23 5 minuti 6 anni

Ho visto tanto calcio nella mia vita e so perfettamente quanto bislacco possa essere questo bellissimo sport. Ho visto per esempio una Roma completare un’interminabile quanto incredibile rimonta sulla Juve per poi, a due giornate dalla fine, vanificare il tutto perdendo stupidamente in casa col già retrocesso Lecce; un Milan dominare il Liverpool per centoquattordici minuti e riuscire a perderci una finale di Champions  League dopo avere condotto anche per tre a zero; un Bayern di Monaco condurre una finale di Champions fino al novantesimo per poi perderla clamorosamente nei minuti di recupero; una Italia fortissima — ma terrestre — battere un Brasile extraterrestre per 3 a 2 ai mondiali ed eliminarlo; e un Milan così così, guidato da un allenatore così così, con Guglielminpietro, Sala ed Helveg titolari fissi, rimontare otto punti nelle ultime sette partite a una Lazio stellare e vincere un insperato scudetto. Quindi, il buonissimo momento del Milan mi rende felice, curioso, eccitato per gli anni a venire, ma non mi crea soverchie illusioni. Potrebbe accadere di tutto nel mese infuocato che attende questa squadra nuova, giovane, bistrattata dai media e dalla parte più tafazzista della propria tifoseria.  Potrebbe accadere che questa squadra asfalti tutto ciò che le capita a tiro, ma potrebbe anche accadere che ricominci a prendere sonori ceffoni a ogni allacciata di scarpini. Sebbene la prestazione contro la Roma sia stata più che convincente, nessuno può azzardare pronostici nel momento in cui sto scrivendo, né in un senso né in un altro.

Comunque vada tuttavia, mi sento già di dire che Gattuso è uno che sa il fatto suo. Dove potrà arrivare come allenatore nessuno può stabilirlo adesso,  il suo futuro dipenderà da diversi fattori. Dal culo, certo, quello è fondamentale in ogni aspetto dell’umana esistenza; ma dipenderà anche dalla sua ambizione, dall’indirizzo che lui vorrà dare a questa sua seconda carriera. Restiamo però nell’immediato futuro: se Rino verrà riconfermato, ne sarò felicissimo. Temevo un suo fallimento, devo essere sincero; e lo temevo più che altro per lui, visto che fino al momento del suo insediamento il cammino della squadra in campionato era stato obbiettivamente terrificante e tutto sembrava quasi impossibile da raddrizzare. Voglio bene a Rino, nei suoi confronti non avrei sopportato eventuali ironie mediatiche, e tanto meno avrei tollerato eventuali stupidi insulti di qualche milanista senza memoria né rispetto. Non che avessi dubbi sulle sue capacità di trascinatore (uno se lo è in campo lo è anche in allenamento e in panchina), piuttosto ne temevo l’inesperienza ad alto livello. Inoltre le sue capacità  come tecnico erano un’incognita: un grande giocatore — Rino nel suo ruolo lo è stato senza dubbio — non sempre diventa un grande allenatore, e difficilmente lo diventa in poco tempo.  Un clamoroso flop non avrebbe sorpreso nessuno, ammettiamolo. Eppure la squadra, dopo appena due o tre gare, ha cambiato fisionomia. Ha cominciato innanzi tutto a correre, e bene,  per 90 minuti, anziché scoppiare dopo 25; a difendersi compatta, concedendo poco e prendendo pochi gol; ad attaccare nel vero senso della parola, ossia puntando la porta con  rapidità e frequenza, e facendolo in modo più vario, sfruttando cioè anche la catena di sinistra invece di incaponirsi come prima continuamente su quella di destra, dove il povero Suso, costantemente triplicato, versava spesso inutilmente ettolitri di sudore. Certo, la prima domanda che inevitabilmente sorge  dopo questa incredibile metamorfosi è: bravo Rino o scarso Vincenzo? Mi piace credere nella prima ipotesi, anzi ci credo, pur essendo consapevole che esiste anche la possibilità che gli enormi demeriti del secondo abbiano ingigantito i meriti del primo. A ogni modo questo confronto, per certi versi antipatico ma inevitabile, lo faremo certamente a fine stagione, a bocce ferme. Anche perché le prossime gare sono veramente difficili, e si sa quanto mutevole sia l’umore di noi tifosi di fronte ai risultati.

