152 14 minuti 15 anni

Non so perché un giorno decisi di appendere le scarpette al chiodo e di passare dalla parte del “nemico” ma così accadde. Sarà stata l’intemperanza giovanile che mi portava più al comando che all’essere comandato e l’antipatia stessa per quei cartellini sventolatimi addosso che mi spinse a essere io stesso lo sventolatore in questione. Non che fossi un picchiatore, anzi, per via della velocità ero io la “vittima” in questione, vittima fortemente portata a reagire con avversari e direttore di gara ovvero spinta a farsi giustizia sommaria da sé. Parliamo di ere geologiche fa; le ere in cui anche la prima e unica (ingiusta e mi brucia ancora) insufficienza in italiano scritto provocava nel Vostro reazioni verso l’insegnante non garbatissime per non parlare di un prof di latino e greco troppo poco elastico di menti per i gusti di un eclettico liceale; le ere delle occupazioni, di Kurt, degli Alice in Chains, di Bob, del Che, delle chiacchierate infinite che non portavano a niente, di una ragazza fatta incazzare al punto da aprire la porta dell’aula durante una lezione in modo da smerdarti davanti a tutti, … ma anche i tempi in cui doveva ancora arrivare Elisa dagli occhi blu in una sera di luglio e una non troppo tranquilla trasferta nell’est europeo e soprattutto il 7 dicembre 2005 e tanto altro, più di una decina d’anni son passati da allora ma un po’ di carattere del cazzo è rimasto come vi sarete certamente accorti.

Torniamo alla giacchetta nera. Non cominciò per caso ma con un preciso scopo: dirigere e comandare una partita, beccarsi i soldi dei rimborsi spese e avere la tessera ufficiale dell’Aia così da poter entrare gratis allo stadio per di più in tribuna centrale. Un’altra cosa cui non vedevo l’ora di arrivare era quella di poter arbitrare gli Juniores così da ritrovare vecchi compagni di squadra e acerrimi rivali conosciuti ai tempi degli Allievi. Come vedete i propositi di un non ancora diciassettenne non erano certo dei migliori, bellicosi rancorosi vendicativi e assetati di comando e ripicca, ma tra questo e il campo per la prima partita ufficiale c’era di mezzo un intero corso di circa cinque mesi con annesso esame finale scritto più orale. Fu quel corso che mi cambiò obiettivi e destini. Capita d’incontrare persone nella vita che o ti migliorano o ti peggiorano ancora di più specialmente nell’età in cui è ancora tutto in divenire e in trasformazione, io ebbi la fortuna di trovare un allora promettente arbitro di Can D, campionato nazionale dilettanti, che amava insegnare nei ritagli di tempo l’arte dell’arbitrare ai novizi. Non farò nomi né dirò la sezione per cui ho arbitrato, non è importante ai fini del messaggio che voglio dare né sarebbe corretto verso delle persone che tanto mi hanno dato, detesterebbero essere pubblicizzate. La prima lezione la ricordo come fosse oggi. Ci ordinò di chiudere il libro del regolamento che ognuno doveva avere con sé, ci guardò negli occhi e disse: “La regola più importante e che non dovete mai dimenticare è la regola numero diciotto, la regola del buon senso, la regola non scritta che detta lo spirito di tutte le altre. Non dovete mai dimenticare che voi dovete intervenire nella partita solo se la partita ha bisogno di voi perché i veri protagonisti sono i giocatori non voi. La partita perfetta è quella in cui nessuno si sarà neanche accorto della vostra presenza”. Fu l’inizio di un percorso iniziato con altri tre amici e che ci occupò fruttuosamente due pomeriggi alla settimana nel terzo anno del Liceo Classico. Lo studio di ogni regola e circolare interpretativa era sempre accompagnato dalla visione di filmati di partite di ogni categoria fino alla Serie D, da reti nazionali e pay tv fino alla più piccola televisione locale il materiale visionato era moltissimo e aveva il preciso scopo d’insegnarci anche un calcio diverso da quello per cui ci eravamo innamorati di questo sport, un calcio che peraltro molti avevano già conosciuto venendo da esperienze a livello giovanile per i campetti di periferia dove si respira ancora la passione e il gusto di giocare fine a se stesso. Nulla era lasciato al caso dall’istruttore con grandissima attenzione ai particolari dalla gestione dei rapporti con i giocatori prima, durante e dopo la gara fino alle modalità di compilazione del referto passando per lo stile di corsa e finendo con la cura per il movimento delle braccia a partita in corso nel fischiare i falli e nel lasciar correre un’azione prestando cautela a evitare di gesticolare smodatamente. Più passavano le settimane più le intenzioni di guerra del Vostro lasciavano spazio al senso di responsabilità per il ruolo che stava per andare a ricoprire, due squadre che si allenano un’intera settimana per quei trenta (Giovanissimi), quaranta (Allievi) o quarantacinque minuti (da Juniores in su) di partita e che hanno diritto al miglior arbitraggio possibile per non veder resi vani i loro sforzi e le loro aspirazioni; cresceva la voglia di riuscire in questa nuova avventura per orgoglio e soddisfazione personali ma anche per non deludere le persone che tanto avevano fatto per darmi gli strumenti e gli insegnamenti corretti per rendere al meglio delle mie possibilità. Con il finire del corso e l’avvicinarsi dell’esame avvenne anche il primo incontro con il gruppo di arbitri effettivi della sezione poiché era consigliato iniziare a frequentare la doppia sessione di allenamenti serali settimanali e mi accorsi con mia grande sorpresa che l’ambiente era assolutamente goliardico e alla mano, perfino i futuri colleghi già in carriera a buoni livelli non perdevano l’occasione per prodigarsi nel dare consigli ai prossimi esaminandi. Ricordo una sera passata fino a tardi con uno di loro a imparare sul campo i movimenti da effettuare a seconda dell’andamento del gioco e della posizione del pallone tenendo conto della mancanza di guardalinee almeno fino alle prime categorie regionali, quindi per tutti i primi passi mossi nella carriera arbitrale. Si rivelerà questa la più grande difficoltà: individuare i fuorigioco senza l’aiuto degli assistenti. Un’altra sera fu perfino dedicata alle modalità con cui fischiare così da far venire fuori un fischio pieno e convinto e non una specie di pernacchia. Ovviamente gli allenamenti finivano in partitelle dove i novizi, come me, erano fatti esercitare ad arbitrare ed è da non credere che peperini ci fossero tra gli arbitri-giocatori, proteste a non finire per ogni decisione, naturalmente calcolate per farci entrare in clima-tensione. Quei mesi volarono, venne l’esame, lo passai ed entrai così a tutti gli effetti nell’organico.

