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La Gazzetta dello Sport – 3 marzo 2019

Era la 26esima giornata del Campionato di Serie A 2018-2019, non un’era geologica fa bensì appena nove mesi fa, quando il 3 marzo 2019 “La Gazzetta dello Sport” decantava e celebrava il sorpasso del Milan di Gattuso ai danni dell’Inter di Spalletti, 48 punti la compagine rossonera contro i 47 punti della seconda squadra di Milano, e terzo posto conquistato.

Nove mesi dopo, solo nove mesi dopo, la classifica vede il Milan di Giampaolo (7 partite, 9 punti)-Pioli (7 partite, 8 punti) undicesimo e distanziato di 20 punti (!!!) in sole 14 giornate di Campionato dall’Inter di Conte, capolista in solitaria.

Cosa ha fatto la differenza?

Il Milan alla 14esima giornata del Campionato scorso era quarto, distanziato di 4 punti dall’Inter di Spalletti, Vantava il quarto attacco della Serie A con 24 reti realizzate e la sesta difesa con 18 reti subite. Curiosamente anche il 2 dicembre di un anno fa era reduce da una vittoria contro il Parma, 2-1 a Milano, con reti di Cutrone e Kessie (rigore). Si schierò allora con il 4-3-3 così composto: Donnarumma, Abate, Zapata, Rodriguez, Calabria, Kessie, Jose Mauri, Bakayoko, Suso, Cutrone, Calhanoglu. In panchina, a disposizione, tra i più conosciuti i Sigg. Castillejo, Halilovic, Montolivo, Borini, Bertolacci, Conti. Ricordiamo bene tutti, come quel Milan, tra novembre e dicembre fu martoriato dagli infortuni, in particolar modo in difesa e fu un’autentica sorpresa il buon funzionamento della coppia difensiva centrale Abate-Zapata.

Difficile sostenere che per ampiezza di rosa e qualità dell’undici titolare il Milan sceso in campo domenica a Parma sia inferiore al Milan a disposizione di Gattuso per Milan-Parma del 2 dicembre 2018 e nelle prime 14 gare di quel Campionato, dove tra l’altro, l’ex allenatore rossonero, aveva già perso Bonaventura, protagonista assoluto dell’inizio di quella stagione.

L’Inter di Spalletti, invece, pareggiava a Roma contro i giallorossi per 2-2 presentandosi con un 4-2-3-1 così composto: Handanovic, D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar, Asamoah, Brozovic, B. Valero, Perisic, Joao Mario, Keita, Icardi. A disposizione, tra gli altri, l’allora oggetto misterioso Lautaro Martinez, Candreva, Vecino, Gagliardini. Segnatevi bene questi nomi allora in panchina perché questi nomi sono tutti titolari nell’Inter di Conte vittoriosa con la Spal e autrice del sorpasso nei confronti della seconda squadra di Torino, complici anche le assenze di Sensi (quasi cronica) e Barella. Proprio così. L’Inter di Conte, analizzando queste prime 14 giornate, ha trasformato due panchinari dell’Inter di Spalletti, quali Lautaro Martinez e Candreva: il primo nella rivelazione assoluta (8 reti, di cui 2 su rigore), il secondo in un quasi-titolare (già 12 presenze e 2 reti) alla veneranda età di 32 anni. Vecino e Gagliardini sono nelle rotazioni, al pari di Biraghi, Bastoni, Godin e D’Ambrosio. Dei nuovi acquisti solo Lukaku e Barella per presenze e continuità fisica possono considerarsi titolari fissi. Di Sensi da quasi due mesi non si hanno notizie, dopo un brillante inizio. Il suo posto è preso a turno – come detto – da Vecino, Gagliardini e da ultimo da B. Valero.

Eppure l’Inter di Conte ha 8 punti in più dell’Inter di Spalletti, 4 reti segnate in più, perso solo una volta contro le tre della scorsa stagione. Ed è prima.

