
TOTTENHAM-MILAN 0-0
Undici lunghi anni senza assaporare una qualificazione ai quarti di Champions League. Sembra un secolo. In questo lasso di tempo abbiamo avuto quattro diverse proprietà, sei allenatori, sei capitani (di cui uno ancora ci vergogniamo) e un’infinità di giocatori, molti dei quali non esattamente paragonabili […]
Post Partita Screwdrivers 2.0
Undici lunghi anni senza assaporare una qualificazione ai quarti di Champions League. Sembra un secolo. In questo lasso di tempo abbiamo avuto quattro diverse proprietà, sei allenatori, sei capitani (di cui uno ancora ci vergogniamo) e un’infinità di giocatori, molti dei quali non esattamente paragonabili a quelli dei decenni precedenti (e neppure a quelli attuali, per la verità).
Ho goduto molto ieri sera. Per tante ragioni che vanno oltre la più ovvia, ovvero la qualificazione in sé. Ho goduto per l’allenatore avversario, che in qualche modo stimo, ma che non vorrei mai sulla nostra panchina per la sua storia calcistica personale e il caratteraccio che si ritrova. Ho goduto per la squadra avversaria, la quale sarà pure scarsa secondo i detrattori del Milan, ma che scarsa non deve essere se attualmente si ritrova quarta in classifica di una lega considerata da tutti appartenente a un altro pianeta. E ho goduto anche per i pessimisti cosmici del mondo milanista: spero che questa qualificazione porti loro un po’ di serenità, per lo meno fino alla prossima prestazione vagamente opaca della squadra.
L’andamento della gara è stato più o meno simile a quello dell’andata. Tottenham forte fisicamente e ordinato, a tratti eccessivamente rude, molto dipendente dagli umori del suo giocatore più forte, Milan solido, compatto e grintoso, purtroppo anche sprecone, addirittura molto più a Londra che a Milano. La squadra avrebbe meritato la vittoria anche ieri sera, credo che su questo ci siano pochi dubbi. Il Milan di Firenze aveva probabilmente la testa già in Inghilterra, essendo stata evidente ieri sera la voglia dei ragazzi di proseguire a ogni costo l’esaltante esperienza nel torneo più importante del mondo, ma d’ora in avanti sarà d’obbligo evitare cali di concentrazione di quel tipo. Il quarto posto è troppo importante; fallendolo, anche la qualificazione di ieri sera ed eventualmente — se saremo bravi e fortunati — la prossima, perderebbero parte del loro valore. A meno di vincere la Champions League, ma qui entriamo nel campo della fantascienza.
Fra i ragazzi il migliore è stato senza ombra di dubbio Brahim Diaz: incontenibile, ha fatto letteralmente impazzire gli avversari. Unico neo, il gol sprecato, ma è comprensibile la scarsa lucidità in quel frangente, visto il mazzo che lo spagnolo si era fatto anche in copertura per lunghi tratti della gara. Theo monumentale. Messias impreciso al tiro nelle due occasioni capitategli, ma attento in difesa. Maignan è stato fondamentale come sempre: una sola parata difficile su incornata di Kane a un minuto dalla fine, tante rassicuranti uscite a presa alta, tanta presenza in costruzione da dietro e grande carisma. Perfetto il terzetto difensivo Kalulu-Thiaw-Tomori. Ottimo Tonali, malino Krunic nel primo tempo, bene nel secondo. Stesso discorso per Leao: primo tempo poco brillante, secondo tempo di spessore, a parte qualche imprecisione al tiro. Giroud ha disputato una grande partita, anche se a chi capisce poco di calcio potrebbe sembrare il contrario. Nessuno ha giocato male, neppure i subentrati, anche se c’è chi sostiene che il palo di Origi sia stato più errore suo che sfiga (personalmente non so, non riesco a farmi un’opinione in merito).
Poli on fire. Un milione di grazie, Mister: che altro si può dire dopo una qualificazione attesa da undici anni?