L’esordio avvenne in una domenica mattina assolata degli inizi di settembre del 1998 in un paesotto fuori dal centro città dove abitavo e per giunta con la squadra di casa il cui dirigente accompagnatore era il padre di una compagna di classe malauguratamente avvertita da me e presente al match (era figa quindi ci stava di fare lo sborone). Prima c’era stata la consegna della divisa ufficiale, del taccuino con i cartellini, dei fischietti, della borsa della sezione, dei referti da compilare a fine gara e da spedire al giudice sportivo della zona e la raccomandazione di non dimenticare la monetina per il sorteggio iniziale (sembrano cazzate ma anche solo dimenticare la monetina ti manda in mona tutto!) e soprattutto il cronometro, almeno uno per polso per sicurezza, così se uno avesse dovuto bloccarsi ci sarebbe sempre stato l’altro, ammesso che ci si fosse ricordati di farli partire entrambi e simultaneamente. Un sacco di piccole cose che col tempo diventano automatiche come il rito della consegna della busta con la designazione per posta o più facilmente a mano, il venerdì delle riunioni di sezione cui era obbligatorio partecipare (utile anche per conoscere meglio le colleghe). C’era sempre una certa ansia nell’aprirla soprattutto con l’andare del tempo perché ormai si era imparato a conoscere quali erano i campi più fastidiosi-insidiosi e le squadre più rognose da dirigere. Poi nella busta potevi trovarti a sorpresa la promozione di categoria, cosa cui avevi imparato a tenere se non altro per vedere riconosciuti i tuoi sacrifici. L’orario dei Giovanissimi provinciali, categoria da cui si comincia, era per le 10 e 30 e questo implicava un notevole sforzo con annesse rotture da parte di chi si offriva per accompagnarti nei posti più sperduti visto che la patente a quell’epoca ancora non c’era, il sacrificato prescelto fu quasi sempre mio padre. Tenete conto che si deve arrivare almeno un’ora prima dell’inizio viste le formalità da sbrigare nel pre-partita e soprattutto per non dare la sensazione dell’arbitro che è andato in discoteca fino alle cinque del mattino e che si è ricordato all’ultimo di avere la partita da arbitrare, qualche volta mi è riuscito di fare entrambe le cose quando avevo già acquisito una certa padronanza del mestiere ma è sconsigliabile, garantito e testato. Imparai subito a conoscere fin da quel primo incontro una figura che segna i destini nel bene e nel male dei giovani arbitri: l’osservatore arbitrale. Egli si palesa solo a fine gara per non farti sapere se c’è o non c’è in modo da verificare il tuo impegno a prescindere dalla sua presenza, egli ti dà un voto da uno a cinque, egli varia sempre o quasi e le medie dei voti di tutti quelli che ti hanno visionato sanciscono la fine o meno della tua agonia in una determinata categoria (ho vegetato troppo a lungo negli Juniores provinciali!!).