Cosa ha fatto la differenza? Il cambio Icardi-Lukaku? Non direi. Dopo 14 giornate lo scorso anno Icardi aveva, comunque, già realizzato 8 reti (di cui 2 su rigore) mentre Lukaku è a 10 reti (di cui 3 su rigore). Sarebbe troppo semplicistico sostenere che Lukaku ha portato da solo l’Inter ad avere 20 punti in più del Milan contro i soli 4 punti in più di un anno fa.

Verrebbe da dire l’allenatore ma potrebbe essere altrettanto semplicistico, verrebbe da dire che Higuain lo scorso anno cominciò (fino alla partita con la ex squadra dalla maglia a strisce bianconere) certamente meglio di quanto visto finora con Piatek e Leao, verrebbe da dire che è colpa di Maldini e Boban per la scelta di Giampaolo (ma ricadremmo di fatto sull’importanza dell’allenatore) … cosa ha fatto la differenza? A Voi le risposte.

26 commenti su “Un milanista a Berlino – La differenza

  1. Adamos: con questo bel pezzo (e quella foto) mi hai rigirato il coltello nella piaga. Ma quando ci vuole ci vuole.

    Non riesco a trovare altre risposte che non siano l’allenatore, vorrei trovarne altre ma proprio non mi vengono.
    Anche perchè non sopporto Conte, ma devo ammettere che il cambio di musica all’Inter è evidente.

    Capello diceva che l’allenatore conta per il 30%: loro hanno guadagnato un 30% e noi lo abbiamo perso. L’inter ha guadagnato 8 punti e noi, in maniera simmetrica ne abbiamo persi 8 (se non ho visto male le classifiche comparate).

    Ipotizzo che la combinazione tra il carattere (ombroso) e le idee (complesse) di Giampaolo e il livello di maturità/intelligenza umana/professionale basso della nostra rosa sia stata una miscela esplosiva per il nostro campionato. E mi aspettavo che due persone esperte di campo come Boban e Maldini la potessero prevedere una situazione simile, senza fermarsi a considerazioni come “che belli che sono gli schemini della Sampdoria”. Mi hanno un pochettino deluso.

  2. PJ
    anch’io detesto Conte. Ti dico di più: mai lo avrei voluto al Milan, nonostante tutto.

    Sono sempre stato tra quelli convinti che siano i giocatori a decidere le partite e quando Capello parlava di un 30% di importanza dell’allenatore storcevo un po’ il naso, considerandola eccessiva come percentuale.

    Probabilmente il calcio è cambiato e ora l’allenatore è come un secondo dirigente, con uno staff di medici, preparatori, informatici, analisti, ecc ecc.

    Rimango assolutamente convinto che ci sia divario fra l’Inter e noi ma non di 20 punti. L’undici titolare è superiore ma, addirittura, se andiamo all’ampiezza della rosa e alle alternative, io credo il Milan sia superiore in questo.

    Probabilmente Spalletti e Gattuso si equivalevano o, veramente, Gattuso ha fatto un miracolo e il nostro valore è questo.
    Fatto sta che la tua conclusione è plausibile: noi perdendo Gattuso e migliorando la rosa (per me è così) abbiamo perso 8 punti, loro aggiungendo 2 titolari fissi (Lukaku e Barella) in più e Conte ne hanno 8 in più.

    Se guardi il complessivo delle reti fatte e subite, l’Inter ha migliorato sì l’attacco di 4 gol ma ha lievemente peggiorato la difesa, rispetto alla 14esima dello scorso campionato. E’ la rabbia e il cinismo con cui interpreta la ricerca del risultato, più che la qualità complessiva degli interpreti, ad essere cambiata. E qui chiaramente l’allenatore fa la differenza.

