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Pare che i losangelini del Galaxy abbiano messo gli occhi su Dinho. La notizia prende sempre più corpo e ritengo si possa estrarla dal mazzo delle cagate di mercato che ci riguardano e metterla nel contenitore delle cose serie. Voglio dire, le voci sull'arrivo di Ibra sono una cosa, quelle di un'eventuale partenza di Dinho un'altra. Nel senso che Ibra non ha mai pensato neppure per scherzo di decurtarsi lo stipendio per venire in una squadra senza evidenti ambizioni di vertice, mentre  è assai verosimile che Dinho un'esperienza negli States potrebbe anche aver voglia di farsela: i soldi che guadagnerebbe sono più o meno gli stessi, Los Angeles è Los Angeles, il Milan – come dicevo parlando di Ibra – non è una squadra ambiziosa, o perlomeno non lo è più.

Vado controcorrente, dico una cosa impopolare (l'umore cacciavite va in un'altra direzione, mi pare d'aver capito): secondo me la partenza di Dinho sarebbe un'ottima mossa di mercato creativo (visto che a questo siamo ridotti).

Dinho costa un puttanaio di soldi (come stipendio). Noi siamo un pò pezzenti e se vogliamo ricostruire qualcosa non possiamo permettercelo a causa di un monte stipendi esagerato. A proposito di questo, pare che Kala, Oddo e Janku non siano intenzionati a toglierci parte delle castagne dal fuoco accettando di andarsene o decurtarsi i megastipendi (chiamali fessi, mica hanno obbligato nessuno a proporglieli) (semmai quando se ne andranno sputerò sul primo che rimpiangerà 'ste palle al piede, ma questo è un altro discorso).


Dicevo ci liberiamo di Dinho: okay, grande giocatore, inventore di assist decisivi e gol la stagione scorsa. Ma la stagione scorsa il dentone aveva un obbiettivo importante (peraltro fallito) che il prossimo anno non avrà, ovvero il mondiale. Il prossimo anno, da noi, non avrà inoltre al fianco, per l'ennesima volta, campioni in grado di permettergli di competere per qualcosa di serio, per cui, conoscendo il tipo, non propriamente quello che si può definire un professionista con la P maiuscola (e sono stato tenero), possiamo scordarci che trovi gli stimoli per una stagione sul livello dell'ultima. Inoltre – e questo non è per niente un fattore risibile – quest'anno non ci sarà il carismatico Leonardo a pungolarlo. Quindi, verosimilmente, di Dinho ci resterà lo squilibrio tattico che il suo impiego comporta, ma difficilmente avremo la stessa pericolosità offensiva, peraltro non troppo continua, che il suo genio ci fruttava lo scorso anno.

Insomma, quello di Dinho sarebbe un addio che non mi toglierebbe il sonno. Purché ovviamente – e qui purtroppo mi sorgono i primi dubbi data la gestione degli ultimi anni – i soldi risparmiati venissero poi investiti per cominciare a ricostruire partendo dalle fondamenta, cioè dai reparti arretrati e dalla panca. Se migliori lì non hai bisogno né di un Dinho probabilmente meno incisivo dell'anno scorso né di pur bravi trentenni  come Fabiano.

Della Nazionale non parlo, la vittoria di oggi è scontata.