56 4 minuti 12 anni

Emanuelson. Insisto sul ragazzo, poichè trovo che la prestazione dello stesso rappresenti la cartina al tornasole della nostra partita. Premetto che Emanuelson ha giocato una più che discreta partita. Si è mosso, ha dettato il passaggio, si è ben collocato tra le linee, ha creato superiorità numerica e ha fornito potenziali ultimi passaggi. Eppure un fatto che dovrebbe far piacere, mi rabbuia. Caratterialmente e tatticamente il Milan ha fornito una prova alla Emanuelson, una prova da “vorrei ma non posso”. Ciò che è stato sbagliato nel Derby non deve ravvisarsi tanto nella scelta degli uomini, quanto nell’approccio mentale alla partita. Il Milan pur avendo sostanzialmente controllato gran parte dell’incontro, è totalmente mancato dal punto di vista dell’aggressività. Il giro palla è stato sterile, il cambio di ritmo non è mai arrivato, il movimento senza palla è stato pressochè totalmente assente. Ecco spiegato il perchè Emanuelson ha fatto un figurone. L’olandese è spiccato per dinamismo e volontà, laddove la squadra nel suo complesso è stata del tutto apatica e passiva. Inconsapevolmente in balia degli eventi.

Allegri. Quello che più mi ha colpito, non è stata la la scelta degli uomini (che dopotutto mi è parsa quasi obbligata), non tanto la lentezza nei cambi, quanto la mancanza di coraggio. Lasciando perdere la trita querelle degli allegriani/non-allegriani, da sempre ho imputato e imputo una certa rigidità del nostro allenatore nell’impostazione della partita. Esiste un vecchio adagio calcistico per il quale la squadra più forte non deve adattarsi all’avversario più debole, semmai deve essere il contrario. Di per sè ciò è vero, ma esistono eccezioni – neanche poi così rare – che dovrebbero consigliare il contrario. L’Inter di domenica sera ha disputato una partita analoga a quella della Roma dell’anno scorso: 4-4-2 coperto (finto 4-3-1-2), due punte solide per fare salire la squadra e ripartenza con gli esterni. Nella Roma si chiamavano Adriano, Borriello, Menez e Riise, nell’Inter Pazzini, Milito, Maicon e Zanetti. Entrambe le volte 0-1, entrambe le volte fuga sulla nostra sinistra difensiva ed errore opposto di Abate. Ulteriore costante: Ranieri. E’ il caso che il nostro bravo allenatore (per me continua ad esserlo) aumenti la sua elasticità mentale. In un’occasione come quella di domenica, ad esempio, una squadra maggiormente aggressiva, con 3 punte ed Emanuelson terzino, avrebbe potuto fare assai meglio. Senza dubbio avrebbe concesso minor agio e tranquillità alla squadra nerazzurra.

Centrocampo e attacco. E’ evidente che questi siano i due reparti che necessitano quanto prima di nuova linfa. Vi è il rientro certo di Merkel, nonchè quello probabile di Strasser. Mi può anche star bene, ma allora mi domando: dove sta l’errore? Oggi o ad agosto? Prefererei, onestamente, un centrocampista tecnico e di maggior esperienza (Montolivo?), poichè l’assenza di Aquilani e Boateng (gravissima perdita!) nei prossimi 30 giorni potrebbe esserci letale. Il nostro centrocampo è poverissimo di idee e di gioco. Non sempre Ibrahimovic può fare il regista-metodista, il trequartista e la prima punta. Quando non ci riesce, i risultati sono quelli visti domenica, dove a patire non è il solo attacco, bensì l’intera manovra di gioco. Mancano, altresì, attaccanti concreti. Pato e Robinho quest’anno non lo sono. Inutile nascondersi. La falla di un terzino sinistro si può perpetuamente tamponare. Non è con i terzini sinistri che si vincono le competizioni. La mancanza di un attaccante da 15-20 gol no. Ecco che Tevez diviene ancor più indispensabile.

56 commenti su “Prescrizioni della settimana – Considerazioni tattiche

  1. Lol, segna. Rischia un gol che se lo fa cade giù San Siro, ma cmq non rischiamo più di 2 morti visto quelli presenti allo stadio oggi, si fa male e torna negli spogliatoi a 5 minuti dalla fine…

  2. Per quanto mi riguarda è ufficialmente un caso umano.

    … Con me, come tifoso, ha chiuso ufficialmente stasera.

    Zero spirito di sacrificio, zero dedizione, zero passione.

    Il decrepito Ambrosini al 120° sputava sangue per non prendere gol dallo scarsissimo Novara ed evitarsi un’umiliazione.

    Lui era già sotto la doccia con il Badedas in mano a farsi guardare la chiappa malata.

    Una sola parola: VERGOGNA!

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