  3. Se si conoscessero con precisione certe risposte il fascino del calcio, dello sport in generale, sarebbe ridimensionato di molto. L’unica certezza nello sport è che la Juventus ruba, il resto è tutto un boh…

    Mi vengono le risposte più semplicistiche, che ti devo dire. L’allenatore innanzi tutto: non deve fare danni, che significa fare rendere al suo massimo il materiale a disposizione. Quelli top, se trovano le condizioni giuste, riescono anche ad andare oltre, e Conte è uno di quelli top. A volte anche i non top ci riescono: Gattuso, lo scorso anno, checché ne dicano i fenomeni, ci era riuscito. Giampaolo, all’inizio di quest’anno, aveva fatto danni incalcolabili, sia tecnici sia psicologici (concordo con PJ a questo proposito: errore assurdo, incomprensibile di Zorro-Paolo), ai quali Pioli sta tentando faticosamente di porre rimedio. Questo ha fatto una parte di differenza.

    Lukaku. Con questo omone bisogna guardare oltre le cifre, che sono comunque notevoli. La sua presenza sta giovando a tutta la squadra, e in modo particolare a Lautaro. Questo fa i gol (li ha sempre fatti, basta scorrere le sue cifre del passato), ma il suo primo pensiero, basta avere visto almeno una partita dell’Inter per rendersene conto, è sempre la squadra, a differenza di Icardi. Fra Lukaku e Icardi le cifre sono più o meno simili, ma in una squadra non di fenomeni quale è l’Inter, un attaccante con quella fisicità e quell’altruismo, in Italia incide molto. Anche questo ha fatto una parte di differenza.

    A volte la somma di due o più spiegazioni semplicistiche danno una spiegazione plausibile. Anche se lo ammetto, venti punti di differenza sono tanti.

  4. L’unica certezza nello sport è che la Juventus ruba, il resto è tutto un boh…

    a questo proposito vorrei sottolineare e ufficializzare a tutti che “juventino” è sinonimo di ladro, ce lo dice la FIGC qui :rotfl: :rotfl: :rotfl:

  5. Mi permetto di aggiungere alla considerazioni già fatte un ulteriore elemento di valutazione.
    I giocatori allenati da Conte sanno che qualsiasi società che lo assuma si schiererà al 100% con l’allenatore basti pensare ai mugugni di quest’estate (e anche di quest’inverno) sulla profondità della rosa e l’immediata reazione societaria che è andata prendere Lukaku e Sanchez.
    Con Conte giochi anche se sei Candreva se ti applichi al 100% e rispetti le consegne, mentre pur essendo Icardi vieni messo alla porta visto che crei più problemi di quelli che risolvi.
    Da quanto non abbiamo una società che ragiona in questi termini?
    Noi stessi siamo ancora qui a rimpiangere Baka (che per altro si è accasato al Monaco, non al Real…) che meritava la pedata nel culo presa a fine anno e a mai più rivederci.
    Se invece assumi un Giampaolo e dopo i primi risultati negativi i primi a non far fronte comune sono i dirigenti, tu giocatore del Milan attuale, con tutti i tuoi limiti già noti, ti fai prendere ancora di più dal lassismo.
    La differenza più profonda, a mio modo di vedere, risiede in questo perché è evidente che anche solo dal punto di vista dell’esperienza non c’è paragone.
    Per altro, sempre secondo questo ragionamento, Gattuso ha dimostrato di essere superiore a Spalletti pur avendo meno esperienza, visto che è arrivato un punto dietro, perdendo due derby (e nella singola partita, invece, Spalletti si è dimostrato migliore nel prepararla, considerando comunque che la rosa dell’inter era superiore anche lo scorso anno a mio modo di vedere; tuttavia senza la colossale cagata del trio Donnarumma Romagnoli Abate, a questo punto saremmo in CHL).

  6. Gattuso era innegabilmente anima e spina dorsale di una squadra fragile. E’ probabile che Gazidis, Maldini e Boban questo non l’abbiano capito davvero fino in fondo.

