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Cara, gloriosa, maglia rossonera,

mi rivolgo a te che, a dispetto di coloro che si sono succeduti nei nostri 120 anni di storia a rappresentarti più o meno degnamente, mantieni inalterato lo stile, l’orgoglio e l’amore.

Stiamo vivendo giorni di preoccupazione, per le ragioni sanitarie che ben conosci anche tu. Come se ciò non bastasse, altri malesseri sono in incubazione da molto più tempo. Ma tu lo sai bene.

Ciò che finora erano solo supposizioni, sussurri, adesso esplodono fragorosamente, concretamente. L’idea che ci fosse qualcosa di pesante dietro i troppi, inspiegabili, silenzi di chi ti rappresenta l’avevamo immaginata anche noi, i tuoi amanti.

Noi che siamo solo delle piccole, minuscole, entità nella galassia rossonera l’avevamo capito.

Ti stai trovando in mezzo ad una strada, sola e indifesa, con due schieramenti sui marciapiedi opposti tra loro, che stanno mettendo mano alla fondina e noti anche un ologramma, che li ha a libro paga entrambi, osservarli indifferente dal saloon. Il fuoco, cosiddetto amico, rischia di farti male. E se fa male a te, fa male anche a noi.

Noi che siamo solo delle piccole, minuscole, entità nella galassia rossonera.

Come se questo non bastasse, tu sei vittima anche di chi sta gestendo, male, l’atelier di tutte le maglie che competono tra loro in Italia. Oggi dovevi prenderti una razione di pioggia a Milano, circondata dalla solitudine degli spalti, ma con i colori sempre ben riconoscibili ed il battito di milioni di cuori rossoneri, solo per te.

Purtroppo, oggi, il problema sanitario si è svegliato male ed è molto arrabbiato. Per fortuna non con tutti e non ovunque. Chi gioca nella serie inferiore non viene considerato affatto e li lascia giocare dappertutto, come lascia giocare i bergamaschi in Puglia perché si sa che l’aria del mare fa bene ai polmoni. Qui in Lombardia in tempo non è al meglio e, dunque, stare a casa è bene per tutti. A Torino non c’è il mare e, i nati male e dopo di noi, non sono stati invitati a esporre la loro maglia. Attenzione però che a Torino, mercoledì, è previsto un miracolo: potrai fare la tua passerella. Proprio a Torino dove, ancora oggi mi dicono, non c’è il mare e l’aria salubre. Purtroppo, l’aria buona potranno respirarla solo in pochi ed hanno pensato di invitare alla kermesse solo gli abitanti di quella regione ma solo se indossano colori smorti, tipo bianco e nero.

Ma tu non sarai sola, cara maglia rossonera. Fisicamente non potremo esserci ma con il pensiero, con il cuore, con gli occhi, con le emozioni, con l’anima e tutto ciò che potremo mettere per darti coraggio e supporto.

Noi che siamo solo delle piccole, minuscole, entità nella galassia rossonera.

Una sola cosa voglio chiederti, un messaggio da portare ai duellanti e all’ologramma che li retribuisce. Devi dirgli che noi un’idea da che parte stare, l’abbiamo molto ben chiara: la tua.

Ed implicitamente per chi ti ha indossato con onore, per chi ti ha reso ciò che sei, per chi ci ha reso orgogliosi di indossarti ed esporti anche fuori dall’atelier di San Siro, in strada, in spiaggia, a letto, in palestra. Ovunque.

Ricordagli che noi che siamo solo delle piccole, minuscole, entità nella galassia rossonera, ma potremmo anche unirci tutti quanti e da piccoli granelli potremmo diventare uno scomodo macigno. Ricordaglielo sempre.

Con tanto, tanto Amore

per sempre tuo, Lucio

33 commenti su “Cara maglia rossonera, ti scrivo…

  1. Io non faccio drammi.
    Vediamo come si evolve la situazione.

    Ma meglio schiavo nell’inferno milanista che Re nel Paradiso Gobbonero e Intertriste.

    Spero piuttosto che l’imbarazzante gestione della domenica, fatta solo per consentire ai ladri di uscire dalla tremenda idea di rimborsare i loro pseudotifosi, sia occasione di disinfettare le putrescenze del calcio italiano.

