pressioni, decide autolesionisticamente di concedergli una chance, il rompicoglioni non manca mai di perdere la sfera nelle maniere più goffe e divertenti. Ha uno scatto imbarazzante e un deficit del 93% al dribbling; ciononostante possiede un gran tiro e buone caratteristiche difensive. É fortissimo al fantacalcio. (Clarence il professore. se volete la verità, avevo dei dubbi su chi mettere e quasi a lui non pensavo)
Segretamente odiato da tutti, il truffatore simula lussazioni parziali della spalla, fratture composte del gomito, osteoporosi precoce delle mani e tutto ciò che può costituire una buona scusa per non andare mai in porta. É un giocatore medio e protesta violentemente ad ogni occasione buona chiamando il fallo quando perde palla, anche se è inciampato su se stesso con gli avversari lontani 30 chilometri. É competitivo fino all’esaurimento e molto spesso stringe alleanze con il rompicoglioni contro l’individualista. (Wesley, detto il muto)
La merda:Presenza fissa in ogni campetto, è solitamente convocato all’ultimo momento tra la disperazione generale dei compagni. Privo di qualsiasi tipo di coordinazione e afflitto fin dalla nascita da una propriocezione balbettante, è un disastro sotto tutti i punti di vista. Consapevole di essere scarso, contrappone al disagio un impegno ed una volontà superiori a qualsiasi altro, fino a quando i compagni, stanchi dei ripetuti fallimenti, lo sbattono in porta. Qui la merda non perde l’occasione di sbizzarrirsi inventando nuovi metodi creativi per subire gol con un retropassaggio, ottenendo come risultato una seconda chance in attacco.
A volte, principi della fisica impazziti e rarissimi allineamenti di pianeti, creano situazioni di gioco incredibili che sfociano in un gol della merda. Questo evento è accompagnato da una gioia incontenibile dei compagni di squadra, tale da poter essere paragonata a quella sprigionata all’arrivo delle mestruazioni dopo due settimane di ritardo della propria ragazza. E’ pesantemente preso per il culo dall’individualista. (bomber Luther. ma qui davvero potete sbizzarririvi)
Divertimento assicurato. Il blasfemo ha l’unico compito di allentare la tensione con epiteti sempre originali e brillanti rivolti a Dio. Grande appassionato di zoologia, è dotato di una straordinaria potenza nelle corde vocali. É consuetudine che giochi in fascia, ruolo che gli permette di allungarsi troppo la palla e, una volta uscita sul fondo, espellere poetici moccoli tra la commozione generale. Tutti lo amano. (Gigione dalla bocca larga. Ma questo l’avranno conosciuto?)
Il montero: il nome dice tutto. Grosso, tarchiato e senza capelli, il montero è un difensore vecchia scuola, responsabile di tutti gli infortuni degli avversari e dei suoi stessi compagni. La scatola cranica perennemente esposta alle intemperie, gli impedisce di comprendere le differenze tra calcio e calcetto, portandolo a perpetuare comportamenti contrari al regolamento, come la scivolata, la rimessa laterale con le mani e la gomitata in pieno volto. Solitamente possiede un tiro potentissimo ed abbastanza preciso, che gli permette di realizzare gol decisivi all’ultimo minuto. La sua ragazza è brutta ed arriva al campo con un’utilitaria del dopoguerra, unica fidanzata che non approfitta della partitella per scoparsi il vicino. É l’incubo dell‘individualista, al quale spezza volentieri gambe e braccia. (Crazy Pepe. In fondo capirete perchè. Non potevo mettere Materazzi perchè era l’incubo di Sheva, che individualista non è e perchè Montero sarebbe venuto a insultarmi per l’accostamento)
Il culone gioca spesso da centravanti. Dotato di pessima tecnica ma di straordinaria corsa, realizza una quantità infinita di gol, colpendo la palla con le spalle, con la pancia, con le natiche, con gli occhi, con il polpaccio, con il mento, con il naso, con l’ascella, con il fianco, con la lingua, con lo scroto, ma mai e poi mai con i piedi. Nonostante le incredibili doti realizzative, fallisce sempre le reti servite su un piatto d’argento, ma sa farsi immediatamente perdonare con un gol di tacco in semirovesciata mentre scivola su un precedente sputo del montero. Trova un buon alleato nell’individualista, che immischiandosi in situazioni complicate con duecento avversari in area, crea il terreno fertile per un guizzo del culone. (Superpippo. Il nome inganna ma dalla descrizione non può essere che lui)
Infine quello forte, ex giocatore professionista che gioca in souplesse e non sbaglia un colpo. Ridicolizza gli avversari e li fa sentire delle donne, con finte di corpo e passaggi millimetrici. É amato dal rompicoglioni, che lo strumentalizza per attaccare l’individualista; è odiato dal montero, che non riesce a fermarlo nemmeno sparandogli con una Luger; è rispettato dall‘individualista, che però continua a sentirsi il più forte; è divinizzato dalla merda, che rivede in lui una figura paterna mai avuta; è complice del truffatore, perché sa prendere il gioco alla leggera. Insomma è perfetto, infatti nei campetti non si vede mai. (Leo Messi. Quello forte che “il montero” non sa più come fermare)
(Qui l’articolo intero)
Vi lascio anche un ultimo dato, visto che mercoledì c’è il ritorno dei Champions. FERMATE RAMSEY !!!
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…e ora via, di corsa, che l’autodromo di monza mi aspetta per il bis di studentelli!