    Poi qualcosa si è rotto, altrettanto evidentemente.
    Visto a monte il sopraddetto errore di valutazione, facile credere che si sia pensato, invece di aggiustare la situazione, di sostituire Ivan Gennaro con uno “bravo e preparato” ma che anche l’ultimo dei tifosi del terzo anello avrebbe giurato non avere le spalle abbastanza larghe, la faccia tosta, il fisìcc-duroll per San Siro.
    (Poi, oh!, magari dal vivo Giampy è un duro, una roccia, un carismatico, ma non lo sapremo mai a meno che qualcuno di ‘sto blog non prenda il patentino UEFA e ci faccia da insiderz…)

    Quindi direi che la differenza è che la dirigenza Suning non ha sbagliato strategia, la dirigenza Elliott purtroppo invece sì.

  7. @Fede TNE n. 1

    Sono d’accordo sulla Tua ottima considerazione.
    La “professionalità” dei ns. “eroi” ci sguazza in situazioni come quella, colpevolmente, creata dalla ns. società, nell’assumere Giampaolo, cacciandolo poi dopo 7 giornate.
    Se assumi Giampaolo e non gli dai anche Quagliarella, se lui lo chiede, vuol dire che non credi in Giampaolo, già da agosto non ci credi.
    L’Inter con Marotta prima e Conte poi ha mostrato alla rosa due scelte chiare. Si badi bene che io non li avrei mai voluti al Milan ma io ragiono da tifoso, di pancia, sono due soggetti che mi fanno vomitare. Una società ambiziosa se vede Marotta libero lo prende, se vede Conte libero lo prende, a prescindere che anche il tifo interista in buona parte abbia inizialmente storto il naso.
    Conte e Marotta costano tanto? Sarà ma quanto costano Gazidis, Massara, Maldini, Boban, Giampaolo e Pioli tutti insieme? Tanto di meno?
    Lo ripeto l’Inter è più avanti di noi. Ha fatto il suo percorso con la Uefa, viene da due partecipazioni consecutive alla Champions e quindi i Conte e i Marotta non avrebbero comunque accettato il Milan in questa situazione, pur pagandoli quanto richiedevano. Noi siamo l’Inter pre-Spalletti, speriamo di essere rapidi come loro a risalire, attraverso una proprietà visibile, ambiziosa e credibile. Tutte cose che ha Suning.

  8. La differenza l’ha fatta la società. L’Inter ora ha un gruppo solido e che ha voglia di investire. Ha iniziato col prendere Marotta, il quale si ipotizzava dovesse venire al Milan, e poi la ciliegina Conte (idem come Marotta).

    I due non sono venuti al Milan perché non hanno riscontrato sensazioni positive.

    Ora la forbice si è allargata di parecchio rispetto ai cugini, se prenderanno anche Chiesa a gennaio…

    Io penso che con Conte avremmo avuto con questa rosa, almeno 8/10 punti in più.

    Ora Pioli sembra aver inquadrato la situazione e i ragazzi, nonostante per metterla dentro bisogna sudare 7 camicie, stanno dando uno spettacolo migliore rispetto al Milan di Giampaolo.

  9. Quindi direi che la differenza è che la dirigenza Suning non ha sbagliato strategia, la dirigenza Elliott purtroppo invece sì.

    e’ così e aggiungo: quante teste ci sono al Milan in dirigenza e quante all’Inter?

    Nel bene o nel male quando al Milan si sapeva che comandava Galliani col fido Braida direi che, finché Berlusconi ha avuto interesse, qualcosina si è vinto. Poi abbiamo cominciato ad avere Barbarella e Galliani, la castroneria del doppio AD. Adesso siamo a livelli da barzelletta ogni acquisto sembra passare da Massara, poi da Maldini-Boban infine l’approvazione di Gazidis, salvo l’ok economico-finanziario di chi sta dietro ad Elliott. Chi è la dirigenza del Milan?

    Di nuovo, nel bene o nel male, adesso l’Inter ha Marotta e, al massimo, Conte stesso insieme a lui. Stop.