    Purtroppo è un pensiero ingenuo: neanche calciopoli ci è riuscito

  2. Bella lettera.

    Prendiamo atto che la proprietà intende avviare l’ennesima rivoluzione (mi sembra improbabile che Zorro e Paolo possano uscire vincitori da questa battaglia). Fuori quindi le due leggende e Massara, dentro una squadra nuova composta da Aivan. Il quale si sta prendendo una bella responsabilità: l’ho già detto, se con Zorro, Paolo e Gattuso ho avuto enorme pazienza, con lui non ne avrò affatto. Vuole fare di testa sua senza ascoltare chi il mondo Milan lo conosce bene? Okay, un’azienda ha il diritto di fare determinate scelte. Tuttavia non dovranno esistere chiacchiere sulla pazienza, la programmazione e altre fregnacce che abbiamo sentito in tutti questi anni (in realtà non sarebbero fregnacce, ma lo diventano se poi ogni anno tu stesso azzeri tutto quanto): i risultati dovranno essere immediati, non esiste nessun’altra opzione. Quali risultati? Minimo quarto posto, per cominciare. Ma non all’ultima giornata, voglio un campionato tranquillo una volta tanto.

    Paolo e Zorro non avranno grande esperienza e hanno commesso qualche errore, ma meno di quanto si pensi. Quello di Giampy è stato madornale, ma se scorriamo gli acquisti da loro effettuati e il loro rendimento (veterani compresi) non possiamo negare che di calciatori questi due qualcosa capiscano. Ma ripeto, ogni dirigente, in questo caso l’AD sudafricano, ha il diritto di fare le proprie scelte, l’importante è che poi si prenda le proprie colpe. Ché finora, visto il fatturato che è addirittura diminuito, non sembra che nel suo ambito si sia distinto particolarmente.

    Quanto alla serie A, lasciamo stare. E’ il torneino personale dell’ovino, ci fa quello che vuole con il benestare di media, lega, Federazione, AIA. Lo sapevamo già.

  3. Credere che dietro alla ennesime rivoluzione dirigenziale (inevitabile e certa dopo le dichiarazioni di Zvone) ci siano logiche di tipo sportivo non solo è stupido, ma anche ridicolo.
    Se prima Rino e Leo e ora Paolo e Zvone salutano tutti il motivo è uno solo: alla attuale proprietà non frega niente dei risultati sportivi imminenti e futuri.
    Ho troppa stima di tutti e 4 per pensare che se avessero avuto anche solo la speranza che Elliot intendesse VERAMENTE riportare il Milan a un livello decente, avrebbero comunque lasciato la barca in tempesta.

    Io vado oltre marcovan e ritengo che un Milan targato Gazidis e Ragnick, semplicemente, non sia il Milan. Per quanto mi riguarda può giocare anche con una maglia diversa: anzi sarebbe auspicabile.
    Il Milan sta morendo, prima ce ne rendiamo conto tutti quanti, meglio è. Fare la fine del Nottingham Forest sarebbe, allo stato attuale, grasso che cola.

  4. Adesso come adesso la vedo nera come Lapinsù

    cosa rimane del Milan con un AD sudafricano che a malapena sa quali sono i colori, un tedesco preso per fare l’allenatore-manager all’inglese (sarebbe caso unico in Italia), pure l’eventuale dirigente nigeriano di cui si vocifera…

    infatti per me è illuminante il passaggio dell’intervista in cui Boban ribadisce l’importanza della radice italiana e milanese della società e della squadra – se al croato preme sottolinearlo così tanto, per me vuol dire che al contrario Gazidis ed Eliott hanno in mente una strategia tipo RedBull, per capirci… giocatori intercambiabili per squadre intercambiabili

    poi magari stiamo assistendo solo alla morte del Milan di Silvio (per quanto io creda che il Milan di Silvio – alcuni dicono anche Silviott, ammicco-ammicco – finirà davvero solo quando l’ottuagenario lascerà questo mondo per andare tra i più) e voltandoci indietro tra vent’anni riconosceremo che la storia rossonera non si è mai interrotta. Mah!

  5. Abbiamo avuto lutti sportivi veramente pesanti, negli anni.
    Abbiamo visto andar via campioni, abbiamo visto sconfitte brucianti, la serie B, il totonero, società delinquenti, DS incompetenti, arbitraggi penalizzanti e capitani gobbi.
    Eppure fino a domenica scorsa eravamo lì a tifare.
    E lo saremo, giustamente e ovviamente, anche domenica prossima, salvo che la lega di serie juve non decida diversamente.

    Poiché abbiamo tutti, chi piu chi meno, la pelle dura, ritengo che la miglior reazione sia quella di non ascoltare e non parteggiare, anche perché tanto siamo tutti ininfluenti.
    Boban o Gazidis, purtroppo poco importa.
    Che facciamo nuove bandiere italiane, come Gigio e Romagnoli, o che diventiamo un parco giocatori (spero piu simile al Lipsia che al Genoa), importa anch’esso poco, o comunque meno.
    Ciò che importa è che qualche risultato sportivo arrivi, e in subordine che non finiamo in un pantano di mediocrità da zona salvezza.