23 commenti su “Rino, uno che sa il fatto suo

  1. C’è anche da dire che il naturale processo di inserimento dei nuovi ha sicuramente influito sul rendimento.
    Ma è pur vero che 23 formazioni e 3 moduli diversi in 23 partite hanno complicato enormemente questo processo.
    Inoltre l’aver buttato la stagione a novembre ha tolto pressione a Rino.
    Non so se con Rino ad agosto avremmo fatto meglio, ma so che se fosse rimasto Montella non ne saremmo usciti.

    Ps Montella ha preso tre manite in due mesi. Lo zeman dei poveri.

  2. La rinascita del Milan ha del miracoloso.
    Difficilmente potremo raddrizzare la stagione cogliendo i risultati prefissati perchè il ritardo accumulato i primi mesi è difficile da colmare, tuttavia il lavoro di Rino sul piano atletico, tattico e mentale è sbalorditivo.
    Appartengo (ancora) alla schiera di quelli che pur volendo un bene dell’anima a Gattuso, per l’anno prossimo preferirebbe avere un allenatore più navigato e “sicuro” di lui. Tuttavia è innegabile che la striscia di risultati fin qui ottenuta unita alle prestazioni sempre più convincenti mi stanno facendo strabuzzare gli occhi e se questo trend continuasse a salire, allora la conferma sarebbe doverosa.

  3. C’è anche da dire che il naturale processo di inserimento dei nuovi ha sicuramente influito sul rendimento.

    Pienamente d’accordo ed aggiungo, anche se l’ho già scritto, probabilmente il “bagno di umiltà” di Bonucci. Era arrivato e voleva dimostrare di essere il N. 1 a prescindere in quale squadra giocasse ed invece inanellava prestazioni veramente sconcertanti. Ora invece resosi conto che non era così sta tornando ai suoi livelli, grazie anche al ritorno alla difesa a 4 e la crescita esponenziale di Romagnoli.

    Non c’è controprova che dall’inizio con Gattuso avremmo fatto meglio, di sicuro però avrebbe trasmesso più di Vincenzo, l’attaccamento alla maglia e il cosa vuol dire indossarla.

    A questo punto credo che meriti ampiamente la riconferma a prescindere da come finirà la stagione, poi magari il prossimo anno staremo a scrivere che sarebbe stata meglio affidarla a Conte… È il calcio, ed il calcio vive del “presente”!

  4. Gattuso è un buon allenatore. Ha la capacità di essere (come Conte, come Mourinho) l’uomo forte.
    Non ha uno spogliatoio di veterani trascinatori, niente Costacurta e Maldini, e quindi svolge lui quel ruolo.
    Lui che non era dotato di naturale talento sta insegnando la cultura del lavoro.
    Il lavoro di Rino è FONDAMENTALE, sta forgiando il milan di domani.
    L’anno prossimo o tra due, sarà Alessio a comandare lo spogliatoio, o Jack, o leo, sarà una squadra piena di capitani.

    Al Milan non servono schemi pazzeschi o allenatori geniali, se hai un leader in panchina puoi anxhevincerle tutte 1 a 0 subendo poco.
    Capello ha vinto una Champions e mezza così, per dire.

    Giocate semplici, autostima, titolari fissi, riserve responsabili, media anagrafica bassa, società che vuole investire.

    E non si perde più.