  10. vuol dire che non credi in Giampaolo, già da agosto non ci credi

    vero. Anche questa sensazione è stata sgradevole da parte dei dirigenti

    E aggiungo nella lista la cessione di Cutrone

  11. l’anello debole nostro è la Società. Da quando Berlusconi ha iniziato a parlare di cessione è stato un tracollo dal punto di vista mediatico e, subito a rimorchio, anche sul campo.
    Ad aprile 2016 diceva che “voglio lasciare il club a qualcuno che possa garantire un glorioso futuro”. Le famose “mani sicure” che, esattamente un anno dopo, si materializzavano nello sconosciuto cinese Yonghong Li.
    Non conoscendo niente del mondo pallonaro, e del Milan in particolare, si è circondato (consigliato da qualcuno ovviamente) da Fassone e Mirabelli.
    Gente che pure noi abbiamo idolatrato facendoci abbindolare come idioti, tipo quelli che si fanno fottere con il gioco delle tre carte all’Autogrill.
    Acquisti scriteriati, ingaggi elevati a cifre illogiche, Montella in panchina (esonerato a novembre 2017) e al suo posto Gattuso (promosso dalla Primavera): questo il lavoro svolto.
    Poco più di un anno dopo l’insediamento dei cinesi, altro cambio. E siamo a giugno/luglio 2018.
    Il creditore del cinese, il fondo speculativo americano Elliot, diventa il nuovo proprietario. Licenzia Fassone e Mirabelli minacciando risarcimento danni milionario con un pool di avvocati agguerritissimi e pronti a sbranare chiunque, salvo poi arrivare a concordare con Fassone la resa senza spargimento di sangue. Anche in questo caso la realtà ridimensiona la fantasia.
    Si affida a Leonardo la ricostruzione perché, anche in quel gruppo, nessuno conosce la materia.
    Il brasiliano coinvolge Maldini e tiene Gattuso in panchina nonostante tra loro non ci sia altro che antipatia reciproca e a fine maggio si dimette perché in contrasto con la proprietà e si riaccasa al PSG.
    Gattuso si dimette e nel frattempo si palesa Boban, voluto da Maldini, e Gazidis voluto dalla proprietà.
    Il cambio di allenatore porta la scelta, incomprensibilmente, su Giampaolo.
    Si aspettano le scadenze di contratto per liberarsi di pesi morti: Zapata (ora al Genoa), Montolivo (ritirato e nessuno che l’ha mai cercato), Abate (senza squadra e nessuno che l’ha mai cercato), Bertolacci (ora alla Sampdoria), Josè Mauri (ora al Talleres, Argentina).
    Alla luce di tutta questa vicenda mi sono convinto che se non hai una presenza fisica della proprietà, non vai da nessuna parte.
    Scaroni è il presidente più inutile che abbiamo mai avuto, un preistorico gioppino messo lì per fingere una sorta continuità con la dinastia Berlusconi, quello delle “mani buone”. Uno che se ne va dallo stadio 10 minuti prima della fine della partita, per dire.
    Gazidis, pagato a peso d’oro come un top player ma incapace di portare nuova linfa (sponsor e introiti) ma anzi è riuscito a diminuire il poco che avevamo. E ancora non spiccica una parola in italiano.
    Massara, un ectoplasma. Sembra aver paura della sua ombra.
    Maldini e Boban, imputo loro l’errata scelta di Giampaolo.
    Detto ciò, i giocatori che sono già abbastanza scarsi per volontà della natura, non riescono a fare alcun miglioramento. Non sono in grado di mantenere un comportamento e una professionalità al massimo delle loro, già poche, capacità. Nessuno che li prende a calci nel culo quando serve.
    Scusate la lunghezza.

  12. Non c’è nulla di cui scusarsi quando si centra il punto con così tanta precisione.

    Alla luce di tutta questa vicenda mi sono convinto che se non hai una presenza fisica della proprietà, non vai da nessuna parte.