    Io per parte mia ho deciso di seguire il milan solo nei 90 minuti di campo, e poi disinteressarmene per non farmi il fegato amaro.

    certo è che felice non sono.

  6. Il mio timore maggiore, più che l’incompetenza, è la disonestà.

    Con questo intemndo, pe dirlo in modo chiaro, che il Milan sia l’occasione di arrichimento personale.
    Per questo, con una prospettiva perfida, si può pensare che faccia piacere avere il milan NON italiano.

    Però vediamo. Ragnick fosse in arrivo non sarebbe un pirla sconosciuto.

    Diciamo che se non era per Maldini e Boban sarebbe sembrato maggiormente un ridimensionamento scegliere JP

    Però dobbiamo stare attaccati alla stagione: questa è la cosa più importante

  7. Un altro anno zero fa venire la nausea ragazzi, ma dal punto di vista di Elliott non fa una piega…

    basta dare un’occhiata su wikipedia per capire che la proprietà non è composta da sentimentali

    La scelta Giampaolo è stata disastrosa e ha annientato una campagna acquisti più che buona azzerando il valore di giocatori che alla fine della scorsa stagione erano gioielli di mercato (Paquetà e Piatek), invece di migliorare il -1 dalla CL siamo affondati a livello Parma ma con ben altro monte ingaggi.

    Non ci sono molti successi che Boban e Maldini possano vantare per difendersi, temo che la proprietà non conceda seconde chances.

    Adesso che arrivi Ragnick contano solo i risultati here and now per lui come per Gazidis, come ha ben detto marcovan

  8. ritengo che un Milan targato Gazidis e Ragnick, semplicemente, non sia il Milan.

    Su questo dissento, Lap.

    Secondo il mio sentimento il Milan è Milan dal 1899 a oggi. Non ero d’accordo con i milanisti che tifavano contro perché non sopportavano berlusca (e ce n’erano, credetemi), e impazzisco quando sento di milanisti che considerano Milan solo quello del trentennio berlusconiano.

    L’allontanamento di Boban (pare molto vicino) e quello di Maldini (meno vicino ma scontato, poiché se non ci penserà la proprietà ci penserà Paolino stesso), ci possono anche stare, specie dopo una sfuriata via stampa come quella recente. Non dico che mi faccia piacere, anzi tutt’altro, ma dopo quanto è successo, dopo che gli stracci sono stati fatti volare via pubblicamente, l’esito mi sembra inevitabile. Elliott poteva ascoltare la via di mezzo dei due vecchi campioni, ha scelto la via Gazidis, quella più parsimoniosa, quella che gli permetterà nel momento della vendita di guadagnarci di più. Rimango un po’ perplesso sul manager sudafricano, che non ha ottenuto nulla in un anno e mezzo, anzi, ha fallito decisamente (i numeri non mentono, il fatturato è diminuito), ma credo che certi conti i Singer sappiano farli un filino meglio di me, quindi non voglio addentrarmici più di tanto.

    Come ho detto prima le scelte della proprietà, anche quando non ci piacciono, sono sempre accettabili, purché portino a qualcosa. Non è detto che un insieme di fattori, anche fortunati, non possano far coesistere conti perfetti e risultati, anche se sappiamo tutti benissimo che ai Singer interessano soprattutto i primi mentre al duo di leggende e a noi interessavano soprattutto i secondi. Però ribadisco: pazienza zero. Se li scordi il caro Aivan 50000 spettatori per Milan-Spal, Coppa Italia, ottavi di finale, malgrado la partenza da incubo di quest’anno. Stadio molto più vuoto qualora non arrivassero risultati immediati (non sono un veggente ma è assai prevedibile) e guerra totale social, alla quale parteciperò con molto trasporto.

  9. il senso del mio post è il legame con la maglia, l’ho scritto persino nel titolo ma sembra che non sia abbastanza chiaro.

    La cosa che mi fa andare in bestia è assistere all’ennesima tabula rasa, con gente che manco conosco e che servirà solo a far scemare l’affetto verso chi, all’interno di quella maglia, ci ha messo oltre al corpo anche l’anima. Che ha trasmesso valori sportivi e ha legto milioni di persone.

