Fatto sta che siamo in attesa che il film inizi, la sala è ancora illuminata. L'agnostico falso juventino c'ignora e inganna l'attesa rimpinzandosi di porcherie mentre noi chiacchieriamo.
"Sembra che Berlusconi sia in trattativa per comprarci." dice uno dei milanisti.
Berlusconi? So a malapena chi è. Quello della TV privata, mi pare. Siamo nella merda fino al collo, Farina coi suoi pastrocchi ha messo in ginocchio la società, la quale sta rischiando il fallimento. A questo punto mi andrebbe bene chiunque, anche questo semisconosciuto miliardario lombardo. Di retrocessioni, francamente, ne ho piene le tasche.
"E' ricco ricco?" m'informo.
"Ricchissimo. E a Milano dicono anche che è molto ambizioso."
Il tipo che parla è mezzo milanese, ha parte del parentado lassù, è attendibile. Vabbè, speriamo che questo Zio Paperone di cui neppure conosco le sembianze ci compri alla svelta.
Lo juventino autentico sorride dei nostri discorsi. Ci snobba, ha appena vinto l'ultimo scudetto di una lunga serie. Neppure gli chiedo un parere.
Mi rivolgo a quello farlocco: "Tu che ne pensi?"
"Penso che ho ancora fame, vado a rifornirmi prima che inizi il film."
Mi sta bene, faccio domande stupide…
Trascorre poco tempo, Berlusconi ci compra. I giornali riempiono le pagine con la storia della sua vita, la cronaca della trattativa ed i retroscena veri o inventati. Seguo maniacalmente la vicenda dedicandomi all'avida lettura di tutto quanto la riguardi. Pian piano mi convinco che qualcosa sta cambiando, e che forse è giunto il momento di smettere d'invidiare ai cugini il loro presidente, il bravo e simpatico Ernesto Pellegrini.
A me piace da impazzire l'ala destra dell'Atalanta, un certo Roberto Donadoni. Ha un dribbling da paura, è giovane, ha due piedi d'oro con cui crossa divinamente. Ma c'è di mezzo Boniperti che è fortemente interessato, e di solito se c'è di mezzo lui è inutile sperare.
L'annuncio: Donadoni al Milan.
Allora ci riprovo, questo giochino non mi costa nulla.
Vado spesso a vedere la Fiorentina assieme al mio amico tifoso viola. Di quella squadra mi piace Massaro. Giovane anche lui e veloce come un fulmine, un centrocampista col vizio del gol. E poi Bonetti della Roma, un buon difensore. E poi Galderisi del Verona, un nanerottolo, ma in area è una sentenza. E poi il portiere Giovanni Galli, anch'egli della Fiorentina e da tempo nel giro della Nazionale. Tutta gente forte in odore di cambiar casacca sulla quale c'è una concorrenza agguerrita. Bum-bum-bum-bum, tutti presi. Non faccio a tempo a sperare che quello ha già comprato.
La presentazione della squadra mi lascia perplesso, gli elicotteri mi paiono un pò una buffonata, un'inutile ostentazione. Ma insomma, quel che conta è che quel tipo, come si chiama… ah già, Silvio, ci ha tirati fuori dalla merda e pensa in grande.
Tacconi, portiere juventino, ironizza sugli elicotteri, dice che saranno utili per darsi alla fuga. E tutti giù a farsi un sacco di risate.
Ma le sensazioni restano ottime. Vuoi vedere che…?
16 commenti su “SILVIO? E CHI E’?”
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Gli elicotteri?? cosa? dove? quando? illuminatemi, non la so sta cosa!
ciao a tutti, è da un po che non scrivo, ma leggo sempre…. 😉
complimentoni a marcovan…
enzu’ la soria degli elicotteri….è facile….Berlusconi scelse l’elicottero per presentarsi al suo primo raduno stagionale da presidente…
il 2 sono io….
Ah, una cosa sobria!
sobria come Gascoigne.
haahah, bella questa!
notte a tutti
buahahahaahah kybli
sobria come gascoigne…
antonio, non ho capito l’allusione finale…vuoi vedere che cosa???
che soddisfa il tuo post precedente come i tuoi desideri di ragazzo???
sperèm de no..
Ciao a tutti.
Devo dire che mi lascia un po’ perplesso tutta questa contestazione nei confronti della società.
L’affare Kakà lo sta gestendo più che bene.
Intanto porta a casa giocatori per la difesa, che ci servono come l’aria. Poi, visto che Kakà non ha mai detto che non sarebbe andato via, ma ha sempre detto che avrebbe accettato quello che la società avrebbe deciso (mettendo così tutte le responsabilità nelle mani di Galliani e C.), ha cominciato a muoversi, finalmente, da Milan.