    Questo, alla fine, è il nocciolo del problema. E’ il rasoio di Occam. Io invece mi sono incartato su allenatori e giocatori; elementi importanti, certo, ma conseguenze di qualcosa di ben più decisivo. E’ vero, la differenza fra noi e loro, quei venti punti, sta tutta lì: la proprietà. La sua credibilità. Presso l’ambiente, presso i giocatori. Una è ambiziosa e presente, l’altra tira a campà allo scopo di vendere a un buon prezzo. Speriamo ci riesca al più presto.

  13. Post e commenti tutti apprezzabili. Ghost ha fatto una sintesi cronologica perfetta.
    Il post poneva una domanda “Cosa ha fatto la differenza?“. E, cominciando dal post stesso, nessuno può dare una risposta perchè in certe cose del calcio non c’è risposta. Di chi fu il merito della vittoria in Premier League del Leicester? E la Champions vinta dal Chelsea nel 2012 fu merito di Di Matteo? Per andare indietro nel tempo e chiedersi di chi fu il merito del campionato vinto dal Verona nel lontano 1985?
    Molto spesso nel calcio accadono cose che noi umani non possiamo neppure immaginare.

    PS: Quando invece leggi “Ibrahimovic: In un derby mandai Materazzi all’ospedale: aspettavo quel momento da 4 anni” è una cosa che non ha prezzo.

  14. Poco da aggiungere a quanto scritto da Ghost.
    Mi chiedo quanto, poi, venendo a delle considerazioni di JTura sull’ambiente, se:

    1) la proprietà influenza l’ambiente;
    2) l’ambiente faccia parte della proprietà;
    3) l’ambiente sia la proprietà stessa e quindi una cosa interna alla società Milan.

    Che cos’è l’ambiente e come si rapporta, se c’è un rapporto, con la proprietà?

    Ben venga Ibrahimovic, ben venga …….

  15. Off topic:

    per chi vuole leggere un paio di parole dalla capra (io lo leggo sempre volentieri)

    Spassoso il suo consiglio a Giampaolo

    “Marco, non ti do consigli, ma una cosa voglio dirtela. Sei al Milan, non è da tutti. Non fare una squadra di fighetti perché ti spaccano in due. Non è quello lo stadio per scherzare. Vuoi un fantasista centrale? Non è Suso. Ma Suso è un gran bel giocatore. Sintetizza, adattati. Il calcio è di tutti. Se non hai il regista che cerchi, niente ti vieta di giocare con due mediani nel mezzo”.

  16. @PJ

    onestamente non rimpiango TECNICAMENTE Cutrone, non mi sono opposto alla sua cessione, dando erroneamente per scontato che con Piatek avessimo un uomo da 20 gol sicuri.
    PROFESSIONALMENTE e UMANAMENTE lo rimpiango ogni volta che vedo l’indolenza di Leao, il quale avrebbe 300mila mezzi tecnici in più ma sembra farci un favore ogni volta che scende in campo.
    Pellegatti, Serafini parlano di un Leao svogliato perché non è titolare. Questo è inaccettabile.
    Credo che Cutrone, pur nella sua povertà tecnica rispetto al portoghese, avrebbe fatto meglio fin qui.
    Ma va detto, avevamo bisogno di una plusvalenza. E non la trovavano con nessun altro.

    Riguardo alla c.d. “capra” non aveva dato consigli sbagliati a Giampaolo e io penso, dato il suo ego immenso, che godrà come un maiale, se i ratti di Torino non lo vincono quest’anno.

  17. Sul titolo del Corriere dello Sport che vedete qui se non l’avete ancora visto, chi ha ragione?

    Il Corriere dello Sport qui e l’Ordine dei Giornalisti qui

    o il Milan e la Roma qui?