    Il Milan è un’azienda, lo sappiamo bene, ma oltre ai dividendi qui ci sono i sentimenti. Questa cosa è meglio la capiscano in fretta il nostro “magico” Aivan e il suo capo Singer, come devono capire che non ci saranno più scuse da oggi in poi. I risultati dovranno essere immediati perché poi qualcuno è facile li prenda davvero a calci in culo.

  10. Secondo il mio sentimento il Milan è Milan dal 1899 a oggi. Non ero d’accordo con i milanisti che tifavano contro perché non sopportavano berlusca (e ce n’erano, credetemi), e impazzisco quando sento di milanisti che considerano Milan solo quello del trentennio berlusconiano.

    Voglio precisare che non rientro in questa categoria, marcovan, e non vorrei che il mio commento sia male interpretato.
    Sono assolutamente d’accordo con te, su questo, e ritengo che esista un solo Milan.

    Se posso amare un Milan che non vince e non può competere per farlo, tuttavia non riesco ad amare un Milan che non mi fa più sognare. Il Milan che sta costruendo Elliot castra qualunque idea di sogno per il semplice fatto che il risultato sportivo (immediato o futuro) non ha più alcun valore perchè l’importante è consolidare gli elementi che favoriranno la futura vendita, anche se questi cozzeranno con l’esigenza di costruire una squadra decente.

    Boban avrebbe dovuto evitare il suo sfogo e lavare i panni sporchi in casa, ma è chiaro che la frittata era già fatta e da tempo.
    Se la proprietà avesse un progetto sportivo serio e lungimirante, non caccerebbe i due dirigenti dell’area tecnica dopo neppure un anno, indipentemente dagli errori commessi.
    Il fatto che invece Elliot abbia di fatto già silurato Zvone e Paolo, implica che il progetto sportivo non c’è, o comunque non è compatibile con il concetto stesso di Milan (con Ragnick se va bene diventeremmo una sorta di Udinese o di Atalanta).

  11. sapete che mi è venuto in mente ora che, tra le cariche istituzionali del Milan, c’è anche il Presidente?…. :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
    Scaroni!!! Uno dei Presidenti più inutili e anonimi che questa Società abbia mai avuto.

  12. Siamo tutti sulla stessa barca dai colori rossoneri che naviga bene o male da 120 anni nel tempestoso mare del calcio.
    Sono anch’io con Marcovan e l’ho sempre portato avanti con forza nel dire che esiste un solo Milan, più o meno vincente, più o meno bello, più o meno gradevole, ma l’amore del tifoso è un po’ come l’amore per i propri figli: incondizionato.
    Guardate, sono addirittura arrivato a trovarmi d’accordo con coglionesemper sul titolo dell’ultima sua esternazione odierna “Lasciate sbagliare Gazidis”. Che poi è quello che sta dicendo qui in nostro Marcovan: la proprietà ha il diritto di scegliere l’AD che gli pare, l’AD giustamente deve fare quello per il quale è pagato, i risultati saranno il bilancio che i tifosi avranno per giudicare. E, come la proprietà ha il diritto di gestire i propri soldi, i tifosi hanno il diritto di manifestare il proprio gradimento o meno.
    Speranze? Quelle se ne sono andate da un pezzo e ogni anno che passa ne perdiamo ancora di più di quello che forse possediamo. Sarà dura affrontare un ennesimo anno zero e, giustamente, per riportare un po’ di entusiasmo questa volta ci vorranno solo e unicamente i risultati, non basteranno le promesse o i programmi.
    Sappiate che tiferò per Gazidis e per Rangnick, se, come sembra, arriverà, perché io nella mia vita non mi sono mai sognato e non mi sognerà mai di tifare contro, ma il giudizio, al pari di quello di chi commenta qui, sarà duro e spietato.

  13. Il modello a cui aspira il Milan è chiaro: è quello dell’Arsenal. Le vittorie sono importanti ma secondarie, ciò che conta è fatturare. L’acquisto di un Bennacer dall’Empoli (destinazione Milano) o di un Torreira dalla Sampdoria (destinazione Londra) rientrano nella stessa logica. Il Milan ha la terza rosa più giovane della Serie A, attualmente l’Arsenal ha la seconda rosa più giovane della Premier League.

    L’Arsenal è in Europa League da tre anni, e nei setti anni precedenti ha sempre ottenuto lo stesso risultato in Champions League, cioè gli ottavi di finale. Tralascio i discorsi sullo stadio di proprietà, ormai ripetuti millemila volte.