Una delle cose su cui aveva insistito molto l’istruttore del corso era stato fin da subito il rapporto con i giocatori. Questo doveva essere impostato sul reciproco rispetto e sul dialogo fin dal primo momento, fin dall’appello negli spogliatoi prima del match con in mano le distinte firmate e i documenti dei tesserati da verificare uno per uno. Ci disse: “Quando arrivate al capitano, fermatevi, non importa che sia un capitano di una squadra di giovanissimi provinciali o di una squadra di Serie A, lui è il capitano, responsabilizzatelo, lui è il vostro referente, date solo a lui la mano presentandovi al momento dell’appello, così fate capire a tutti gli altri che è lui che ha tutti gli onori e gli oneri che derivano dal ruolo che i compagni e l’allenatore gli hanno assegnato”. Io feci così fin da quella prima partita e devo dire che in linea generale non ho avuto grandi problemi con i giocatori almeno fino agli Juniores compresi. I “grandi” invece…

Potrei raccontarvi molte cose dei miei circa quattro anni da arbitro. Di quella prima partita vinta dalla squadra fuori casa (ahimè!!) a causa di un gol in netto fuorigioco che io non vidi perché mal posizionato e non ancora abituato a leggere bene i movimenti delle difese da solo (gli assistenti sono di parte in queste categorie e segnalano solo quando la palla esce ma io mi sono sempre poco fidato), di come in quell’occasione il padre assai esagitato di un giocatore locale si appese alla rete urlando ogni genere di improperi al momento della convalida del gol decisivo, della volta in cui arbitrai per tutta la partita col colletto tirato su beccandomi un cazziatone senza precedenti da parte di un osservatore arbitrale, dell’esordio negli Juniores con un dirigente che cinque minuti prima dell’inizio mi entrò negli spogliatoi dicendomi che era appena morto il padre di un giocatore e che non sapeva se e come dirglielo prima di un match così importante (!!!), delle partite arbitrate di calcio femminile in terna con annessi ingressi negli spogliatoi dopo due soli e rapidi toc toc alla porta e relativi post-match più interessanti del solito, delle esperienze da assistente arbitrale con qualche vecchietto pieno di ombre incollato alla tua posizione dietro alla rete che ti lancia ogni genere di "consiglio" per tutti i novanta minuti, della volta in cui espulsi un giocatore che poi mi affrontò al momento di salire in macchina a partita abbondantemente terminata, di come quasi tutti gli arbitri all’inizio della carriera abbiano una squadra del cuore proprio come me e di come a mano a mano che vanno avanti debbano per forza dimenticarsela, … Potrei raccontarvi tanto altro ma mi sa che sono stato già più prolisso del solito per cui concludo solo augurandomi che queste mie “poche” righe possano esservi servite ad avere dell’arbitro una visione diversa da quella così in voga, magari ve l’ho reso più simpatico.

152 commenti su “I MILLE VOLTI DI UN DIRETTORE DI GARA

  1. "…ormai ho una gran confusione in testa sulla questione…"

    ma sai che anch’io?

    cioè, secondo me sta roba che uno è di destra in base a xyz e uno è di sinistra in base a xyz è un lavaggio del cervello che ci hanno propinato per anni.

    xyz  spesso e volentieri non sono valori o ideologie che distinguono destra e sinistra, ma dovrebbero essere cose basilari per entrambi.

    a volte ho come l’impressione che le sboldre che ci governano ci facciano litigare apposta su temi che anzichè  dividerci, dovrebbero unirci.

    il mio sogno è che un giorno, mentre me ne sto seduto sul divano a guardare studio sport, le trasmissioni vengano interrotte e appaia <A HREF=http://www.youtube.com/watch?v=5uEtrTM5Mk4&feature=fvw TARGET="_new">V*</A>.

    ahh…magari.

