Un-due-tre, Ibra!

In questi giorni si è parlato molto di piagnistei, di “stile” nelle interviste e nelle dichiarazioni, di “peso politico” di dirigenti e società.
Si è parlato di come possono venire indirizzate le gare in un senso piuttosto che in un altro, mettendo sotto pressione gli arbitri con dichiarazioni al vetriolo.
Superato il momento di rabbia, ho visto che il pensiero del popolo rossonero si stava spostando sempre più fuori dal campo, per soffermarsi sulla parte “giornalistica” del mondo del calcio.
E tutto questo mi ha ricordato l’atteggiamento di una tifoseria a noi ben nota perché ogni tanto passa in questi lidi (ma solo se a +15, beninteso. Ora che sono a -18 non si vedono mica).
Certo, non arriveremo a pubblicare libri sulla prostituzione intellettuale (Dio ce ne scampi, dal cercare scuse così patetiche per le sconfitte), ma da più parti si è invocata una reazione dura da parte di chi ci rappresenta sui mass media.

Sulle prime mi son sentito in accordo con questa linea. Ma ieri un gigante svedese mi ha fatto ricordare che la miglior risposta è sul campo. Sinistro, sinistro, destro, e Palermo al tappeto.
La miglior risposta è nello strepitoso stato di forma di Abate ed Emanuelson, nell’eleganza del più grande difensore centrale degli ultimi 10 anni, nella corsa di Nocerino, nelle finte di Robinho.

Il Jolly rossonero

La miglior risposta l’ha data Allegri. E non solo in conferenza stampa, dove con poche battute ironiche rimette a posto gli sproloqui dell’invasato col toupet.
L’ha data in campo: solidità difensiva, centrocampo muscolare ma molto offensivo, attacco decisivo.
L’ha data in panchina: ha resistito alle critiche della prima parte di stagione, e ha lanciato El Shaarawy nel momento più propizio, rendendolo di fatto fondamentale per questa rosa. E’ stato il piccolo Faraone infatti a firmare il decisivo cambio di rotta che ci porterà in fondo al campionato. Ed è incredibile come abbia saputo utilizzare al meglio la rivelazione della nostra squadra, quell’Urby Emanuelson tanto vituperato nei mesi scorsi quanto fondamentale in questo 2012, al punto da metterci in apprensione per la botta alla caviglia subita ieri.
L’ha data anche e soprattutto in sede di mercato: oltre al già citato Urby, è merito di Allegri la scelta di puntare su Muntari. Il ghanese, 2 gol in 3 partite, si è subito integrato nei movimenti voluti da Allegri. Ha piedi buoni, ed era costretto a fare il randello di centrocampo: adesso ha recuperato motivazioni e volontà, e i risultati sono immediati.

Il più grande.

Insomma, abbiamo una squadra che ha mediamente 8-10 infortunati a partita, ha avuto due periodi neri (subito dopo le preparazioni estiva e invernale), ma comunque è in testa al campionato, praticamente ai quarti in Champions e in uno stato di forma stellare.

Il Milan è sulla buona strada.
Ora deve solo vendere Pato, Seedorf e in generale abbassare il monte ingaggi, fare cassa e portare a Milano uno o due grandissimi nomi (un terzino, un portiere, un centrocampista) per poter trattenere Thiago Silva.
Sono ottimista. Molto.