    Per carità, la palla è sempre tonda, poi i giocatori possono crescere, si becca qualche acquisto molto fortunato e si torna in Champions League, magari si vince una Coppa Italia e si lotta per lo scudetto (senza vincerlo, però), però questo è il tipo di futuro che aspetta il Milan in mano a Singer e Gazidis. Chiunque, da Boban e Maldini fino all’ultimo dei tifosi, si sia fatto un’idea diversa, secondo me si è sbagliato (e, ahilui, illuso) di grosso.

  14. con Ragnick se va bene diventeremmo una sorta di Udinese o di Atalanta

    Ah di sicuro. Se venisse l’Uomo-Rangnick le partenze di Gigio, Romagnoli e Theo sarebbero scontate, o per lo meno mi stupirei del contrario. Ma se diventassimo Atalanta non sarebbe male, vorrebbe dire squadra da zona Champions. E se noi diventassimo squadra da zona Champions, saremmo molto più allettanti per un nuovo e potente proprietario. Poi le prospettive cambierebbero totalmente, mentre l’Atalanta resterà sempre l’Atalanta. Però deve succedere tutto molto rapidamente per quanto mi riguarda, e sono certo di essere in buona compagnia. L’impresa è molto complicata, bene e presto nel calcio vanno d’accordo molto raramente.

  15. Il mitologico stadio di proprietà! Il taumaturgico stadio di proprietà!

    La Juve ha lo stadio di proprietà da, bho, dieci anni?, pagato casualmente un prezzo fuori mercato (al ribasso), è stabilmente in Champions, i migliori sponsor, ha lo ius-primae-noctis sugli acquisti in Serie A
    ciononostante ha finanziariamente talmente l’acqua alla gola da preferire mandare in vacca un intero campionato pur di non restituire 3/5 milioni di biglietti già acquistati per una partita a porte chiuse… e questo dopo un aumento di capitale da 300 milioni, se non sbaglio.

    Quando i supermanagerz italiani capiranno finalmente che il fantomatico “modello inglese” (a parte emiri ed United) si regge in realtà sugli abnormi diritti televisivi, sarà sempre troppo tardi
    ma sono discorsi che abbiamo già fatto e ripetuto molte volte

  16. Marcovan

    l’Atalanta ci ha messo anni a costruire la squadra da Champions (e Gomez, Ilicic, Ciccio Muriel, Zapata… sono tutti verso la trentina o anche più vecchi)
    la Lazio dei miracoli ha lo stesso ds DAL 2009 – sì, Tare è lì da più di dieci anni – e solo adesso potrebbe raccogliere frutti dopo anni a raccattare i peggio carneadi e bidoni dalle più misconosciute leghe europee

    noi dove vogliamo andare cambiando direttori sportivi e allenatori più spesso della biancheria intima? cioè, le uniche luci della stagione sono Bennacer, Rebic, e soprattutto Theo. I migliori acquisti fatti da, boh, VanBommel/Cassano il gennaio d otto anni fa? al netto dell’errore gravissimo su Giampy, forse converrebbe dare un’altra occasione a Paolo&Zvone, o no? meglio la tabula rasa, invece?

    Gazidis e chi lo stipendia mi sembrano folli.

  17. Sono più giovane di alcuni di voi (ho 41 anni) e sono stato fortunato perchè sono cresciuto col Milan di Sacchi e diventato uomo col Milan di Ancelotti.
    Tuttavia quando leggo marcovan dire che

    se diventassimo Atalanta non sarebbe male

    mi si arricciano i peli di tutto il corpo.
    No.
    No.
    No.
    Non mi rassegnerò mai al fatto che il Milan sia come l’Atalanta.
    Il Milan più brutto dovrebbe essere qualcosa di più bello della migliore Atalanta che possa esistere.

    Il Milan modello Arsenal che vuole creare Gazidis io non lo posso sopportare.
    E badate bene che il problema non è l’imminente addio di Zvone e Paolo (pare sia questione di ore), non sono una vedova di nessuno. Il problema è che il Milan modello Red Bull a me fa accapponare la pelle. E liquefare le palle.

    Mi spiace, ma il Milan è un’altra cosa, una cosa molto diversa da quella che stanno disegnando Gazidis e il cravattaro che ci possiede.

  18. l’Atalanta ci ha messo anni a costruire la squadra da Champions

    Infatti l’ho scritto. A meno di grandi colpi di culo, è tutto molto difficile.

