Claudio Lotito è apparentemente un personaggio pittoresco. Ride raramente, e quando rilascia interviste scandisce la parole a mitraglia intervallando i propri ragionamenti con qualche frase in latinorum, peraltro estremamente corretto. Niente a che vedere con Simona Ventura, la quale, durante il ripugnante programma da lei condotto, ha recentemente sparato
un Dada tracta est a causa del quale Giulio Cesare sta ancora rotolandosi nella tomba.
Claudio Lotito dicevo, è apparentemente un personaggio pittoresco. Una specie di presidente vecchia maniera, uno di quelli che i giornalisti dell'epoca si dilettavano a dileggiare per ostentare la propria cultura e stigmatizzare quella assai scarsa di quegli ignoranti arricchiti. Ma la realtà è ben diversa. Il presidente della Lazio, da lui rilevata nel 2004, non è nè ignorante nè stupido. Ha idee moderne e al passo coi tempi grami che stiamo vivendo. Appena preso il timone della società capitolina tagliò immediatamente le spese superflue, comprese quelle che riguardavano quelle frange di tifo organizzato che avevano fatto della propria passione un business. Quest'ultima decisione gli ha creato ovviamente parecchie inimicizie, tanto da costringerlo a viaggiare sotto scorta, ma lui è uno con le palle, e la rotta che si era ed aveva imposto non l'ha modificata di un millimetro.
E' scaltro l'amico Claudio, si avvale di amicizie importanti e sa leccare il fondoschiena a chi gli serve. Il vergognoso decreto spalmadebiti che gli ha permesso di salvare la Lazio è caduto a fagiolo, ma in fondo non è colpa sua se siamo in Italia. E' stato pescato con le mani nella marmellata durante l'amara stagione di Calciopoli, ma si è rialzato immediatamente e, pur perseverando con la propria tirchieria, ha continuato a costruire squadre competitive. La scoperta di Zarate poi, è un piccolo capolavoro.
Tutto questo per evitare di commentare la disfatta di Tirana. Dai cuginetti qualcosa ho imparato.