  2. sadyq, ma perchè non la smetti di mettere in bocca (o in testa) ad altri cose che non dicono/pensano?
    io non ho gioito, mi sono indifferenti, è agli afghani che non sono indifferenti perchè li occupano e stanno dalla parte di chi li cannoneggia.
    Che vivano o che muoiano, mi frega no. Non sopporto la retorica militarista dei funerali col lutto nazionale e basta.
    E mai condannato una dittatura per salvarne un’altra, ho detto di considerare l’insieme, se sapessi leggere…  poi facile preoccuparsi di libertà con l’assistenza sanitaria ed un grado decente di istruzione, ma se non hai nè l’una nè l’altra, non ti poni nemmeno il problema della libertà di opinione o delle elezioni.
    Molti di quelli che oggi si oppongono ad un regime superato dalla storia han potuto ricevere i mezzi culturali per poter sviluppare delle idee grazie al regime.
    E’ un lusso che coetani o anche minorenni del Bronx della civilissima New York piuttosto che di alcune periferie italiane non hanno, visto che a 12 anni sono già in altri giri.
    Non è un "viva il regime", ma magari non è tutto bianco e nero.

    Antonio, in una rivoluzione le vittime ci stanno, è la storia.
    Poi che l’immagine del Che non centri nulla con le manifestazioni pacifiste, d’accordissimo, però fidati che non mi sono appassionato alla storia ed alle idee del Che da giovane liceale scapestrato (mai uno sciopero) ma da studente di Economia all’università, per sopravvivere al p(i)attume umano che mi circondava.
    Ribadisco, senza alcuna esaltazione fine a se stessa, ma credo che diversi punti di vista servano per comprendere meglio il mondo.

    Vabbè, in conclusione, era meglio se Korda avesse usato il Blu al posto del rosso o del nero, contento io e contento marcovan
    😉

    Giuseppe, bellissimo il 47.
    Per me, se avesse saputo cosa sarebbe successo dopo in suo nome, avrebbe fatto il falegname.
    Tipo Moreno Torricelli.
    😀

  3. tornando in-topic, io non ho molti aneddoti, ho iniziato a giocare a calcetto al 4° anno del Classico.
    Momento di gloria l’anno successivo, aggregato alla squadra juniores come fuoriquota (erano in 4 di numero), in una partita segno di tacco, in un altra faccio un fallo assassino…per me ed abbandono il campo bestemmiando in tutte le lingue perchè nel contrasto la caviglia è semplicemente raddoppiata… sotto lo sguardo sbigottito di qualche genitore eheh.
    Meglio all’uni, ed ora mi son specializzato in gol di rapina stile inzaghi (anche stasera doppietta).
    😀

  4. "zio bombarolo"

    si, ma mica come quel babbeo che si è accecato e mutilato.

    se devi fare un gesto sensazionale, fallo bene, che cazzo.

  5. Il mondo arbitrale e tutte le sfumature che stanno a monte sono entrate prepotentemente nelle mie conversazioni nell’ultimo mese.

    Ho cambiato casa, sono studente fuori sede, e adesso tra i miei coinquilini c’è un ragazzo, un carissimo amico, che è lanciatissimo nella carriera arbitrale.
    Praticamente è promosso ogni anno di categoria… un ragazzone di quasi 2 metri, che è la bontà fatta persona.
    Ma si fa rispettare: arbitrare nelle province siciliane è tutt’altro che facile. Risse, carabinieri, coltelli… di tutto.
    E ha una forma fisica spaventosa.
    Gli dò una mano a faxare i referti, e seguo con piacere la sua evoluzione di carriera.
    Adesso fa l’eccellenza nazionale, presto passerà in CND. E ha 25 anni… è al passo con l’età, per arrivare dritto in Lega Pro e perchè no, piu su.
    Mi piace questo mondo, ci mettiamo a discutere di regolamenti ,e commentiamo gli highlights con un occhio diverso.
    C’è tanto da imparare, dagli arbitri: chi sa le regole, è sicuramente avvantaggiato.