  19. Marcovan, giustamente scrivi che l’operato di Gazidis è stato fallimentare, a giudicare dai numeri. Però, obiettivamente, anche quello di Boban/Maldini lo è stato da un punto di vista sportivo.
    Le aziende devono essere gestite da manager competenti, non da ex giocatori, per quanto belli e simpatici. Il direttore (di produzione o sportivo, nel caso del Milan) deve prendere ordini dal manager ed eseguirli, punto. “Mi servono X giocatori per un totale di K milioni di euro” e tu (direttore) esegui. “Ho bisogno del tale allenatore” e tu “direttore” esegui. Se vuoi sceglierlo tu “direttore” l’allenatore o ti compri una squadra oppure studi e fai in modo di diventare manager.
    Sinceramente mi dispiacerebbe di più se venissero allontanati Donnarumma e Rebic piuttosto che Boban e Maldini

  20. Modello Arsenal : praticamente non vincere una mazza !
    Almeno mi metto tranquillo per l’estate che verra’, senza sperare in acquisti importanti.
    In panchina dopo il maestro, ecco il professore……..

  21. Cui

    su Boban e Maldini non sono mica tanto d’accordo. Nel loro ambito, ovvero quello tecnico, hanno sbagliato l’allenatore, ma qualche buon/ottimo giocatore l’hanno portato. Donnarumma a parte, i giocatori in rosa col massimo rendimento li hanno portati loro, questo è un fatto. Gazidis aveva solo un compito, almeno ufficialmente, ovvero aumentare il fatturato, il quale però è addirittura diminuito. Tuttavia il posto lo conserverà lui. C’è qualcosa di aberrante in questo. Dici che ti dispiacerebbe di più per un allontanamento di Gigio e Rebic: ecco, a me viene facile pensare che è proprio perché Paolo e Zvone hanno perso la loro battaglia che questi (e altri) giocatori se ne andranno.

  22. Attenzione che il modello Arsenal si è rivelato sportivamente insulso in un’epoca in cui non c’era il FPF, nel periodo di transizione tra il calcio dei magnati e il calcio degli emiri.
    Chiaro che se valuti l’Arsenal nel periodo in cui al City arrivano gli arabi e al Chelsea i russi, un modello del genere non è compatibile.
    Se il FPF, anziché la buffonata che è stata adesso (e che ci ha bastonato), riporterà a piu miti consigli le società che con il loro modo di fare schiacciano chi cerca un modello di azienda virtuoso, allora forse il modello Arsenal sarà vincente.
    In un calcio giusto e corretto, un organismo onesto e superpartes distruggerebbe economicamente e sportivamente coloro che han comprato tutto: stadi, calciatori, arbitri, campionati, il calcio intero.
    Mi auguro di veder distrutte società come il PSG, i gobbidimerda, il City, il Chelsea, e compagnia cantante.

    Noi siamo comunque senza proprietà: il modello Arsenal non è finalizzato a “stabilizzare” una società di proprietà di un tifoso illuminato e ricco che vuole rispettare le regole; da noi il modello Arsenal serve solo a renderci appetibili sul mercato per qualche emergente che vuole entrare nel calcio che conta, e che ha soldi da spendere.

    Tocca aspettare. Intanto Pioli potrebbe dimettersi domani dopo la partita coi gobbi.
    E via di traghettatore fino a fine stagione… Ibra si incazzerà da morire.

  23. Darko

    contesto la tua affermazione. Il modello Arsenal era sportivamente insulso dieci anni fa, è sportivamente insulso pure adesso.
    Ipotizziamo che il “modello Arsenal” non serva a portare una squadra al livello dei grossi calibri ma un gradino o due sotto; diciamo che in una situazione ideale dovresti essere li a giocartela quando le prime della classe sbagliano la stagione, come può sempre capitare.

    Ecco, nella stagione in cui il City degli Emiri ha fatto schifo, la Premier l’ha vinta il LEICESTER con una squadra composta letteralmente da ex-galeotti, giocatori di Serie B, un centrale difensivo obeso ed un allenatore gentiluomo, sì, ma trattato come una macchietta.

    E l’Arsenal non è arrivato punto a punto, ma 10 punti dietro.

  24. Cui

    su Boban e Maldini non sono mica tanto d’accordo. Nel loro ambito, ovvero quello tecnico, hanno sbagliato l’allenatore, ma qualche buon/ottimo giocatore l’hanno portato. Donnarumma a parte, i giocatori in rosa col massimo rendimento li hanno portati loro, questo è un fatto. Gazidis aveva solo un compito, almeno ufficialmente, ovvero aumentare il fatturato, il quale però è addirittura diminuito. Tuttavia il posto lo conserverà lui. C’è qualcosa di aberrante in questo. Dici che ti dispiacerebbe di più per un allontanamento di Gigio e Rebic: ecco, a me viene facile pensare che è proprio perché Paolo e Zvone hanno perso la loro battaglia che questi (e altri) giocatori se ne andranno.

