
Ero uno di quelli che riteneva ormai finita la stagione, e che quindi ha assorbito in modo tutto sommato indolore l’ennesima sconfitta. Confesso che ho preso molto peggio la batosta pomeridiana di Sinner, inflittagli da un grandissimo Alcaraz. Tornando alla sconfitta del Milan, all’interno di essa si sono viste molte delle solite noiose e irritanti vicende stagionali: VAR che si sveglia solo quando deve colpire il Milan (identica situazione della finale contro il Bologna, in quell’occasione bellamente ignorata), Milan che va sotto nei primi minuti, giocatore che commette una sciocchezza imperdonabile e si fa cacciare. È andata più o meno come sempre, insomma.
Bisogna però dire che stasera la squadra non ha giocato come al solito, ossia malissimo. Non mi è dispiaciuta nel complesso, insomma. In inferiorità numerica e sotto di un gol ha schiacciato spesso la Roma nella sua metà campo, creando alcune pericolose occasioni e difendendosi anche abbastanza bene. Il raddoppio dei padroni di casa è arrivato immeritatamente e in un buon momento per noi, su un gran calcio di punizione di Paredes da distanza siderale, sul quale Maignan non è parso esente da colpe. Successivamente il subentrato Leao ha avuto un’occasione clamorosa per pareggiare ma se l’è divorata a tu per tu col portiere, poi il gol di Cristante dopo un batti e ribatti in area ha chiuso definitivamente la partita. Siamo matematicamente fuori da tutte le coppe, ed esserlo dalla Conference League, è solo un gran sollievo.
Un saluto a Sergio Conceicao che all’ultima giornata sarà squalificato, avendo mandato affanbagno l’arbitro ed essendo quindi stato spedito anzitempo negli spogliatoi. Una Supercoppa Italiana, tanta confusione, nessun rimedio alla disastrosa situazione da lui trovata al suo arrivo a metà stagione: avrebbe potuto fare meglio, ma era obbiettivamente una missione difficile, se non impossibile. In bocca al lupo e grazie lo stesso.