Da bambino avevo un amico che mentiva su quasiasi cosa. Sulla propria età, altezza, numero di scarpe, mestiere dei genitori, talvolta anche su nome e cognome. In seguito, in adolescenza prese – come tutti noi del resto e in questo caso ci può stare – a mentire su ben altro genere di misure, ovviamente facendolo per eccesso. Il fine credo fosse far colpo sulle femminucce, ma non si trattava solo di questo. Il suo era un vero e proprio vizio, in fondo in fondo adorava sparare cazzate. Alcune balle non avevano alcun senso, erano dette così, soltanto per dire. Per anni, ad esempio, mi fece credere di tifare per il Cesena mentre in seguito venni a sapere da terzi che di gobbi così sfegatati al mondo ce n'erano pochi. L'ho perso di vista per diverso tempo, poi l'ho incontrato recentemente per caso in un bar alle sei di mattina, in condizioni che – guarito o no che fosse dal vizio della panzana – lasciavano intuire che un altro vizio assai più dannoso per la salute, quello della bottiglia, aveva preso possesso di lui.
Galliani suppongo tenga alla propria salute, ha un lavoro da favola, un sacco di soldi e figa a volontà (l'ho già scritto altre volte mi pare, chiedo venia ma l'invidia è un sentimento complicato da sradicare), per cui se non fosse astemio sono convinto che comunque beva con molta moderazione. Tuttavia dal vizio delle balle, Zio Fester, difficilmente guarirà mai. No perché, voglio dire, la specialità della casa, ossia incolpare i famigliari di giocatori e tecnici per partenze in realtà legate al braccino corto del proprietario intenzionato a ridurre gli stipendi e a non intervenire pesantemente sul mercato, è una fandonia che alla lunga stanca la gente. La nausea. Anche perché la bacheca delle balle "sezione colpa dei famigliari" si sta arricchendo, mentre quella dei trofei è al palo da tempo, guarda caso da quando quella delle balle ha cominciato ad arricchirsi.
Ricapitoliamo: Sheva aveva una moglie stronza e figli ansiosi d'apprendere lingue nuove; Kakà aveva un papà venale e rompicoglioni; per quanto riguarda Pato work in progress, si vedrà, ma sono pronto a scommettere che verranno tirati in ballo il babbo, oppure l'ormai ex moglie, magari qualche cugino. Per quanto riguarda Leo discorso a parte: rammento perfettamente, allorché affiorarono i primi rumors di un eventuale cambio nella panca rossonera, che Adrianone aveva pateticamente tentato di propinarci l'ennesima panzana di stampo famigliare, repentinamente cacciata nel dimenticatoio a causa della clamorosa smentita che esplose imprevedibilmente sotto forma di battibecco a distanza fra Essebì e quel palluto falso aziendalista di Leonardo.
Ma Adrianone non è spinto a mentire da alcuna strana pulsione celata nei recessi della sua mente, a differenza del mio amico d'infanzia di cui sopra. Secondo la mia morosa, laureata in psicologia, questa ossessione per la balla famigliare nasconde qualcosa di profondo, verosimilmente un rapporto complicato con la mamma o Galliani senior. Ma gli psicologi si sa, sono tutti un pò fissati con 'sta storia dei genitori. La verità è che Adrianone ha pessima fantasia e scarsa considerazione nella nostra intelligenza. A lui preme soltanto preservare la proprietà da figure di merda. Altro che attriti con Essebì come vorrebbe dar ad intendere qualche cacciavite fessacchiotto (o prezzolato, che è molto peggio).
Veniamo al sodo: se il Milan è quella cosa indefinita che è ora, Zio Fester ha delle colpe, alcune anche gravi. Innanzi tutto ha quella della scarsa fantasia nell'inventar fandonie, come dicevo poc'anzi. Poi non bisogna dimenticare le numerose figure barbine d'immagine a cui ci ha costretti in Italia e in Europa. Di certo, di colpa, ha anche quella dei rinnovi ed ingaggi selvaggi alle mummie, nonché dell'inesistente interesse per il calcio giovanile, ma del resto lui non è mai stato una cima nel calciomercato, se non quando la proprietà era di manica smisurata, ma così son buoni tutti. Di contro, Zio Fester è un bravissimo dirigente di calcio in un contesto come quello milanista dell'ultimo ventennio: meticoloso nell'esecuzione delle missions, gran conoscitore dell'arte di succhiar quattrini ai media, abilissimo pompiere da spogliatoio, sempre pronto a prendersi, del pirla da noi cacciaviti quando la situazione precipita, oppure epiteti tipo "ladro, delinquente, farabutto" da tutte le altre tifoserie. Il tutto battendo ciglio assai raramente.
Secondo me quindi Galliani è colpevole. Molto meno del pesce grosso di cui prima o poi ci occuperemo approfonditamente ma colpevole. Senza ombra di dubbio.