  5. Condivido il post di marcovan, il merito di Rino è stato fare gruppo, far capire ai giocatori cosa vuol dire indossare la maglia del Milan, cosa che negli anni è andata persa. Ha iniziato a far correre di più la squadra, si vede da 1 km che fisicamente stanno meglio, e puntare su 9/10 titolari e insistere un po su una formazione (anche perdendo qualche partita all’inizio). X di più ha sistemato la fase difensiva, abbiamo preso veramente pochissimi gol ultimamente.
    Ora avremo un filotto di partite veramente complicate ma comunque sono fiducioso per il futuro, soprattutto considerando il gran numero di giovani che abbiamo, sono particolarmente orogoglioso di quelli che vengono dal settore giovanile.

  6. Ho visto il Napoli dal vivo a Cagliari stasera.
    Beh, mamma mia.
    Sono dei fottutissimi trottolini che giocano di prima a memoria.
    Sbagliano eh, ma fanno sempre la stessa cosa. Dai e vai, dai e vai, palla avanti palla indietro.
    Entrano in area e il primo pensiero è l’assist, costante. Tirano solo se proprio non possono farne a meno.
    Sono gli ossessivi-compulsivi del pallone.

    Una squadra di automi psicopatici, la stessa imprevedibilità degli instabili mentali.

    Non vedo l’ora che incontrino il Milan di Rino, sarà molto interessante. Vorrei vedere Kessié randellare Jorginho.

  7. Sono gli ossessivi-compulsivi del pallone.

    Lo pensavo anch’io ma credevo di essere l’unico a pensarlo. Almeno ora siamo in due.

    E Sarri mi sta fortemente sui coglioni. Solo come personaggio e modi di fare, eh.
    Uno che mi piacerebbe randellassero è quella fighetta di Callejon. Toglie sempre il piedino nei contrasti ed esulta come un babbeo. Comunque niente in confronto a quello che penso dei gobbi di merda.

  8. Non sempre mi piace il tiki taka. Quello di Guardiola al Barça mi piaceva (aveva Messi, Iniesta, Xavi però); ora il suo City sta facendo sfracelli, ma non l’ho ancora visto giocare quindi non posso giudicare. Mi piace anche quello di Sarri, devo dire, anche se i media esagerano un po’ nell’esaltarne la spettacolarità (Sarri non ha Messi, Iniesta, Xavi). Le pessime imitazioni di tiki taka invece, tipo quella di Montella, mi fanno cagare.

  9. C’è un bell’articolo su Gattuso sulla Repubblica di oggi, alla fine fa un bel raffronto sulla efficacia anche psicologica della semplicità di Gattuso e Il Paron Nereo Rocco… interessante

  10. Il Barcellona vinceva per manifesta superiorità tecnica. Era palleggio insistito, ma zeppo di giocate in sé difficili e ad alto coefficiente di difficoltà.

    Il Napoli è palleggio semplice, ossessivo, sfiancante. Palla avanti e indietro, finché uno non resta
    libero e tira. Se uno si rompe salta il meccanismo, devi giocare sempre con gli stessi.

    Il City fa meno palleggio, imbuca di più. Sfrutta molto la totalità di De Bruyne e le fasce a differenza del barca che giocava per lo più al centro.

  11. Finora ci ha detto bene sulle cazzate di Rodriguez, Biglia, Bonaventura e Donnarumma. La fortuna non dura in eterno.
    Bonaventura se non tiene palla 10 minuti e se la fa fottere, non è contento.
    Speriamo stiano più attenti nella ripresa e riescano a fare un gol, che i supplementari è meglio evitarli.

  12. Bonaventura appunto non lavora svelto, nel finale se la dava a suso andava in porta. Loro più pericolosi ma grazie a nostre superficialità.

  13. Kalinic mai più nella vita, spero lo lascino a Roma sul raccordo anulare. Pure se segna il gol decisivo della lotteria dei rigori.

  14. Prepariamo le valigie….. :winner: :winner: :winner: :winner: :winner: :winner:

    Sì sono risvegliati antichi strizzaculo, come nei giorni migliori.
    Grandi ragazzi.

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