  6. Mamma quanto è bello questo post. Davvero complimenti Adamos, mi è piaciuto moltissimo!!

    Mi risulta stranissimo però immaginarti come una testa calda… avrei giurato il contrario…

    In carriera non ho mai avuto un rosso, solo qualche giallo per uscite anzitempo dalla barriera o qualche fallo di frustrazione quando le stavamo buscando… sarà che ho  sempre avuto grande rispetto per gli arbitri e la mettevo sempre sull’umorismo. Pensavo che se fossi un arbitro ed un giocatore (o una squadra) mi avesse insultato e rotto i coglioni, io avrei fatto di tutto per mandargli in vacca la partita… quindi cercavo (e cerco ancora, visto che la carriera non è ancora finita) di esser più rispettoso possibile.. anche perchè una volta che fischiano, è inutile fare uno scandalo, la decisione è presa, non si può più far niente…

    Venendo al discorso politico, (resti tra di noi) a me piace la prima immagine del post 😉 
    Sarà stato un rivoluzionario talvolta sanguinoso, però si è sempre battuto per quello in cui credeva e non ha mai tradito i suoi ideali!

    Quanto alla "politica" del nostro paese, la penso anche io come lo Zio grossomodo.. sono una manica di ladri corrotti… il PD non è molto distante dal PDL (anche come numero di pregiudicati schierati in parlamento)… questa classe politica deve cavarsi dai coglioni… il mio futuro non ce lo vedo nelle loro mani! Paradossalmente pur studiando scienze politiche, credo che ormai questa contrapposizione DESTRA VS SINISTRA debba lasciare posto a qualcosa di più moderno e concreto.. è finito il tempo della politica delle idee.. è ora dei fatti..! Ora come ora il mio voto lo beccherebbe solo Di Pietro con l’IDV oppure il neonato movimento di Beppe Grillo…

    Boa noite… 🙂

    P.S. Zio, ostrecheta, ho risposto al pvt… (parlo così perchè sto imparando il veneto… qua a Porto ho una coinquilina di Adria, provincia di Venezia…)

  7. Eheheeh Betis,
    è perchè a scrivere cerco di trattenere la mia naturale impulsività che comunque è andata limandosi col passare degli anni, ma più o meno latente c’è ancora. Sono contento che ti sia piaciuto il post.

  8. bene bene betis, salutamela.

    p.s. si dice ostreGheta. (però non viene mai usata)(vengono più usate quelle di germano)

  9. Zio, il video è stupendo… stavo ridendo anche io… appena torna da lezione glielo faccio vedere.. 🙂

    Quanto al sondaggio, non l’ho votato ma credo che sarei capace di tornare dal Portogallo in autostop fino a Milano e poi portare a cavalluccio Huntelaar in Inghilterra…

    Ma si sa, che non arriverà nessuno.. anzi si.. forse Beckam e un mezzo seghino sudamericano a casaccio (tipo Grimi), portato da Braida per giustificare il suo viaggio là.. altrimenti sarebbe troppo evidente che è andato a bagascie..

  10. l’"astronave madre" negli ultimi giorni ha sfornato una dozzina di probabilissimi acquisti a gennaio: aria fritta.

    beckham, il ritorno di bonera e il ritorno di borriello.

  11. haha, simulano 300 giocatori al giorno sui campi da calcio, nessuno è mai stato multato! soprattutto se è stato beccato 😀

  12. Dai Enzù, ma lo sai che c’è una congiura di palazzo contro l’inter… 🙂

    Zio, ti confesso che sto perdendo la fiducia nel Borry.. è veramente un rottame a questo punto?? T.Silva cos’ha?? Io propongo di mandare M90 a fare il medico sociale.. è un bravo ragazzo, sta cercando lavoro e tanto per averne uno che non capisce un cazzo di diagnosi almeno diamo lavoro ad un giovane..

  13. più che nel borry, io l’ho persa nello staff medico.

    non ho mai seguito le vicende dei medici (ER e Greys anatomy mi fan cagare)…ma due/tre anni fa non c’era un altro medico? perchè se n’è andato?

    e soprattutto, quanti malanni ha fatto il suo sostituto?

    con questo staff medico, borry è segnato, come chiunque si infortuni.