    Boss, però bisogna avere una visione più ampia. Il proprietario del Milan non è un ricco milionario/miliardario italiano o comunque una persona che si occupa direttamente o più o meno da vicino della gestione della società. Il Milan è in mano a un fondo di decine di miliardi di dollari che ha tante gatte da pelare. In Italia litiga con Vivendi per Tim (fatturato di 19 miliardi di euro, asset per 65 miliardi), ed è notizia di questi giorni che negli Stati Uniti sta cercando di mettere le mani su Twitter (fatturato di 3,5 miliardi di dollari, asset per 10 miliardi). Tanto per fare un altro esempio, lo scorso anno ha comprato Barnes & Noble, una delle più importanti catene di librerie americane, con un fatturato di 3,5 miliardi di dollari e asset per 1,7 miliardi di dollari. L’Associazione Calcio Milan S.p.A. è un pesce piccolo nel mare delle aziende controllate dal fondo (fattura poco più di 200 milioni di euro ed è in costante perdita), e a New York hanno scelto un uomo che si possa occupare della società a Milano. Gazidis, perciò, in questo senso è quasi intoccabile. Se lui chiama in America dicendo che certi dirigenti vanno fatti fuori, nove volte su dieci gli danno carta bianca, e non per un atto di fede, ma semplicemente perché a lui è delegata (quasi) ogni decisione.

  25. Corrado, ma ce l’ho la visione più ampia che dici tu!

    ogni dirigente, in questo caso l’AD sudafricano, ha il diritto di fare le proprie scelte

    Questo ho scritto lassù e lo ribadisco.

    Però queste scelte mi fanno cagare. E siccome mi fanno cagare pretendo portino buoni frutti sportivi immediatamente. Attendo. Poco pazientemente però, comincerò a fare le pulci sin dal primissimo respiro milanista dell’Uomo-Rangnick e staff.

  26. Nell’arco di meno di 1 anno Gazidis ha silurato 4 uomini di calcio (1 allenatore + 3 dirigenti) cambiando di fatto 3 volte in pochi mesi il progetto tecnico.
    Non consideriamo per un attimo che questi 4 uomini di calcio sono stati 4 nostri grandi giocatori, immaginate che fossero stati professionisti ingaggiati ad hoc. Cosa pensereste di una gestione del genere?

    Partendo dal presupposto che nè Gazidis nè Elliot sono degli sprovveduti, una gestione così schizofrenica deve avere delle motivazioni che non posso comprendere o immaginare, tuttavia mi sento di escludere che tra esse ci siano obiettivi sportivi precisi e programmati.

  27. Mi spiace molto x Boban e Maldini. Gazidis non mi è per niente simpatico, devo però dire che questo Rangnick visto il suo curriculum, quello che ha fatto nelle squadre dove è passato mi incuriosisce parecchio…

  28. Fre, io ho detto che dieci anni fa era insulso, oggi FORSE è vincente, a condizione che il FPF sia un paradiso di onestà ed equità, e sappiamo che non è.
    E ho aggiunto che le finalità dell’adozione di questo modello sul Milan sono ben altre rispetto a quelle che aveva ed ha la proprietà dell’Arsenal.
    Che oltretutto è una squadra sfigata di merda, è l’inter della premier.

    oltretutto, non è che i big money siano garanzia di successo: ci vuole un grande progetto sportivo, e anche una bella dose di culo (basti ricordare le champions di chelsea e inter).
    Il city infatti fallisce la champions ogni anno, proprio come i gobbi e il psg.
    e il real la vince anche nelle stagioni in cui è in forte calo.

    Quello che ha fatto le operazioni migliori, difatti, è il Liverpool.
    Ha costruito piano piano una corazzata, con investimenti mirati, ha tenuto sempre in considerazione l’anima dei tifosi (che io rispetto tantissimo, ed è stato un piacere darle e prenderle negli anni 2000: sebbene siamo dalla parte sbagliata della storia, la loro rimonta del 2005 è epica ed è bello che a viverla sia stato il liverpool piuttosto che una squadraccia qualsiasi, my two cents).
    Oltretutto, hanno preso Klopp nel 2016, e solo con lui (e con l’acquisto di Salah) sono riusciti a conquistare il piazzamento in champions dopo ben 11 anni.
    Da lì, hanno strutturato la squadra, e hanno fatto 2 finali di cui una vinta, piu vari trofei minori, e quest’anno hanno ammazzato il campionato (in premier è cosa tutt’altro che ovvia).
    La squadra è saldamente gestita in campo dai due inglesi, henderson e milner, che hanno elevato di tantissimo le loro prestazioni, e ha un attacco velocissimo e moderno (manè, firmino, salah) a cui è stata data fiducia negli anni (sono li dal 2016) ampiamente ripagata.
    Di fatto, il progetto sportivo di Klopp ha inciso tantissimo nell’elevare il rendimento di gente che pochi anni fa arrivata quinta.
    E la proprietà americana ci ha creduto, investendo bene (Salah).