E risponde. Vuoi andare via?, bene. Mettici in mano 130 mln e puoi andare. (Ricordate Moggi e Zidane? E tutti noi a dire che aveva fatto benissimo Moggi).
Il Milan sta dicendo che nessuno è incedibile. Ovvero nessuno è più importante del Milan stesso. Ed è un chiaro messaggio a tutti i giocatori ed alle altre società. Volete andare via’, Volete comperare i nostri giocatori? Bene, ma qui comanda il Milan.
E questa volta la nostra dirigenza ha rivoltato la frittata e ha messo la “responsabilità” in mano al giocatore. Che dapprima dice, voglio invecchiare qui, e poco dopo dice che invece non vuole andare al City.
Allora: vuole restare a vita, o vuole andare in altre squadre?
Sinceramente non so cosa sperare. Dal lato del cuore ovviamente vorrei che Riccardo restasse a vita con noi.
Ma oggi una squadra di calcio non è solo cuore. Soprattutto per chi deve amministrarla.
Per noi è facile. Basta dire. Kakà resta e comperiamo tutti lo stesso. Con i soldi degli altri.
ma Kakà non è quello che ieri ha dichiarato:”voglio diventare capitano del Milan,dopo Ambrosini ci sono io e poi ha successivamente dichiarato di voler invecchiare nel Milan?”
ma il Milan è quella società dove è tornato a giocare (scusate,a fare panchina) Shevschenko che alla prima partita col Chelsea segnò e baciò ripetutamente la maglia della squadra (Del Chelsea non del Milan) davanti i suoi nuovi tifosi?
Mi pare che in estate anche Gattuso volesse svignarsela per andare in Germania a guadagnare di più.
Rivera, Baresi, Lodetti, Riva, Mazzola, chi erano costoro?
c’è ancora qualcuno che si illude che i presidenti facciano gli inetressi dei tifosi ?
per la cronaca: kakà fa benissimo ad andarsene se gli offrono di più.
è il suo mestiere ed in fin dei conti nessuno gli impedirà di tornare a Milano a 55 anni e di invecchiare all’ombra del duomo. Non saranno certo i soldi a mancargli.
Kakà fa benissimo ad andare e il Milan fa benissimo a lasciarlo andare.
Larssen, come mai non sono andati da Ibra? Ah già, sapevano che sarebbe stato inutile, lui avrebbe rifiutato…
Oppure non se lo caga nessuno? Boh?
Comunque sbaglierò, ma secondo me resta.
Kaka’ farebbe un grosso sbaglio ad accettare il man city, e’ ancora giovane e non puo’ andare a giocare in una squadra piu’ debole. I soldi che guadagnerebbe in piu’ in termini di stipendio rischierebbe di perderli dalle sponsorizzazioni. (anche se giocando sempre nel brasile forse non avrebbe problemi in questo senso)
marcovan, premesso che personalmente credo che Ibra sia (stato) più decisivo rispetto a Kakà, basta vedere i gol che ha fatto quanti punti hanno portato non mi risulta che abbia mai dichiarato di voler diventare capitano dell’Inter o di voler invecchiare qui. Anzi ha dichiarato che vorrebbe andare nella Premier League anche se non subito.Il punto era questo, non altro.Uno che dichiara di voler invecchiare qui che cambia idea. Non è importante se accetti o meno, ripeto, non era questo il punto.
ripeto anche che per me kakà fa benissimo ad accettare. Non dimentichiamo che la tassazione in Gran Bretagna non è come quella che il vostro presidente in sede di campagna elettorale ha dichiarato che avrebbe abbassato.
(oltre ad eliminare il bollo auto ma si sa…ora non è più possibile, colpa dei comunisti ovviamente e non dei banchieri capitalisti!)
insomma marcovan: se Kakà vuole andare vada e amen ma non faccia l’ipocrita!
(discorso valido per tutti, interisti compresi)
Beata gioventù! Voi che credete ancora che i calciatori giochino per una squadra solo per il piacere di indossare quella maglia.
Antonio, spiegaglielo tu come funziona…
Ripeto: Kakà secondo me non va al City neanche per venti/trenta milioni di euro all’anno.
Però sono stati lanciati dei messaggi. Uno del Milan all’indirizzo ad esempio del Real, ovvero che da 120 milioni in su se ne può parlare. E uno del giocatore, ovvero che per 15 e rotti è disposto ad invecchiare altrove.
Lasciamo perdere per favore le dichiarazioni d’amore dei giocatori. Non mi scandalizzano e mi meraviglio che ci sia ancora chi le stigmatizza.
marcovan,ancora una volta diciamo la stessa cosa anche se con parole diverse.
non siamo certo io e te che gli crediamo.