    Io non ho letto l’articolo e ho solo visto il titolo, chiedo a Voi.
    Ma soprattutto, l’Inter che sarebbe la diretta interessata e non Noi, che posizione ha preso?

    A me, solo il titolo ovviamente, e vi assicuro che il tema del razzismo è a me caso, non pare razzista. Sbaglio?
    Detto questo io gente come Zazzarroni l’avrei buttata fuori da Milanello già quando ha tradito Mihajlovic.

  18. Sono sulla stessa lunghezza d’onda di Adamos riguardo al titolo del CdSport.
    E anche su quel “simpaticone” di Zazzaroni.

  19. Su Zazzaroni non mi ero formato un’opinione fino alla faccenda di Sinisa. Da allora lo considero una pessima persona. Ma non penso che quel titolo sia razzista. Inopportuno, brutto, sciocco forse, ma non razzista. Di questo appellativo si sta facendo un uso inappropriato un po’ in ogni ambito, e questo è un male soprattutto per le vere vittime di discriminazione.

  20. Bah sono andato a leggere le dichiarazioni di Lukaku e Smalling: loro non hanno preso bene quel titolo, segno che anche se a noi maschi caucasici quel titolo non è un problema evidentemente qualche problema esiste nel nostro modo di affrontare la questione.

  21. Io credo che Lukaku abbia detto una cosa giusta. “Il più stupido titolo che ho mai letto”.
    E lo è. In Italia magari non è percepito univocamente tale ma nel mondo anglosassone sì, per questo le più grandi critiche sono arrivate da due proprietà americane e dai giornali inglesi.
    Mi sono posto il problema che se Lukaku o Smalling si sono sentiti offesi allora è un titolo razzista ma resto convinto sia un titolo “solo” stupido, ignorante e fuori luogo. Degno di chi dirige quel Giornale.

  22. ho letto ora la risposta di Zazzaroni alla questione del titolo, ecc. e ho letto pure l’articolo incriminato e sono arrivato a una conclusione:
    il titolo è certamente stupido, ma visto il periodo commerciale dove il Black Friday ha riempito le teste di milioni di persone avrà influenzato l’autore a scegliere la breve via, invece di cercare qualcos’altro. Dalla risposta di Zazzaroni è evidente che ci sono dietro questioni personali, che non conosco e nemmeno mi interessa conoscere, ma fatico a comprendere la posizione del Milan. Probabilmente anche in questo caso ci saranno conti in sospeso.

    Detto ciò, sono sempre più convinto che i giornalisti veri, quelli con le palle, quelli di una volta che potevano sembrare antipatici, scorbutici e insensibili, quelli che avevano senso del giudizio ma soprattutto senso dell’onore e del rispetto di chi andavano a descrivere o intervistare siano ormai come i Mammuth. Estinti.

  23. Vuoi che possa essere che mi ritrovo a “tifare” per i gobbi perchè le merde concittadine non le sopporto e non sopporto nemmeno gli aquilotti con il loro allenatore piagnone. Tra l’altro due tifoserie fasciste da sempre e, infatti, gemellate.

  24. Dopo che hanno rubato almeno 6-7 punti anche in questo campionato finalmente i ratti sono stati umiliati da una Lazio magnifica. Ieri sera ho goduto come un maiale. Tare e Simone Inzaghi hanno fatto un lavoro incredibile. Come si diceva quest’estate Tare sarebbe stato il miglior acquisto possibile in dirigenza.

  25. Pare ovvio ma aggiungo che se per caso dovesse vincerlo la Lazio al posto dei ratti e dell’Inter il godimento sarebbe astrale e duplice.
    La Lazio l’ho seguita poco l’anno scorso e la sottovalutavo. Ha una qualità dei titolari veramente alta.

  26. Ah di sicuro delle tre la Lazio sarebbe preferibile. A parte i miei sentimenti per le altre due, che non sono di amore, sarebbe il coronamento di un ottimo lavoro svolto nel lungo periodo. Ci credo poco ma ci spero .

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