  14. Secondo me Borriello pippa come un animale e per non farlo risultare positivo lo fingono infortunato…
    A genoa avrà fatto un anno di disintossicazione ma qui  a MIlano c’è ricascato…

  15. beh, in quel caso un giocatore andrebbe licenziato in tronco e senza buonuscita. altro che paracularlo.

    dico in generale.

  16. Berriello pippa perchè è ancora sotto di Belen, a milanello si allena tranquillamente. Non fanno trapelare la cosa perchè ha un precedente per doping e si farebbe anni di squalifica alla Flachi risultando poi invendibile…

    E poi è fatto di cartapesta… Il grande attaccante sbandierato da Galliani ha fatto sì 19 gol a genova, di cui:
    17 nel girone d’andata ( poi si è spaccato ),
    2 nel girone di ritorno,
    5-6 rigori ( me par )
    5 li ha rifilati all’udinese tra andata e ritorno…

    Morale:

    Sta pippa non valeva Gilardino che almeno li faceva un pò a tutti e in tutti i periodi dell’anno e, soprattutto, NON SI SPACCAVA.

  17. ahah, un pò a tutti…

    sisi, dopo che per due mesi dovevamo aspettare che il signorino si sbloccasse.

    un pò a tutti, specie sul 3-0.

    un pò a tutti, basta che non ci fosse in palio nulla di importante.

    un pò a tutti, escluse le squadrone europee e i temibili urawa red diamonds.

    PER FORTUNA CHE SUPERPIPPO C’ERA

  18. Gilardino ha scarsa personalità, però è forte, ma ha scarsa eprsonalità, che nel calcio conta piu di tutto, guarda Gattuso, 2 ferri da stiro e tanta personalità, titolare inamovibile per anni e campione di tutt.

  19. Mr, "ma perchè non la smetti di mettere in bocca (o in testa) ad altri cose che non dicono/pensano?"
    Neanche io, mi sono commosso, ma solo dispiaciuto per la morte, come in ogni altro caso. Se dipendesse da me, non esisterebbero i militari, figurati se sono favorevole all’invasione dell’Afganistan!

    Già, è vero: se non avessero avuto la dittatura, non li avrebbero potuti avere, quei mezzi culturali e magari, sarebbero anche potuti diventare interisti, come i giovani cresciuti nelle province venete democratiche!
    Se non è tutto bianco o nero, non sono certo quelli, i meriti. Anzi, di meriti, le dittature, non ne hanno per niente!

  20. "però la sera ci sono uscito a cena… se l’era segnato il numero XD "

    …maiala sta arbitra!!
    ahahahahahah

    "con uno fatto anche a cazzotti dopo e le ha prese davanti ai suoi bimbi"

    ….e in principio, cominciò così lo stile ultras 😀

    "Beckham, il ritorno di bonera e il ritorno di borriello."

    aahahaha

    MA STO HUNTELAAR…A CHE COSA CACCHIO SERVE?!?!?!?

     

  21. Ciao ragazzi, scrivo raramente ma vi leggo spesso.
    Innanzitutto bel post, io ho arbitrato qualche partita (di basket) e quindi un po’ capisco cosa si prova in quel ruolo. Non ho continuato a lungo quest’esperienza ma devo dire che quello dell’arbitro è sicuramente un ruolo molto affascinante, di qualsiasi sport si tratti.
    Su Borriello: Ma è attendibile la storia che pippa? Questo spiegherebbe molte caso e mi sembra anche verosimile..

  22. Io sono d’accordo con Enzuccio al #128. Gilardino per me è un ottimo centravanti, con qualità importanti ma non ha la mentalità da fuoriclasse, non ha il carattere e la personalità.

    Detto questo, d’accordo con Eric, se devo scegliere tra Borriello e Gilardino scelgo il secondo tutta la vita, basta confrontare le rispettive carriere alla stessa età.

  23. ‘sera… 🙂

    A me il Gila non dispiaceva, non dimentichiamoci che ebbe anche diversi problemi extracalcistici…

    Per me poteva essere un buon punto di partenza per una politica all’insegna dei giovani…

  24. da quello che so io – non che sia nel "giro", eh, ma ogni tanto qualche voce mi arriva – borriello non pippa. è proprio sfigato…nel senso che si spacca spesso. però sono informazioni di mano non primissima, anzi…

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