    A questo bisogna tendere, con pazienza e fiducia.
    Noi che in 4 anni abbiamo avuto Berlusca con i due AD, poi la cessione saltata a mister B, poi Yonghong Li e il Mirafax, poi Elliot e Gazidis/Boban/Maldini/Massara (troppa gente), e ora si cambia ancora… dove cazzo vogliamo andare?

  29. almeno speriamo di non bruciare più bandiere… almeno questo

  30. DOMENICA ALMENO SI TORNA A GIOCARE E NON ALLE 12,30!!!!

  31. Entro nell’argomento con molte incertezze.
    Intanto la frase di Ibra: dovrebbe girare come “pubblicità progresso”.
    Non credo che abbia nulla a che fare con le sue scelte per il prossimo anno.
    Prossimo anno che sarà comunque tutto da scoprire.
    Solo il tempo e i risultati ci potranno dire chi ha scelto bene.
    Io tengo sempre presente che nel Basket l’Armani Milano ha soldi+tradizione+Allenatore+Giocatori+Strutture+… eppure non riesce a emergere.
    La vicenda Boban mi preoccupa più per i riflessi immediati che per la prossima stagione.
    Boban è sicuramente un uomo che ama il Milan, ma questo non è garanzia di infallibilità.
    Quando Berlusconi arrivò accantonò una figura sicuramente Milanista ma ingombrante come Rivera che fuori dal ruolo di giocatore non viene ricordato benissimo.
    Per quanto riguarda Ragnick vediamo. Che possiamo dire ?
    Io cerco il lato positivo e per me è questo: si tratta di una scelta coraggiosa di una figura tra il manager e il mister di personalità che ha più una storia di successi che di insuccessi.
    Eliott e Gazidis si trovano impegnati in prima persona, credo con quella frase che ha detto Ibra, con passione, temo solo si tratti con superficialità le difficoltà che si trovano nel campionato Italiano.
    In ogni caso, ripeto, meglio servo all’inferno come rossonero che Re in Paradiso come gobbo o nerazzurro.
    Oggi ho letto le meravigliose parole di Agnelli. Se alla UEFA chiedessero il casellario giudiziario la Gabba Ladra non potrebbe mai giocare fuori da San Vittore

  32. Agnelli… La Juventus è la rovina del calcio italiano. E’ una zavorra che frena tutto il movimento. Nei ’90, nell’unico periodo in cui i gobbi non dominavano incontrastati in Italia, né sportivamente né politicamente, la serie A era il primo campionato del mondo e le squadre italiane facevano incetta di titoli europei. Sarà un caso? Non credo.

    A me i riflessi immediati della sfuriata di Boban preoccupano poco. Siamo fuori dalla Coppa Italia (l’arbitro ha già fatto quasi tutto il lavoro sporco all’andata) e dalla zona Champions: non credo ci sia molto da rovinare. Se fossimo stati ancora in corsa per qualcosa, di sicuro Zvone si sarebbe mangiato la lingua e avrebbe taciuto fino a fine stagione. Occuparsi di questioni di area tecnica senza informare coloro che di fatto ne erano incaricati, specialmente quando si sta facendo schifo nella propria area di competenza, è stato imperdonabile. Avrebbe fatto incazzare un santo, figuriamoci un croato serio e orgoglioso.

    Poi Rangnick. Boh, un tipo alla Giampy. Ha 61 primavere e non li vedo tutti questi successi, onestamente. E’ considerato una specie di santone, e come tutti i santoni del calcio ha bisogno che ogni cosa fili sempre per il verso giusto, che ovviamente deve coincidere perfettamente con la sua visione del mondo. Se ciò non accade, va in depressione (ebbene sì, anche lui come Giampy è soggetto a pesanti cali d’umore).

    Facciano il cazzo che vogliono, è giusto così. Ma stavolta dovranno partire a razzo.

  33. Agnelli… La Juventus è la rovina del calcio italiano

    e quelli che vengono e ti dicono “non capito quello che voleva dire”?
    Ma quanta gente col cervello fritto c’è in Italia?

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